Pdl, scissione ancora lontana | Scontro sull'eredità del gruppo - Live Sicilia

Pdl, scissione ancora lontana | Scontro sull’eredità del gruppo

Il gruppo a Palazzo dei Normanni non si è ancora diviso. E nel frattempo si litiga su chi dovrà ereditare il bilancio.

PALERMO – Si parlava di scissione già a fine novembre, con la rinascita di Forza Italia ed il ‘tradimento’ degli alfaniani che hanno ‘abbandonato’ il vecchio leader Silvio Berlusconi per seguire, invece – anche in nome delle larghe intese – , il delfino dell’ex premier, il vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano.

Ma il gruppo del Pdl all’Assemblea regionale, di fatto, non si è ancora diviso. O meglio, lo ha fatto soltanto a parole, non ancora nei fatti. “Non abbiamo alcuna fretta di separarci – commenta l’attuale capogruppo del Popolo delle Libertà, ma aderente al Nuovo centrodestra, Nino D’Asero – la situazione tra di noi è serena”. Pare che improvvisamente nessuno ci tenga a farla, questa scissione, ma il motivo, in realtà, non è un’improvvisa e ritrovata armonia.

Si tratta, molto più semplicemente, di soldi. Circa 140 mila euro di bilancio (in positivo) del gruppo parlamentare. Ed è già scontro su chi deve ereditarli. Da una parte i forzisti, che accusano gli ex ‘colleghi’ di partito di essere stati loro ad andare via, e che per questo i fondi del gruppo devono restare ai berlusconiani. Dall’altra parte le ‘colombe’ alfaniane, che non si sentono affatto dei traditori e che rivendicano la loro parte di merito nell’aver lasciato un bilancio in positivo.

Il problema è che i fondi di un gruppo non sono scindibili. O il gruppo parlamentare si scioglie, e i soldi tornano all’ufficio di presidenza dell’Ars, oppure qualcuno li eredita. E per fare questo c’è una sola strada da seguire: mantenere, in qualche modo, il vecchio nome. Così, Marco Falcone (forzista e papabile per la carica di futuro capogruppo) annuncia: “Ci chiameremo Pdl-Forza Italia. Siamo noi la continuità, noi che, come ha fatto chi ha aderito in passato al Pdl, continuiamo a riconoscerci nel progetto di Silvio Berlusconi”. Un concetto ribadito anche da Vincenzo Figuccia, ex autonomista che – lui sì – ha rotto con i suoi ex compagni di gruppo e si appresta a transitare in Forza Italia. “Chi ha abbandonato Berlusconi – dice – non può accampare pretese, gli alfaniani forse vogliono mantenere il ‘brand’, ma non gli appartiene più”. Il problema è che anche gli esponenti del Nuovo Centrodestra puntano a mantenere il nome del Pdl accanto al loro.

Una battaglia che potrebbe avere anche risvolti giudiziari. Perché, nel frattempo, sul gruppo Pdl pende ancora la questione dei Tfr mai pagati ai dipendenti. C’è un processo in corso, e i soldi del bilancio potrebbero (anzi, dovrebbero) servire a pagare il personale. Che, nel frattempo, deciderà insieme con i deputati come dividersi. La vicenda, insomma, si preannuncia tutt’altro che serena, ma qualcuno azzarda: entro il 31 dicembre la scissione si farà.


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