Tentò l'estorsione al ristoratore| Condannato a 3 anni e 8 mesi - Live Sicilia

Tentò l’estorsione al ristoratore| Condannato a 3 anni e 8 mesi

Giovan Battista Tagliavia, 29 anni, aveva dato fuoco all'auto della vittima per poi ricattarla: "Dammi 500 euro in una busta che così di tutto quello che è successo facciamo finta che sia stato un equivoco". Dopo la denuncia alla polizia, la condanna per tentata estorsione.

PARTINICO (PALERMO) – Prima gli aveva incendiato l’auto, poi l’aveva tranquillizzato: “Dammi 500 euro in una busta checosì di tutto quello che è successo facciamo finta che sia stato un equivoco. E avvertiva: Non avvenendo la consegna alle 22.30 noi non la contatteremo più quello che viene si prende”. Lo scorso anno, poco prima del 6 di gennaio, Giovan Battista Tagliavia era andato dritto al suo obiettivo: un incendio all’auto della sua vittima, poi il ricatto. E cinquecento euro da intascare.

Ma gli è andata male: finito dietro le sbarre dopo la denuncia, è stato oggi condannato dalla prima sezione penale del Tribunale di Palermo presieduta da Claudia Rosini, alla pena di tre anni ed otto mesi, ma anche al risarcimento di ventimila euro alle vittime. Queste ultime, il titolare della panineria-pizzeria “Il Golosone” di Partinico, e la moglie, avevano immediatamente deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine.

Non avevano esitato un attimo, non sborsando neanche un centesimo per colui che li aveva ricattati, il 29enne che grazie alla loro denuncia è finito in manette. I coniugi, difesi dall’avvocato Andrea Dell’Aira, non saranno gli unici ad essere risarciti. All’associazione antiracket “Liberjato” che si è costituita parte civile nel processo, andranno diecimila euro.

Ma ecco come sono andate le cose. Il titolare della panineria si era presentato in commissariato la sera dell’Epifania dello scorso anno. Pochi giorni prima gli avevano bruciato la macchina, una Chrysler Status. Aveva quindi raccontato di quella lettera dal contenuto inequivocabile: quella in cui venivano richiesti i 500 euro. L’imprenditore, seguendo le disposizioni indicate nella missiva, aveva riempito la busta con banconote fotocopiate, carta straccia insomma, in modo da mettere in trappola l’estorsore. Alla consegna del “denaro” avevano così assistito i poliziotti. L’arresto era stato immediato.

Ma non era il primo reato per il 29enne condannato oggi. Alle sue spalle, una lunga la sua scia di precedenti penali che vanno dal furto alla detenzione abusiva di armi, dalla rapina allo spaccio di droga, all’associazione mafiosa (reato per cui è stato assolto).


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