Edifici pericolanti, il Comune| avvia le procedure di esproprio - Live Sicilia

Edifici pericolanti, il Comune| avvia le procedure di esproprio

Tremila particelle catastali solo nel centro storico che potrebbero essere affidate alle cooperative per alloggi a prezzi calmierati. Mistero invece sugli immobili comunali. Tantillo: "Serve una scrematura".

centro storico
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PALERMO – Centinaia di edifici del centro storico pericolanti, quasi dei ruderi, su cui pendono ordinanze di messa in sicurezza mai eseguite e che potrebbero andare alle cooperative per l’edilizia economica e popolare, immobili comunali di cui nemmeno il Comune conosce lo stato e oltre settemila nominativi da pubblicare sui giornali che potrebbero costare un’enormità a piazza Pretoria.

Il centro storico di Palermo torna al centro dell’attività amministrativa, specie per quel che riguarda gli edifici pericolanti. Se per il resto della città è stato già fatto un bando che prevede l’intervento delle cooperative per la creazione di alloggi a prezzi calmierati, per il centro storico bisognerà aspettare ancora qualche settimana. Gli uffici hanno infatti terminato da poco una ricognizione di tutti gli edifici pericolanti e insicuri che richiederebbero opere di messa in sicurezza che, malgrado le ordinanze, non sono mai state fatte. O perché mancano i soldi, o perché esistono conflitti tra i molti proprietari, in alcuni casi eredi dei vecchi.

E così Palazzo delle Aquile si appresta ad avviare le procedure di esproprio per qualcosa come tremila particelle catastali, ovvero centinaia e centinaia di edifici per un totale di 7.200 proprietari, da poter poi girare alle cooperative per trasformarli in abitazioni. Si tratta, in poche parole, di quelli che ricadono nelle zone rosse, arancioni e gialle con tanto di diffida: non tutti però interessano alle cooperative, né il Comune può requisirli tutti a costo zero perché poi non saprebbe né come gestirli, né come recuperarli. Ecco perché entro il 23 gennaio gli uffici compiranno una scrematura, basandosi sulla volumetria, e consegneranno l’elenco alla commissione Urbanistica che provvederà poi a incontrare cooperative e costruttori. “Scopriamo che a Palermo ci sono tremila alloggi di edilizia fortemente degradata che potremmo acquisire al patrimonio del Comune – spiega Giulio Tantillo del Pdl – gli uffici hanno fatto un ottimo lavoro, ma bisogna trovare dei criteri per assegnarli alla cooperative per procedure snelle nell’interesse della città”.

Diversa invece la questione riguardante gli edifici pubblici, di cui il Comune invece non ha alcuna cognizione (circa 16 su 20). “Noi non conosciamo lo stato del degrado degli immobili pubblici – attacca il presidente della commissione Alberto Mangano – il Centro storico non è in possesso di una mappa chiara e definitiva degli immobili comunali perché manca l’inventario ed è drammatico. Il Patrimonio, in questo momento, viola le norme che presiedono al giusto andamento dei bilanci non avendo un inventario cartografato. Non se ne sa nulla ed è intollerabile. Il sindaco dovrebbe preoccuparsene”.

Polemiche a parte, adesso piazza Pretoria dovrà capire quali immobili sono più appetibili per le cooperative e requisirli (oppure favorire la compravendita) così da riqualificarli. Il problema è che l’avvio delle procedure di esproprio, che serviranno comunque a “svegliare” i proprietari e metterli di fronte alle proprie responsabilità consentendo loro di correre ai ripari, contempla anche la pubblicazioni su almeno due quotidiani regionali di tutti i 7.200 nominativi. Ma, a conti fatti, secondo gli uffici servirebbero 12 pagine intere a quotidiano a un costo di 57mila euro l’una per un totale di oltre 1,3 milioni. Cosa che comunque il Comune è deciso ad evitare pubblicando semplicemente un avviso che rimandi al sito ufficiale, come fatto anche in altre parti d’Italia. “Noi su questi immobili possiamo fare una serie di operazioni – dice l’assessore Agata Bazzi – dall’intervento diretto in danno, all’acquisizione gratuita al patrimonio comunale. L’inadempienza provoca ovviamente delle contromisure giuridiche. Noi pubblicheremo solo gli edifici più pericolanti, i più grandi, i più interessanti per un uso pubblico”.

 


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