Il broker e la società "fantasma" | La storia della gara scandalo - Live Sicilia

Il broker e la società “fantasma” | La storia della gara scandalo

La vicenda dell'affidamento dell'incarico per la copertura assicurativa delle aziende sanitarie siciliane, indicata dal presidente Crocetta e da Lucia Borsellino come il nuovo esempio di spreco alla Regione, inizia tre anni fa, quando assessore alla Salute era Massimo Russo. Ecco tutti i passaggi, i dubbi, le contraddizioni.

PALERMO – I dubbi su quella società erano sorti fin da subito. Ed erano stati messi nero su bianco, ad esempio, dall’ex presidente dell’Ars Gianfranco Micciché. Era il 2011 e il leader di Grande Sud pubblicava, sul proprio blog, una sorta di lettera aperta indirizzata all’allora assessore alla Salute Massimo Russo. Il tema: il contratto di assicurazione stipulato dall’Asp 6 con la Amtrust Europe limited “una società inglese – scriveva Micciché – che fino al luglio 2010 si chiamava diversamente (I.g.i.) che non ha sedi in italia, che non ha alcuna struttura organizzativa, né uffici di liquidazione danni, né periti, né uffici legali”. E il mistero sulla società si infittisce quando Micciché racconta di come l’Asp “per comunicare l’aggiudizazione della copertura assicurativa” non abbia scritto all’Amtrust, bensì alla “Troust Risk Group”, una “società di brokeraggio assicurativo di Napoli – raccontava l’ex sottosegretario – che è sconosciuta all’amministrazione, che è priva dei requisiti per partecipare, non essendo una compagnia assicurativa”. Un affidamento oscuro, insomma, quello dell’Asp di Palermo. E per di più antieconomico visto che – rispetto al precedente contratto con la Reale Mutua – la Regione avrebbe finito per pagare oltre mezzo milione di euro in più.

Qualcosa non quadrava, secondo Micciché. E qualcosa non quadra, secondo il governo Crocetta. Già nel febbraio scorso. In quei giorni, infatti, il broker (la società Willis) avrebbe dovuto individuare la compagnia assicurativa con la quale sottoscrivere un contratto triennale da oltre 150 milioni. Ma la giunta in quell’occasione, decide di sospendere la gara, indetta dall’Azienda ospedale Civico in qualità di capofila, nell’attesa di portare avanti alcune verifiche. Ma la gara ripartirà comunque. E verrà regolarmente aggiudicata nell’aprile dello stesso anno.

La gara è quella che riguarda i “rischi clinici” di tutte le aziende sanitarie siciliane. Un affidamento da 50 milioni di euro annui, per un periodo di tre anni. Il governo già allora aveva nutrito forti dubbi sulla necessità di “appaltare” a una sola compagnia l’assicurazione di tutte le Asp. Un rischio troppo elevato. Senza contare il fatto che, per l’esecutivo, i requisiti del bando avrebbero ristretto di molto la possibilità di partecipare alla gara. Col rischio di violare i principi della concorrenza. Un rischio sollevato, in passato, anche dall’ex manager del Policlinico Mario La Rocca. Così, il bando si ferma. “Insieme all’assessore Borsellino – racconta oggi Crocetta – fin da febbraio abbiamo lavorato a questa vicenda”. E oggi, ecco la decisione di avviare la revoca, attraverso la disdetta dell’affidamento. La conclusione di una storia complicatissima e contorta. Che proviamo a raccontare.

Partendo da un fatto. La storia è fatta di tre puntate. La prima, riguarda la gara con la quale l’azienda Villa Sofia-Cervello individua il broker per la selezione della compagnia assicurativa alla quale affidare il servizio centralizzato per tutte le aziende sanitarie siciliane. La seconda, vede come soggeto capofila l’Asp di Siracusa: l’azienda ha il compito, in questo caso, di affidare il servizio di assicurazione, per le aziende che avevano i contratti assicurativi in scadenza, nell’attesa di definire la gara centralizzata (quella indetta dall’Asp di Siracusa verrà definita, appunto, ‘gara-ponte’). Infine, l’affidamento definitivo da 50 milioni annui, che vedeva come capofila l’Arnas Civico di Palermo.

La gara per il broker
Nell’aprile del 2010 viene indetta la gara per “l’affidamento quinquennale del servizio di consulenza e brokeraggio asscicurativo”. L’azienda capofila è l’Ospedale Villa Sofia-Cervello. Alla gara partecipano sette ditte. A vincere è la Rti composta da Willis Italia e Kensingotonrisk management. Ma già lì, qualcosa non torna. All’apertura delle buste il presidente della commissione nominata per la valutazione delle proposte spiega che “le offerte elencate nella graduatoria presentano un rapporto prezzo/qualità anomalo”. La Willis vince con una offerta di 37 mila euro ai quali “vanno aggiunte le provvigioni pari al 5% calcolate sui premi delle coperture assicurative ramo auto e ramo non auto”. “Una cifra davvero strana, per un servizio di quel tipo” hanno detto oggi Crocetta e Borsellino. Ma la gara va avanti. Le società vincitrici spiegano i motivi di quell’offerta: molte attività verranno subappaltate: 400 mila euro a Progea per “metodologie ed attività di risk management”, 250 mila euro a Sda Bocconi per l’attività di formazione, e 48 mila euro a Praxi per la stima dei beni mobili ed immobili delle Aziende sanitarie. Nel giugno del 2011 viene sottoscritto il contratto con Willis e Kensingtonrisk. E già in quell’occasione si accenna alla “gara-ponte” che avrebbe consentito alle aziende con i contratti assicurativi in scadenza di restare “coperte” nelle more dell’affidamento della nuova gara, previsto per il settembre del 2012.

La “gara ponte”
Nel novembre del 2011 l’Asp di Siracusa, scelta come “capofila”, indice la gara per le aziende col contratto in scadenza. Servirà per colmare il vuoto assicurativo di alcune aziende sanitarie ospedaliere nell’attesa del completamento della nuova mega-gara (il bando riguarda le Asp di Palermo, Catania ed Enna, il Cannizzaro e il Garibaldi di Catania, il Policlinico e Villa- Sofia-Cervello di Palermo). Tre ditte presentano le proprie offerte. A vincere la gara – base d’asta di 14,5 milioni – è la Am Trust Europe. La società “invisibile” cui faceva cenno Micciché. Il premio assicurativo previsto è di poco inferiore ai 14,5 milioni. In quell’occasione, l’allora commissario dell’Asp di Catania solleva ufficialmente le proprie perplessità: quel contratto è di gran lunga più costoso di quello precedente. E chiede che venga prorogato il rapporto con la vecchia compagnia assicurativa. Ma il tentativo non va a buon fine.

La gara centralizzata da 150 milioni
“Le aziende sanitarie – si legge in una nota diffusa dal governo Crocetta – prima dell’aggiudicazione della gara regionale sostenevano una spesa per il pagamento del rischio assicurativo in argomento un importo che si aggirava intorno ai 70 milioni di euro”. Il broker Willis propone una polizza che dovrebbe consentire alle aziende di risparmiare qualcosa. Solo per il “rischio clinico”, infatti, l’idea è quella di una polizza di circa 45 milioni di euro.

Un risparmio, a dire il vero, confermato nel 2013 dallo stesso assessorato alla Salute. Una relazione del servizio “Gestione degli investimenti” del dipartimento Pianificazione strategica, infatti, calcola in quasi 8,7 milioni di euro il risparmio ottenuto attraverso la scelta di centralizzare la gara. Una riduzione di spesa del 14,67%. Ma a far storcere il naso alle aziende sanitarie siciliane è la franchigia: quello di 150 mila euro è un limite troppo elevato sia secondo il direttore generale dell’Istituto di ricerca Bonino Pulejo, sia per il direttore amministrativo dell’Asp di Palermo. Circa l’80% dei sinistri, infatti, rientrerebbe nella franchigia. Così, le aziende avrebbero finito per corrispondere “di tasca propria” somme non coperte dall’assicurazione, attraverso un Fondo regionale per il rischio. Per giungere, così, a esborsi più alti. Gli stessi dubbi sono sollevati anche, nel settembre del 2012, dall’allora commissario straordinario del Cannizzaro di Catania. Ma la gara va avanti. E l’assegnazione definitiva arriva nell’aprile di quest’anno. La gara è composta da cinque lotti, per un costo totale di oltre 151 milioni di euro. La maggior parte di questi (136 milioni) sono riservati al “lotto uno”. Quello aggiudicato alla Amtrust. La società del mistero. Che presto dovrà farsi da parte. “Il contratto prevedeva la possibilità della disdetta – ha detto l’assessore Borsellino – entro il 31 dicembre. Siamo quindi entro i termini fissati e non pagheremo alcuna penale. La copertura resterà tale fino a luglio del 2014. Nel frattempo, lavoreremo a una nuova forma di copertua assicurativa, meno onerosa per la Regione”.

Il “giochino” della AmTrust
“Quella è una scatola vuota. E nel meccanismo di quella società sono già cadute altre Regioni” ha tuonato il presidente Crocetta. E il riferimento rivolto alla Amtrust troverebbe conforto in alcune indagini che sarebbero state avviate negli Stati Uniti. Lo riporta ad esempio un portale internazionale di consulenze finanziarie (seekingalpha.com). L’organismo di controllo amerincano, infatti, avrebbe ipotizzato che la AmTrust Financial Service e le consociate (anche quella che lavora in Italia) costituirebbero un “castello di carte”. Il “giochino” dela società consisterebbe proprio nella fissazione di franchigie elevatissime. Come nel caso appunto della Regione Siciliana, che si troverebbe costretta a pagare tutti i risarcimenti al di sotto dei 150 mila euro. Un rischio minimo per la società e comunque calcolatissimo visto che – stando alle indagini americane – quel rischio sarebbe a sua volta assicurato a società legate alla stessa Amtrust. Un gioco di “scatole cinesi” dentro il quale sarebbe caduta anche la Sicilia. Fino a oggi. Fino alla decisione di mandare tutte le carte alla questura e alla Corte dei Conti. E di avviare la revoca del contratto.


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