Palermo in piazza per Di Matteo| Ingroia: "Esiste un pericolo stragi" - Live Sicilia

Palermo in piazza per Di Matteo| Ingroia: “Esiste un pericolo stragi”

di ROSALIA BONFARDINO Manifestazione a sostegno dei magistrati che indagano sulla presunta trattativa Stato-mafia. Di Matteo: "Grazie, tutto questo ci stimola ad andare avanti".

DOPO LE MINACCE di riina
di
3 min di lettura

PALERMO – “Fuori la mafia dallo Stato”. Un grido comune quello che ha visto questo pomeriggio centinaia di manifestanti scendere in piazza, a Palermo come in altre città italiane, per stringersi intorno ai magistrati che indagano sulla Trattativa e soprattutto a Nino Di Matteo, dopo il crescendo di minacce da parte del boss Totò Riina. Un’iniziativa pubblica partita dal social network facebook e che ha visto l’adesione e il sostegno di decine di associazioni e organizzazioni sociali, politiche e sindacali. Il corteo, che si è mosso dietro uno striscione con la scritta “Mai più accordi tra Stato e mafia”, è partito da piazza Politeama per giungere a Palazzo di giustizia. Tantissimi i cartelli che hanno sfilato durante il corteo. Al centro un messaggio chiaro: “A noi le beatificazioni non interessano, difendiamo i magistrati da vivi”. Ma anche “Noi non abbassiamo la guardia”.

A dare il suo sostegno al pm palermitano, anche l’ex magistrato Antonio Ingroia. “Il pericolo di nuove stragi c’è – ha detto l’ex pm – soprattutto in momenti d’instabilità politica come questo. In genere le stragi hanno una funzione stabilizzante, anche di un quadro politico come quello in cui viviamo con un governo dalle larghe intese che rischia di incrinarsi”. A proposito delle intercettazioni e violente intimidazioni ai danni di Di Matteo, Ingroia ha poi sottolineato che le minacce più insidiose non vengono dal boss corleonese. “Non penso che il pericolo numero uno sia Totò Riina o la mafia militare – osserva – ma quella dei colletti bianchi, dei mandanti esterni delle stragi rimasti finora impuniti perché protetti dalla politica”. Tra le associazioni presenti anche Agende Rosse, che avevano lanciato l’iniziativa per dotare di un “bomb jammer” Nino Di Matteo e la sua scorta. “E’ la seconda manifestazione a cui partecipiamo dopo quella del 18 novembre – spiega Simone Cappellani -. Ci siamo ripromessi di mantenere alta l’attenzione. Non solo su Di Matteo, ma anche su Tartaglia, Del Bene e Teresi. Ma non vogliamo neanche che ci si dimentichi di Massimo Ciancimino, che è coinvolto come testimone nella Trattativa”.

Dopo essersi snodato attraverso le arterie principali della città, il corteo è giunto al Tribunale. Ad accogliere i manifestanti, tra la sorpresa di tutti, il pm Di Matteo, guidato dalla sua scorta. Un ringraziamento sentito, innanzitutto, per il sostegno dimostrato negli ultimi mesi. “Ringrazio le associazioni e i cittadini, gli studenti e gli operai presenti che evidentemente hanno sete di verità e giustizia. Sono loro lo stimolo migliore per andare avanti, tutto il resto non conta”. Poi una promessa: “Noi cercheremo di continuare a fare il nostro dovere consapevoli che il nostro é un ruolo di servizio. Queste manifestazioni spontanee sono importanti anche più dei silenzi”. Di Matteo si è poi espresso riguardo al ruolo dei pm. “Il magistrato politicizzato é un altro tipo di magistrato – ha aggiunto – non quello che sente il bisogno di venire tra la folla per ringraziare di fronte a queste manifestazioni”.

A proposito, poi, del mancato incontro tra la delegazione del Csm, giunta oggi a Palermo per manifestare solidarietà ai pm della Procura, e i magistrati destinatari di minacce di morte, Vittorio Teresi, sceso da Palazzo di giustizia insieme a Di Matteo, ha voluto dire il suo grazie per il “gesto di solidarietà spontaneo e vero ricevuto questo pomeriggio da cittadini e associazioni, a differenza di quanto accaduto oggi”. “Sapevamo a stento che il Csm aveva incontrato i vertici giudiziari – conclude Tersi -. Poi c’è stata una convocazione ufficiosa, ma nessuno ha pensato di chiamarci e l’incontro non c’è stato. Ma va bene così”. A lanciare il suo ringraziamento a Di Matteo e a tutti i magistrati coinvolti nella Trattativa anche il sindaco di Palemo, Leoluca Orlando. “Grazie ai magistrati impegnati per fare verità e giustizia sull’ignobile Trattativa. Da sindaco e cittadino credo che sia necessario che dopo che il governo si è costituito parte civile nel processo, il presidente del consiglio Letta venga in aula per dare un segnale su da che parte sta lo Stato”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI