Bilancio dell'Ars, si vira sui tagli | Meno auto blu e comandati - Live Sicilia

Bilancio dell’Ars, si vira sui tagli | Meno auto blu e comandati

Il Consiglio di presidenza definisce i primi paletti del documento finanziario. Sul tavolo ci sono già le prime proposte: le vetture di servizio passeranno da 18 a 7 e per i "comandati" potrebbe scattare un "salary cap" da 41 mila euro all'anno.

Palazzo dei Normanni
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PALERMO – E adesso tocca alle spese di Palazzo. È il turno delle auto blu e quello dei comandati. Se qualcuno credeva che con l’approvazione della legge sulla spending review i tagli a Palazzo dei Normanni si sarebbero fermati, si sbagliava.

Si è riunito finora solo informalmente, ma il Consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale ha iniziato a parlare di bilancio interno. Un documento “sobrio”, come dice Nino Oddo del Megafono e che, assicura il presidente Giovanni Ardizzone, “verrà predisposto entro il 31 dicembre”. E, anche qui, la parola d’ordine – almeno secondo le prime indiscrezioni – è “risparmio”. L’ammontare complessivo non è ancora stato stabilito, ma dopo la riunione di giovedì è stata già comunicata agli uffici del parlamento regionale l’entità dei tagli su alcune voci specifiche.

Come quella relativa ai costi dei deputati. Un capitolo di bilancio che l’anno scorso si aggirava attorno a 20 milioni di euro e che quest’anno, per effetto del recepimento del decreto Monti sulle indennità dei parlamentari, sarà ridimensionata di circa 3 milioni. Ognuno dei 90 ‘inquilini’ di Palazzo dei Normanni, infatti, dall’entrata in vigore della legge votata qualche giorno fa, percepirà 11.100 euro lordi al mese rispetto ai circa 18 mila attuali. E proprio i deputati del consiglio di presidenza dovranno anche stabilire quanto, di questa indennità complessiva, sarà destinato alla diaria: quella parte dello ‘stipendio’ degli onorevoli a copertura delle spese di esercizio del mandato, e che per questo è esentasse. Più corposa sarà la diaria, quindi, più alta sarà la cifra netta nella busta paga di un deputato. In Calabria, ad esempio, è stato deliberato che i circa 11 mila euro lordi andassero suddivisi in 5.100 euro di indennità e 6.000 come spese per l’esercizio del mandato. Una possibilità che qui – dicono i parlamentari del consiglio di presidenza – non è neanche contemplata: ci sarà, insomma, una distanza netta tra le due cifre, e quella più alta sarà di gran lunga quella dell’indennità. Niente trucchi, assicurano.

Ma si risparmierà anche su altre voci. Per esempio sui costi del personale dell’Assemblea. Anche qui, ‘merito’ della legge sulla spending review, per effetto della quale le retribuzioni dei dipendenti del parlamento regionale subiranno un taglio “non inferiore al 10 per cento”: si parla di circa un milione di euro complessivi, ma dal consiglio di presidenza fanno sapere che la portata del taglio verrà “modulata” assieme ai sindacati dei dipendenti.

E poi ci sono i servizi. Come le auto blu. Fino a qualche mese fa previste anche per presidenti di commissioni e deputati segretari – per un totale di 18 auto – e adesso ridotte a 7: una per il presidente dell’Ars Ardizzone, due per i due vice (Antonio Venturino e Salvo Pogliese), tre per i questori (Franco Rinaldi, Paolo Ruggirello e Nino Oddo) e una che sarà messa a disposizione a seconda delle necessità.

Ma il capitolo che potrebbe fare più discutere è quello dei comandati. Uno per ognuno degli undici deputati del consiglio di presidenza, i comandati sono – solitamente – ‘trasferiti’ temporaneamente all’Ars da altre amministrazioni regionali. E l’Assemblea, per il periodo del loro incarico, garantisce loro lo stesso trattamento economico, salvo i casi in cui i deputati integrano ulteriormente la cifra. Ma adesso le cose potrebbero cambiare. Si sta discutendo, infatti, di inserire nel nuovo bilancio la previsione di risparmio che deriverà dal taglio alle retribuzioni del personale comandato: i deputati del consiglio di presidenza non potranno più assumere dirigenti o personale con alte qualifiche e stipendi, ma saranno costretti ad avvalersi della collaborazione di comandati inquadrati in categoria “D6”, cioè il più alto livello da funzionario e l’ultimo gradino prima di approdare alla “famiglia” dei dirigenti.

Si fisserebbe, così, un tetto massimo per le loro retribuzioni, una cifra che si aggira attorno ai 41 mila euro all’anno. E così potrebbero ‘saltare’ quattro o cinque dei comandati attualmente in servizio, che dovrebbero tornare al proprio incarico originario. Tra questi, Edoardo Leanza, ex deputato e dirigente medico chirurgo all’Asp di Enna che lavora, adesso, con il vicepresidente Pogliese, e il medico veterinario comandato di Paolo Ruggirello, Antonino Proto. Nel frattempo, però, il vicepresidente vicario Antonio Venturino – che fino ad oggi ha rinunciato al ‘privilegio’ dell’avvalersi della collaborazione di un comandato – sta pensando di chiamare alla sua corte Gaetano Aiello, legale che lo ha assistito spesso e sempre a titolo gratuito soprattutto per la vicenda precari. Per lui, da gennaio, si apriranno le porte di Palazzo dei Normanni, mentre per qualcun altro potrebbero chiudersi.


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