I Litfiba accusano Dalì: | "Noi banditi dalla Sicilia" - Live Sicilia

I Litfiba accusano Dalì: | “Noi banditi dalla Sicilia”

Eusebio D'Alì

Piero Pelù accusa l'ex assessore provinciale alla Cultura: "Per colpa sua non ci hanno più ingaggiato per suonare nell'Isola". la replica dell'esponente di Forza Italia: "Hanno fatto un comizio, non un concerto".

PALERMO – Pare che i Litfiba siano stati banditi dalla Sicilia. “Dal 2010 – dice il frontman del gruppo rock Piero Pelù in un’intervista rilasciata a ‘Il Fatto Quotidiano’ – nessun organizzatore ci ha più ingaggiato”.

Una faccenda dai risvolti inaspettatamente politici. Se nell’Isola i rockers toscani non hanno più suonato, infatti, la colpa sarebbe di Eusebio Dalì. Allora esponente del Pdl siciliano e assessore della provincia di Palermo alla Cultura e alle politiche giovanili, oggi uomo di Gianfranco Micciché “ed esponente della nuova Forza Italia”, ci tiene a precisare.

Ma cosa c’entra Dalì con i Litfiba? Prima di tutto, gli piacciono molto. “Li adoro – commenta a Livesicilia – e per questo ero al loro concerto a Campofelice di Roccella, nel 2010”. Poi la rottura. Che si è consumata, tra il forzista ed il suo amatissimo gruppo rock, proprio la sera dell’esibizione della band, tornata sui palchi dopo la reunion. “Mi trovavo lì da semplice spettatore, e non da politico – dice Dalì – ma mi sono trovato ad assistere ad un comizio, più che ad un concerto”. Sull’onda dell’entusiasmo, infatti, i Litfiba hanno “celebrato sul palco – ha detto Pelù al Fatto – il funerale di Licio Gelli e della P2, vista la presenza della P3 e della P4. Insomma, erano stati superati”.

“Insulti”, per Dalì, a Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e anche contro il Papa. “I Litfiba hanno offeso l’intelligenza dei giovani siciliani – disse l’esponente del Pdl qualche giorno dopo il concerto a Campofelice – , almeno di quelli, e sono proprio tanti, che sanno ascoltare buona musica senza farsi fuorviare da squallidi messaggi populisti e demagogici. Parafrasando una loro canzone, li invito a non alimentare quell’ignoranza che uccide più della fame”.

Poi la frase che fece scoppiare il putiferio, quella che fece accusare il politico siciliano  di essere ‘repressore’ della libertà di espressione: “Invito l’incolpevole sindaco Vasta (facendo riferimento al Comune di Campofelice che aveva patrocinato la serata) e tutti i primi cittadini della Sicilia a non ospitare più artisti che hanno come unico scopo il pontificare, predicare e fare lotta politica, servendosi di quella potentissima arma che è la musica e la sua capacità di penetrare le giovani sensibilità, di formarle o di plagiarle a seconda dei casi”.

Così Pelù è finito nella “black list”, dice lui, bandito per sempre dalla Sicilia. Ma Dalì replica: “Lo ringrazio: mi dà un potere che non ho”. E confessa: polemiche a parte, a lui, i Litfiba, piacciono ancora.


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