Non lasciamo Orlando solo | A Palermo serve una Leopolda - Live Sicilia

Non lasciamo Orlando solo | A Palermo serve una Leopolda

Il leader di "Io mi arruolo", Pippo Russo, risponde alla lettera aperta di Leoluca Orlando. E lancia una proposta.

La lettera
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Il leader di “Io mi arruolo”, Pippo Russo, risponde alla lettera aperta di Leoluca Orlando. E lancia una proposta.

Lo dicono le cronache, le piazze, i rifiuti a montagna sulle strade, lo dice la seconda lettera aperta del Sindaco Leoluca Orlando ai palermitani d’inizio d’anno con la quale chiede collaborazione, Palermo non riesce a uscire dalle emergenze, soprattutto, le questioni aperte sono parecchie, nel campo della raccolta e gestione dei rifiuti, delle partecipate e sulla spinosa vicenda della Gesip. Appena un anno e mezzo fa Orlando, con un forte consenso, è stato eletto Sindaco del capoluogo siciliano. Sull’onda del suo successo sono stati parimenti eletti, per il meccanismo contenuto nella legge elettorale, ben trenta consiglieri di maggioranza. C’erano le condizioni ottimali per iniziare una navigazione, certamente difficile sia per la pesante situazione ereditata dalla precedente amministrazione comunale, che per le generali condizioni di crisi economica che da tempo attanaglia l’intero Paese, verso il progressivo recupero di una città, la quinta d’Italia, che sembrava irrimediabilmente perduta. Ma è stato commesso, a mio parere, un errore che si potrebbe rivelare fatale. S’è pensato che tutto dovesse e potesse risolvere il Sindaco, in attesa che un giorno ci comunicasse la lieta notizia: ‘cari palermitani, tutto risolto, non abbiamo più problemi’. Nel frattempo, aspettando tale gioiosa novella, si potevano consentire: il Consiglio comunale di offrire sovente spettacoli poco edificanti con bisticci, urla e invettive tra consiglieri, preoccupati, non tutti per fortuna, solo del proprio futuro politico o del partito d’appartenenza; i commercianti di litigare sul ’si o no’ alle zone pedonalizzate, dimenticando che le pedonalizzazioni sono un investimento economico per il futuro; i sindacati di alzare il livello dello scontro, nell’interesse dei lavoratori, salvo poi a rischiare questi stessi lavoratori, mi riferisco alla Rap e alla Gesip, il posto di lavoro; i lavoratori di guardare il Sindaco, più per induzione che per convinzione, come una controparte e non come chi è intento a disinnescare vere e proprie bombe sociali da ordine pubblico in un momento di irresponsabili tagli ai trasferimenti ai comuni ad opera dei governi regionale e nazionale; e i cittadini a coltivare i vizi di sempre, vizi che fanno del palermitano, in linea di massima, tra i più pervicaci individualisti del pianeta, insensibile alla cura dei beni collettivi e al rispetto delle regole. No, abbiamo sbagliato i conti. Possiamo avere il Sindaco più bravo del mondo, ed io credo che Orlando abbia le carte in regola, ma senza il contributo di cittadini, istituzioni, forze politiche, organizzazioni di categoria, sindacati, scuole, Chiesa, università, mezzi di comunicazione, commercianti, imprenditori, nel sentimento comune di navigare nella medesima barca, Palermo non approderà ad alcun porto sicuro e, al contrario, sarà costretta ad affrontare tempeste ancora più devastanti. Simul stabunt aut simul cadent, insieme staranno o insieme cadranno, brocardo latino molto pertinente. Palermo non è, non può essere luogo di battaglie politiche, sindacali o di rivendicazioni corporative. E’ una città sofferente, con i suoi giovani sempre più sfiduciati e spenti, una comunità che stenta a vedere la luce in fondo al tunnel. La colpa di ciò non è del Sindaco che comunque, riteniamo, starà riflettendo su come meglio organizzare la sua squadra, anche con gli opportuni aggiustamenti, e la macchina comunale nel suo complesso, la colpa è per quota parte di ognuno che ha pensato, come se fossero tempi normali, che bastasse delegare senza un’assunzione corale e consapevole di responsabilità. Occorre un patto. Ecco un suggerimento. Il Sindaco Orlando potrebbe convocare una Convention cittadina, una sorta di Leopolda palermitana a gruppi di lavoro, non per ascoltare cosa non va, lo sappiamo bene, ma proposte, come insieme uscire dal tunnel, prendendo le diverse realtà presenti in città precisi impegni rispetto al programma del Sindaco votato dagli elettori, ovviamente a cominciare dall’Amministrazione comunale. Abbiamo ancora tre anni pieni, facciamoli nostri e cambiamo la rotta.


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