PALERMO – Con una maggioranza schiacciante è passata la norma sugli aiuti alle coppie di fatto contenuta nella legge di stabilità regionale. “Cominciamo a far parlare bene della Sicilia – ha commentato a caldo un entusiasta Crocetta – , finalmente una norma civile e soprattutto di grande coraggio”.
L’articolo è stato approvato con il sostegno del Movimento 5 Stelle, ma si sono espressi favorevolmente anche l’Udc e Articolo 4, e anche qualche pezzo di opposizione. Una norma che ha raccolto consensi trasversali, insomma, ma che d’altra parte non è piaciuta a qualcuno della maggioranza. Non lo ha detto apertamente, ma per esempio Nino Dina, presidente della commissione Bilancio e parlamentare Udc, non ha voluto partecipare al dibattito, quando invece sul podio di Sala d’Ercole suoi colleghi, come Nicola D’Agostino, esortavano l’approvazione dell’articolo descrivendolo come una norma giusta e “al passo con i tempi”.
A favore, invece, anche esponenti dei gruppi di minoranza. Per esempio Vincenzo Vinciullo del Pdl-Ncd, che ha invitato i colleghi deputati a mettere da parte le ‘questioni di fede’: “Le leggi non hanno sesso”, ha detto in aula. E, secondo il presidente della Regione, anche il ricorso al voto segreto su un emendamento soppressivo presentato dalla Lista Musumeci, è stato un ‘escamotage’ utilizzato dall’opposizione per poter votare a favore della norma. Non ha usato mezzi termini, invece, Nello Musumeci. “Una norma diabolica – l’ha definita – , che un parlamento serio dovrebbe affrontare in un altro momento. Da un lato si inducono i sindaci ad istituire i registri delle unioni civili. E l’altro obiettivo è quello di equiparare le coppie gay a quelle etero. Ma la famiglia poggia sul diritto all’unione tra un uomo e una donna, finalizzata alla procreazione”.
Ma l’articolo, in realtà – e lo hanno fatto presente in aula anche diversi parlamentari – non aveva una valenza prettamente ‘etica’, quanto economica. La norma, infatti, consente all’Irfis di firmare accordi con la Cassa depositi e prestiti per mutui agevolati destinati alle giovani coppie, siano esse sposate o iscritte nel registro delle unioni civili da almeno un anno, e quindi anche gay. “Siamo i primi in Italia – ha detto Crocetta – , e l’articolo 39 della Finanziaria sarà ancora più scardinante. Perché estende tutti i diritti anche alle coppie di fatto, che prevalentemente sono fatte da etero, e che finora non hanno avuto alcun beneficio dall’iscrizione nei registri delle unioni civili, mentre adesso li avranno. Demoniaco è non riconoscere diritti sociali delle persone. Dicono che non facciamo nulla? Questa è una Sicilia che cambia. Per una giovane coppia fare un mutuo sarà conveniente come pagare l’affitto. Adesso siamo maturi per far arrivare in aula una norma sui registri delle unioni civili. Sarà il prossimo passo, li renderemo obbligatori”.
Ad articolo approvato, è scattato l’entusiasmo della maggioranza anche sui social. “Approvato l’articolo 26 sui mutui agevolati alle coppie, comprese le coppie di fatto. Una mia battaglia”, scrive Fabrizio Ferrandelli del Partito democratico su twitter, mentre il presidente della commissione Affari istituzionali, Antonello Cracolici, ‘riabilita’ il parlamento regionale, uscito un po’ ammaccato dalle recenti polemiche sui portaborse. “Malgrado il discredito che continua ad esserci sull’Ars, la politica riconosce diritti alle coppie di fatto”. Anche Lino Leanza di Articolo 4 usa twitter per commentare l’approvazione della norma: “I provvedimenti in favore dell’accesso alle abitazioni delle giovani coppie e coppie di fatto – scrive – , sono atti di giustizia e civiltà”.
