Piscina a rischio chiusura| Gesip: niente lavoro senza corsi - Live Sicilia

Piscina a rischio chiusura| Gesip: niente lavoro senza corsi

I dipendenti lamentano la mancanza di visite mediche e corsi di formazione e informazione e il Comune avverte: "Possibile chiusura nel fine settimana".

FERRERI: "I DISPOSITIVI CI SONO GIA'"
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PALERMO – La piscina comunale è di nuovo a rischio chiusura. E stavolta non c’entrano le caldaie o i bagnini, ma i dipendenti della Gesip che da mesi sono tornati a svolgere alcuni servizi, tra cui la pulizia della struttura, ma che sono pronti a incrociare le braccia.

I sindacati oggi hanno infatti scritto una nota all’amministrazione lamentando l’assenza dei dpi, ovvero i dispositivi per la sicurezza, in pratica scarpe, guanti o mascherine, necessari specie se si usano detersivi e che dovrebbero essere riportati nel piano di valutazione rischi, ma soprattutto dei relativi corsi di formazione e informazione, delle visite mediche. Una situazione che ha spinto i sindacati a chiedere, inoltre, che i lavoratori vengano impiegati per altro. Lavoratori che lamentano anche le condizioni precarie del tetto della struttura.

La dirigente allo Sport, Fernanda Ferreri, ha risposto per iscritto che i dpi sono già stati consegnati e che inoltre non è possibile affidare ai dipendenti Gesip altre mansioni. Insomma, i dipendenti dovranno recarsi alla piscina ma non potranno fare altro che incrociare le braccia. “Io comunicherò la loro decisione di non lavorare – spiega la Ferreri a Livesicilia – non so se questo avrà refluenze sulla loro retribuzione. I dpi ci sono tutti: scarpe, mascherine e guanti. Stiamo provvedendo anche alla divisa, che però non è ancora disponibile, ma non è un dpi. Se non c’è chi fa le loro mansioni, la piscina chiuderà. Da lunedì potremmo provvedere con altro personale, ma per il sabato e la domenica saremo in difficoltà”.

“Le organizzazioni sindacali, informate solo adesso che ai circa trenta dipendenti utilizzati presso la piscina non sono state effettuate le obbligatorie visite mediche, la formazione e informazione come prevede la norma in vigore, rimangono esterrefatte dalle dichiarazioni della Ferreri, che essendo dirigente del settore è il reale datore di lavoro dei dipendenti Gesip, e in quanto tale ha l’obbligo e la responsabilità giuridica, nell’applicazione del decreto legislativo 81/2008 che di fatto sostituisce la legge 626 – si legge in una nota di Salvo Barone dell’Ugl – forse disconosce anche che il dipendente, nell’attesa che il datore di lavoro ottemperi a quanto sopra esplicitato, deve essere utilizzato in altre mansioni per le quali non è prevista sorveglianza sanitaria e che per i stessi dipendenti decorre obbligatoriamente la retribuzione ordinaria. Ci aspettavamo, come al solito, un atteggiamento più collaborativo e risolutivo, invece solo improvvisazione legata a minacce sulle retribuzioni e attribuzione di responsabilità a terzi. Non vorremmo che passasse nell’immaginario collettivo che la piscina chiude perché quelli della Gesip sono i soliti fannulloni come si vorrebbe dipingerli, ma desidereremmo che la cittadinanza pensasse anche per un solo momento alla continua disapplicazione delle leggi che mettono a serio rischio la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Per non parlare di strutture fatiscenti, sia per i lavoratori che per i cittadini fruitori. Stiamo chiedendo anche una consulenza ad esperti in merito all’impianto di riscaldamento dell’acqua e al sistema di clorizzazione rilevando, durante la nostra visita, un’aria irrespirabile. Probabilmente sarà stata solo una impressione”.


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