Impugnativa-choc | Cassati 33 articoli - Live Sicilia

Impugnativa-choc | Cassati 33 articoli

La decisione del prefetto Carmelo Aronica. Per 16 articoli la copertura "non è credibile o sufficientemente sicura". Ecco i tagli delle forbici del commissario.

PALERMO – Il commissario dello Stato, Carmelo Aronica, ha impugnato 33 norme sulle 50 che compongono la Finanziaria recentemente approvata dall’Assemblea regionale. Tra gli altri, quelle riguardanti i benefici destinati alle coppie di fatto.

In particolare, Aronica ha cassato gli articoli 3, commi 3, 8 e 9; 5 commi 2, 3, 5, e 6; 6, commi 8 e 9; 8, comma 2; 9, comma 3; 10; 11, comma 8; 12 commi 5 e 6; 13, commi 5, 6, 7 e 8; 14; 17; 19; 22, commi 2 e 4; 23, comma 2; 24; 25; 26; 27; 28; 29; 30, comma 13; 32, commi 1, 2, 3, 6 e 7; 33; 34, commi 2 e 6; 36; 37; 38; 39; 40; 41; 42; 43; 47, commi 5, 6, 7, 8, 9, 10, 13, 14, 15, 16 e 19 della Legge di stabilità per il 2014. In quasi la metà dei casi – 16 degli articoli contestati – Aronica ritiene che “la copertura dei nuovi e maggiori oneri a carico del bilancio della Regione con proprie risorse non sia credibile, sufficientemente sicura ed ancorata a criteri di prudenza, affidabilità e appropriatezza”.

Non hanno costituito oggetto di impugnativa le disposizioni relative alla proroga per i lavoratori precari e i trasferimenti a Comuni e Province e per il settore del trasporto pubblico.

“Il passato ci insegue – il commento a caldo del governatore Rosario Crocetta – evidentemente in questa Regione non si può spendere, non si può pensare di finanziare le leggi, lo sviluppo. Si deve sempre e solo tagliare. Questa è la morte della politica”.

L’analisi dell’impugnativa, articolo per articolo

Cassata la norma sui residui passivi
Impugnati i commi 3, 8 e 9 dell’articolo 3. Si tratta della norma attraverso la quale la Regione ha inteso compiere un’opera di “pulizia” dei conti attraverso la cancellazione dei residui passivi derivati da impegni assunti fino al 2013. Ma secondo il Commissario Aronica, questa cancellazione non può essere effettuata automaticamente, “ma deve limitarsi esclusivamente a quelle partite andati in perenzione per le quali non permangono i presupposti giuridici del debito della Pubblica Amministrazione”. Anche la scelta di mantenere un numero non superiore al 40% dei residui dello scorso esercizio sarebbe “in evidente contrasto con i principi di chiarezza, veridicità e trasparenza del bilancio”. Dubbi anche sul comma che prevede l’incremento del Fondo per la cancellazione dei residui attivi.

Salta la norma “salva-petrolieri”
Bocciati anche quattro commi su 6 dell’articolo 5, con il quale l’Ars aveva modificato alcune imposte. La prima a cadere è la norma salva-petrolieri: per Aronica manca la copertura per la riduzione delle aliquote sulle estrazioni dal 20 al 13% e non viene spiegato come “salvare” i bilanci dei Comuni nonostante i tagli alle royalties. Fra l’altro, secondo il commissario c’è una previsione di incassi, “aumentata a 15 milioni”, che “risulta inspiegabile”. L’altro comma cassato, il terzo, istituisce un nuovo tributo, quello sulle Segnalazioni certificate di inizio attività: per il commissario la tassa non può essere imposta e, se anche così non fosse, spetterebbe allo Stato deciderlo. Cade poi anche il comma 5, che prevedeva l’affidamento della riscossione dell’Irap all’Agenzia delle Entrate con una “convenzione non onerosa”. Per Aronica, però, si creerebbe una disparità con le altre Regioni, che invece pagano l’Agenzia. Infine salta anche il blocco dei canoni irrigui: per Aronica “impedisce di fatto agli Enti preposti di poter gestire con criteri di economicità ed efficienza il servizio stesso”.

Tagli nella Sanità: la Regione non può deciderne la destinazione
Impugnato il secondo comma dell’articolo 8, che prevede risparmi di 100 milioni nella Sanità, attraverso il taglio alle spese su beni e servizi. Quei soldi sarebbero stati destinati, secondo il testo della Finanziaria, “a favorire l’integrazione dei servizi socio-sanitari per la parte ricompresa nei Lea (Livelli essenziali di assistenza, ndr). “Eventuali risparmi derivanti dalla gestione sanitaria regionale a decorrere dall’anno 2014 – ricorda però Aronica – dovranno essere accertati, sia da un punto di vista patrimoniale che economico, dal Tavolo di verifica degli adempimenti istituito ex articolo 12 dell’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005 e solo all’esito positivo di tali analisi le Regioni potranno effettivamente disporre di eventuali eccedenze”. La Regione, insomma, non può scegliere unitaleralmente come disporre di quelle somme.

La scure sui servizi affidati a Seus e Forestali
Il commissario, poi, boccia la norma che prevedeva l’uso per le attività sportive di disabili e autistici dei soldi risparmiati tagliando i coordinatori sanitari e amministrativi delle Asp. Per Aronica, infatti, “gli eventuali risparmi realizzati devono essere ripartiti sempre all’interno dello stesso fondo per la corresponsione di altre forme di salario accessorio sempre previste contrattualmente”. Completamente cassato, invece, l’articolo 10, che prevedeva l’affidamento a Seus di “servizi ausiliari sanitari secondari”, cioè la pulizia degli ospedali e altre mansioni: per il commissario, infatti, quei servizi non sono previsti dallo statuto di Seus e quindi sono “potenzialmente non conformi e coerenti con il piano aziendale e con le risorse umane e strumentali della società”. Aronica sottolinea anche il fatto che la decisione è stata assunta “non condizionando l’eventuale acquisizione dei servizi ausiliari sanitari secondari da parte delle strutture del servizio sanitario regionale ad un corrispettivo di importo inferiore”: insomma, non c’è neanche risparmio, almeno sulla carta. Analoga l’osservazione sull’uso dei forestali per i servizi esternalizzati da Regione, aziende ed enti pubblici: la norma, secondo il commissario, “non subordina l’utilizzazione del personale appartenente al bacino dei forestali alla preventiva verifica dei costi del servizio sinora espletato da operatori economici privati” e quindi viola la libera concorrenza.

Forestali: cassata la norma che limita i rimborsi chilometrici.
Il sesto comma dell’articolo 12, riguardante la riorganizzazione del settore forestale prevedeva un meccanismo che limitasse l’eccessiva spesa per imborsi chilometrici per gli impiegati. Secondo il Commissario Aronica, però, il legislatore ha superato i limiti entro i quali può muoversi. “Seppure nell’apprezzabile intento di ridurre e razionalizzare le spese derivanti dalle attività di manutenzione idraulico-forestale e di rimboschimento in cui sono impiegate maestranze stagionali, interviene sulla quantificazione del rimborso chilometrico da corrispondere ai lavoratori”. Un tema che può essere solo il frutto della “contrattazione collettiva e non può essere integrata e/o modificata dal legislatore regionale”.

La Serit riscuote i contributi dei consorzi di bonifica? Ma la Serit non esiste…
Il sesto comma dell’articolo 13 attribuiva alla società Serit spa il compito di riscuotere i contributi dei consorzi di bonifica. Ma il Commissario dello Stato fa notare che “la SERIT S.p.A. è stato oggetto di una procedura di cosiddetta “fusione per incorporazione inversa”, attuata in data 18 luglio 2012 ed operativa dal 1° settembre 2012, con la Società per Azioni Riscossione Sicilia. La norma in esame appare pertanto inidonea a produrre effetti in quanto affida l’attività di riscossione dei contributi consortili ad un soggetto giuridico inesistente”.

Quelle spese non chiare
La scure di Aronica, poi, si abbatte su due norme dell’articolo 17, dedicato al “rifinanziamento delle leggi di spesa”: il commissario contesta l’uso di un (presunto) risparmio sulla sanità per coprire la spesa dei contratti di formazione e la decisione di stanziare soldi per gli alluvionati di Giampilieri e quelli del Messinese di febbraio 2010. Nel primo caso, secondo Aronica i risparmi sono “eventuali e incarti” e non si capisce che tipo di debiti debbano coprire, mentre nel secondo si “amplia la platea dei soggetti destinatari dei benefici in assenza di una preventiva quantificazione dell’onere”. Insomma: manca il dettaglio dei conti.

Cancellato l’articolo sull’integrazione socio-sanitaria
Era uno dei “fiori all’occhiello” di questa Finanziaria: l’integrazione socio-sanitaria avrebbe messo, dopo anni, la Sicilia al passo del resto d’Italia. Ma il Commissario Aronica ha bocciato l’intero articolo 19, disintegrando così la norma che destinava, tra le altre cose, ai distretti sanitari parte del Fondo per le politiche sociali oltre ad altre fonti di finanziamento extraregionale. “Il finanziamento previsto dalla disposizione richiamata dall’articolo in esame – scirve però Aronica – sembra configurarsi come un vero e proprio livello ulteriore di assistenza sanitaria che la Regione Siciliana, essendo in Piano di rientro, non può garantire”. La Regione, insomma, avrebbe violato il principio secondo il quale l’amministrazione non può adottare nuovi provvedimenti, anche legislativi, che siano di ostacolo all’attuazione del piano di rientro”.

Irfis e partecipate, il commissario picchia duro
Saltano numerose norme previste dagli articoli 22, 23, 25, 26, 27, 28, 36 e 41: il commissario dello Stato contesta la decadenza dei cda delle partecipate non strategiche, la deroga alle assunzioni, il passaggio del personale delle liquidate alle altre società e l’uso dei fondi dell’Irfis per varie voci. A questo argomento LiveSicilia dedica un articolo specifico.

Quanti soldi ha l’Ircac?
Saltano anche le norme sull’Ircac: la Finanziaria, infatti, prevedeva che i soldi impegnati e non utilizzati dall’istituto dovessero essere “liberati” per creare sviluppo e occupazione e per sostenere le imprese. E se nella relazione tecnica c’è scritto che l’Ircac ha in cassa 14 milioni, “dai chiarimenti forniti a questo Ufficio – annota Aronica – non risulta certa la disponibilità di 10 milioni di euro atteso che l’Istituto Regionale per il Credito alla Cooperazione dovrà operare le dovute verifiche per il disimpegno previsto nell’articolo in questione nei tempi che non è possibile determinare stante la complessità delle singole fattispecie e l’importanza dei dati da fornire”.

Per gli ex Pip di Emergenza Palermo copertura non sicura
Aronica contesta anche le norme sugli ex-Pip di Emergenza Palermo, o almeno la parte dell’articolo 34 che prevede il sostegno nel 2015 e nel 2016 e quella che finanzia con 4 milioni le attività di quest’anno. Il commissario ritiene infatti che la copertura “non sia credibile, sufficientemente sicura ed ancorata a criteri di prudenza, affidabilità e appropriatezza”.

Saltano gli aiuti alle coppie di fatto
Aronica, inoltre, boccia le norme che estendono alle coppie di fatto tutti i benefici previsti per le famiglie sposate. Per Aronica, in particolare, non c’è copertura finanziaria e si eccede nella sovrapposizione di famiglie tradizionali e coppie di fatto. A questa parte dell’impugnativa LiveSicilia dedica un articolo specifico.

Precari, stop alle stabilizzazioni per i regionali*
Nel pacchetto riguardante i precari degli enti locali, nonostante l’impianto abbia retto, il Commissario è intervenuto con alcune “bacchettate”. Al comma 13 dell’articolo 30, ad esempio, il testo prevedeva che, fino al 2016, restassero in vigore le norme di due leggi regionali del ’93 e del ’94. Leggi che prevedevano che i concorsi pubblici siano soltanto per titoli. Una norma superata, spiega il Commissario dello Stato. Bocciata invece la stabilizzazione dei precari della Regione e la proroga di alcune categorie di lavoratori a tempo determinato (tra gli altri, quelli di Cefpas, Camera di Cammercio ed ex Asi). Il comma 7, in particolare, “dispone la proroga fino al 31 dicembre 2016 di contratti di lavoro a tempo determinato già cessati nel 2012 e come tali non più suscettibili di nuova costituzione e prosecuzione triennale”. Ma non solo: “La disposizione – scrive Aronica – inoltre travisa la “ratio” del D.L. 101/2013 e di tutta la normativa statale in materia di precariato, in quanto favorisce la formazione e il consolidamento di situazioni pregresse di lavoro a tempo determinato senza valutare preventivamente le effettive esigenze degli enti presso i quali dovrebbero essere avviate le procedure di stabilizzazione e la compatibilità finanziaria degli stessi apparendo piuttosto volta a tutelare le aspettative di una ristretta cerchia di beneficiari. La disposizione è altresì censurabile sotto il profilo della copertura finanziaria”. Cassato anche l’articolo che dispone la decorrenza del primo gennaio 2014 delle proroghe. “La decorrenza dell’eventuale proroga – scrive Aronica – è rimessa agli Enti utilizzatori del personale a tempo determinato che avranno cura di verificare la sussistenza o meno dei presupposti per ricorrere alla prosecuzione dell’utilizzo del personale precario”. Bocciata anche la previsione degli stanziamenti di 4 milioni ad integrazione delle spese per il 2014 e le proroghe degli ex Pip per il 2015 e il 2016.

No alle pensioni degli ex Asi e alle agevolazioni Irap per nuove imprese
Bocciati iinfine diversi commi dell’articolo 47. Salta il comma 7 con il quale l’Irsap è autorizzato a erogare i trattamenti pensionistici per il personale ex Asi. Cassato il comma 8 che sosituisce gli oneri per gli eserceni delle cave con un versamento “una tantum”: “Detta sostituzione – scrive Aronica – comporta un’evidente minore entrata all’erario regionale di cui peraltro non è rinvenibile nella relazione tecnica alcun criterio di determinazione in quanto quantificata ‘apoditticamente’”. Cancellato anche il comma 9 che prevedeva agevolazioni Irap per le nuove imprese, e impugnato anche il comma 10 che destinava 250 mila euro ai lavoratori ex Pirelli di Villafranca, in provincia di Messina. Via anche la norma che prevede la vendita di farmaci in confezioni monodosi per evitare l’accumulo a casa. Una norma statale, infatti, “consente i sistemi di riconfezionamento solo alle condizioni, nei limiti e con le procedure – scrive Aronica – da essa previsti. In particolare, si evidenzia come essa preveda che tali sistemi di riconfezionamento possano essere effettuati solo a favore degli assistiti in trattamento presso strutture ospedaliere e residenziali e nel rispetto delle norme di buona fabbricazione”.

* in una precedente redazione “a caldo” dell’articolo abbiamo parlato di stop alle proroghe dei regionali. Lo stop del Commissario si riferisce ad alcune categorie di lavoratori. Mentre sono stati bocciati i commi che prevedono le stabilizzazioni entro il 2016. A seguire altri aggiornamenti.


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