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Commissariamo la Sicilia

Dopo l'impugnativa, arriva l'appello degli intellettuali. La richiesta di commissariamento per la Sicilia, in queste ore, è stata diffusa sui social network. LiveSicilia pubblica il testo dell'appello firmato da Sandro Musco.

Dopo l’impugnativa, arriva l’appello degli intellettuali. La richiesta di commissariamento per la Sicilia, in queste ore, è stata diffusa sui social network. LiveSicilia pubblica il testo dell’appello firmato da Sandro Musco.

La recente impugnativa del Commissario dello Stato che ha cassato ben 33 articoli su 50 della cosiddetta “Finanziaria” e/o “Legge di stabilità” della Regione per il 2014 (strumento su cui si fonda l’intero bilancio regionale) va letta come un giudizio di condanna, preannunciato da tempo e senza appello, all’intero sistema della spesa regionale, della sua programmazione e della sua gestione. Una stratificazione di anni di incuria istituzionale che, con il Governo Crocetta, ha superato ogni immaginazione portandoci a quella che noi siciliani, a conclusione dei sacri giochi pirotecnici (‘u focu) che chiudono ogni festa che si rispetti, amiamo chiamare “masculiata finale”! E gli effetti sono ben visibili.

Eppure il Crocetta pensiero e la sua originaria maggioranza elettorale avevano professato ed annunziato tutt’altro, promettendoci risanamento del sistema Regione, riqualificazione della spesa produttiva su obiettivi strategici, rinegoziazione delle partite finanziarie con lo Stato, riduzione della spesa regionale improduttiva (costi fissi), modernizzazione amministrativa e trasparenza. Di tutto questo ad oggi è rimasto solo l’annuncio e le reiterate promesse. Su uno sfondo di antimafia di routine.

Di contro: il Presidente Crocetta non ha ancora nominato i componenti di parte regionale della Commissione Paritetica Stato/Regione che ha il compito istituzionale vincolante di definire e negoziare patti ed accordi finanziari; la nostra Regione è l’unica che non ha ancora definito in dettaglio con il Ministro per la Coesione, il siciliano Trigilia, la riprogrammazione di importanti risorse finanziarie disponibili da mesi e mesi; che non ha fatto assolutamente nulla in termini di programmazione per il nuovo quadro comunitario di spesa 2014-2020, accumulando già un imperdonabile ritardo sull’attivazione delle strategie. Falsi sono gli annunci che hanno parlato di quasi tre miliardi di tagli e risparmi sul bilancio della Regione, al di là di quelli imposti dalla legge di stabilità e dalla stabilizzazione dei precari; falsi gli annunci lanciati ai mercati nazionali ed internazionali che i “fondamentali” del sistema finanziario regionale tengono perfettamente!

Questo scenario assolutamente irresponsabile coinvolge sia l’esecutivo che il legislativo, accomunati da un silente ma esplicito patto scellerato di tenuta della propria sedia, tutti ed ognuno memori del sacro motto homo sine sedia imago mortis, uomo senza poltrona è immagine della morte, ed affatto disinteressati alla tenuta, invece, del quadro e del sistema Sicilia come tale

Il dato attuale è che ormai non regge più alcuna sedia a nessun livello e chiunque immagini di restare attaccato a qualcosa di “suo” come ad una tutela di sicurezza certa, è assolutamente fuori dal mondo: è come quello che, come amano dire i francesi, pedala accanto alla bicicletta! Privo di senno e di ogni logica.

I documenti finanziari esitati dalla Regione ed impugnati dal Commissario ne sono frutto evidente quanto dissennato.

Il fatto stesso che il Governo della Regione e l’ARS abbiano ritenuto di inviare i loro deliberati alla valutazione del Commissario, senza neppure “tutelare” i siciliani e la Sicilia, approvando il bilancio provvisorio in dodicesimi almeno per il mese di gennaio, cosa è se non un altro atto di infinita arroganza nei confronti del ruolo istituzionale del Commissario? Di fatto oggi la Regione non è in grado neppure di pagare gli stipendi e di coprire le spese fisse obbligatorie e non sa neppure sulla base di quali documenti finanziari possa varare, con assoluta urgenza, un bilancio provvisorio che copra almeno due/tre mesi del 2014! Inaudita vicenda che non ha alcun precedente nella storia dell’autonomia!

E’ veramente difficile fare peggio: direi quasi impossibile!

Il Commissario impugna (motivando in modo tecnicamente documentato ed esaustivo) articoli e commi specifici sui quali non mi soffermo essendo filtrata su questi aspetti ampia informativa grazie ai media a più livelli.

Ma il dato di assoluto e dirompente rilievo e di inedita durezza, è che il Commissario ha pesantemente impugnato l’intero sistema delle entrate che la Regione mette a garanzia del suo bilancio cui si aggiunge la assoluta esigenza di tagli per almeno 600 milioni di euro!

La Regione, anche gonfiando i residui attivi (somme disponibili e non impegnate) ed ipotizzando indefinibili entrate (che in larga misura non tengono neanche conto della attuale crisi finanziaria, del crollo dei fatturati e della caduta verticale delle entrate fiscali) “inventa” coperture prive di ogni fondamento su cui graverebbero uscite non meno fantasiose; ma “inventa” pure, in modo autocratico e senza documentazione alcuna, la cancellazione di buona parte di residui passivi (= debiti verso terzi) vecchi e nuovi, in modo da diminuire, con evidenti falsi, impegni passivi, appunto, che in realtà sono tutti vivi e vegeti e, comunque, da verificare caso per caso in modo rigoroso ed oggettivo.

Il Commissario, quindi, (non trattandosi di una azienda privata, nel qual caso avrebbe dovuto mandare le carte alla procura della repubblica), ha dovuto bocciare ed impugnare l’intera manovra affermando in simultanea che la Regione, anche laddove avesse coperture specifiche, prima di effettuare ogni spesa che non sia obbligatoria e vincolante, deve coprire i debiti e gli impegni assunti ed i suoi buchi di bilancio, diretti ed indiretti: siamo di fatto e di diritto di fronte ad un coraggioso e inusitato commissariamento della spesa.

A questo commissariamento, a mio parere, deve seguire l’immediato commissariamento da parte dello Stato dell’intero sistema-Regione con la nomina, come previsto dal nostro statuto, di tre commissari che, per almeno due anni, gestiscano e riordinino l’istituzione regione per poi tornare al libero esercizio democratico del voto. Esattamente come si fa con i Comuni e/o con le aziende in crisi. Da queste pagine mi permetto di lanciare questa proposta che non è contro nessuno ma solo in favore della Sicilia e dei siciliani: ne faccio appello agli intellettuali, agli uomini delle istituzioni locali, agli imprenditori, alla gente comune che soffre e lavora, agli operatori sociali e del terzo settore, al mondo sindacale e dell’associazionismo di base, alle grandi realtà universitarie, ai giovani ed ai pensionati ed a chiunque abbia a cuore la nostra terra ed a quanto di valido ancora possa esistere delle nostre istituzioni autonomiste.

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