La Cgil: "Si pensa ai manager | E si dimenticano i cittadini" - Live Sicilia

La Cgil: “Si pensa ai manager | E si dimenticano i cittadini”

Il responsabile della Cgil Medici, Renato Costa

Renato Costa, responsabile del comparto per il sindacato: "Da tempo le uniche discussioni sulla Sanità riguardano i nomi dei possibili futuri direttori generali Peccato che da tale dibattito manchi qualsiasi attenzione bisogni di salute dei pazienti".

Sanità. La lettera
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PALERMOLa Sanità siciliana al centro di polemiche, dubbi, inefficienze e un’imminente rinnovamento ai vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere. Su questi temi dice la sua il responsabile della Cgil Medici, Renato Costa. Riceviamo e pubblichiamo la sua lettera.

“Da qualche mese assistiamo ad un dibattito surreale, a volte esilarante e anche divertente se non si trattasse di una problematica estremamente seria quale la salute dei cittadini siciliani.

Infatti le uniche discussioni relative alla delicata tematica riguardano i nomi dei possibili futuri direttori generali delle aziende sanitarie, di cui, con dovizia di particolari, ne vengono tracciati i connotati, le caratteristiche necessarie, le eventuali appartenenze, le indiscusse capacità ecc. Peccato che da tale serrato dibattito manchi completamente qualsiasi attenzione alle necessità e ai bisogni di salute dei pazienti completamenti esclusi dalle scelte in atto.

E poco importa se la Sicilia sia il fanalino di coda della sanità nazionale, se i nostri pronto soccorso restino inaccessibili, se le liste d’attesa sono lunghissime, se la spesa farmaceutica è fuori controllo, se la regione non abbia un piano sanitario e,dulcis in fundo, se gli unici dati epidemiologici siano ricavati dai dati ISTAT dei decessi, o , nel nei casi più fortunati, dalle schede di dimissione ospedaliera. E lo stato di salute dei cittadini non deceduti e non ricoverati chi lo conosce?

E quando è stata fatta un’analisi dei bisogni sanitari della popolazione? Un recentissimo rapporto OASI ci dice che senza investimenti il sistema sanitario nazionale è a rischio, e che in questo quadro disastroso la regione Sicilia già oggi non riesce nemmeno a garantire il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza.

Interessa a qualcuno spostare il dibattito su questi temi? Può esistere la speranza che , anziché parlare di poltrone, si cominci a parlare di bisogni? Recentemente in un incontro di contrattazione sindacale con l’area medica è stato sottoposta l’ipotesi di rimodulazione della rete ospedaliera al fine di adeguarci ai nuovi parametri del cosi detto decreto “Balduzzi”, che prevede un ulteriore taglio dei posti letto. Giustissimo! Ma a nessuno è venuto in mente di leggerlo per esteso e di scoprire che l’articolo 1 testualmente recita:

“Le regioni definiscono l’organizzazione dei servizi territoriali di assistenza primaria promuovendo l’integrazione con il sociale, anche con riferimento all’assistenza domiciliare, e i servizi ospedalieri, al fine di migliorare il livello di efficienza e di capacità di presa in carico dei cittadini, secondo modalità operative che prevedono forme organizzative monoprofessionali, denominate aggregazioni funzionali territoriali…” evidentemente no , visto che la nostra regione continua, spudoratamente, a non avere organizzato la medicina del territorio, i PTA, l’assistenza domiciliare integrata, i percorsi assistenziali territoriali,la casa della salute e quant’altro.

A meno che il problema lo ritengano risolto perché, a giudicare dal numero di inaugurazioni e tagli di nastri colorati, si sono convinti di avere assolto il loro compito. Credo sia arrivata l’ora di dire basta, ritengo indispensabile e non rimandabile l’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori ( governo regionale, parlamento regionale, sindacati,operatori,società scientifiche e associazione dei cittadini) per affrontare il tema con la serietà necessaria al fine di evitare l’inevitabile disastro oramai imminente.

Ancora una volta, tristemente, mi torna alla memoria Arnfrid Astel che diceva: Io scrivo. Ma quello contro cui scrivo. non sa leggere”.


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