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Roma dà una mano alla Sicilia | Bianchi: “Ecco come faremo”

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che potrebbe sbloccare i conti della Regione. Il governo, con una norma da approvare a Sala d'Ercole, anticiperà al 2014 l'avvio di una sorta di piano di rientro del debito, che avrà una durata di 11 anni. L'assessore all'Economia: "Entro quindici giorni la nuova manovra sarà pronta".

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PALERMO – Il governo di Roma ha fornito l’occasione. Quello siciliano l’ha colta al volo. Così potrebbero essere sbloccate molte delle somme “vincolate” dopo l’impugnativa del Commissario dello Stato. E garantire, così, quelle migliaia di siciliani che sono piombati in un vero e proprio tunnel di paura e incertezza, dopo la cancellazione dei fondi che avrebbero garantito i loro stipendi.

Così, dopo la decisione del Consiglio dei ministri di oggi, l’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi può tirare un sospiro di sollievo: “Siamo riusciti – spiega – grazie alla collaborazione con Palazzo Chigi, a trasformare un problema regionale in una soluzione nazionale”. Al di là della sintetica rappresentazione dell’assessore, c’è molta sostanza. Il decreto legislativo discusso oggi in Consiglio dei ministri, di fatto, consente di dare il via a una vero e proprio “piano di rientro” dei crediti inesigibili. I cosiddetti “residui attivi”.

Il Consiglio ha approvato, – si legge in una nota di Palazzo Chigi – su proposta dei Ministri dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione, Gianpiero D’Alia, e per gli Affari regionali e le Autonomie locali, Graziano Delrio, uno schema di decreto legislativo correttivo e integrativo del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, concernente Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi. Il decreto – prosegue la nota – costituisce la più ampia e organica riforma, di contabilità degli enti territoriali mai realizzata in Italia, diretta a garantire la qualità e l’efficacia del monitoraggio e del consolidamento dei conti pubblici ed a superare l’incapacità del vigente sistema contabile di dare rappresentazione ai reali fatti economici (ad esempio misurare i debiti commerciali)”. In particolare, spiega Palazzo Chigi, il decreto individua regole uniformi nell’analisi dei conti, consente l’adozione di comuni schemi di bilancio anche attraverso l’uso di indicatori semplici e misurabili. Ma soprattutto – ed è questo il nodo che interessa maggiormente alla Regione Sicilia – apre la possibilità, per le Regioni, di cancellare dal bilancio quelle somme che “drogano” i conti. Perché inseriti come “entrate” in molti casi impossibili da incassare. E la cancellazione di queste somme virtuali potrà avvenire attraverso un vero e proprio piano di rientro decennale, che partirà dal 2015. Ma per la Sicilia, come detto, potrebbe avviarsi ancora prima.

“Con una norma regionale – spiega infatti Bianchi – potremo anticipare di un anno l’avvio del piano di rientro. Che per noi, quindi, avrà la lunghezza di undici e non di dieci anni”. Un meccanismo dagli effetti virtuosi immediati. “Innanzitutto – prosegue Bianchi – dovremo quantificare l’effettiva entità dei crediti inesigibili. A quel punto, avvieremo questa sorta di ‘rateizzazione’. Al momento non possiamo calcolare il contributo che annualmente dobbiamo destinare al Fondo, ma certamente è inferiore agli oltre 550 milioni attualmente vincolati lì”. Il Fondo di cui parla Bianchi è il fondo per i residui attivi. Vero teatro dello scontro col Commissario dello Stato. Un Fondo nel quale sono confluite tutte le somme legate alle voci della Finanziaria impugnate dal Commissario. Se, giusto per fare un esempio, i crediti ammontassero a poco più di un miliardo di euro, la rateizzazione consentirebbe di tenere nel Fondo circa 100 milioni di euro. Sbloccando così i restanti 450 milioni. Che a quel punto potrebbero essere utilizzati per garantire i lavoratori “cancellati” dal bilancio regionale dopo l’intervento di Aronica.

“Voglio precisare – prosegue però Bianchi – che l’intervento del Cdm non è fatto apposta per la Sicilia, ma riguarda tutte le Regioni italiane. Certamente, però, ci consentirà di lavorare serenamente al ‘secondo tempo’ della Finanziaria”. In realtà si tratterà di una vera e proprio Finanziaria-bis. Un disegno di legge che conterrà tra i primi articoli proprio il riferimento al decreto legislativo nazionale. Un ddl che dovrà ovviamente passare da Sala d’Ercole. Quasi certamente, le somme sbloccate però non saranno identiche a quelle inizialmente stanziate in Finanziaria. Così, se molte voci potranno essere coperte, ad altre si potrebbe rinunciare. “Vedremo – dice Bianchi – ovviamente se ne discuterà in Parlamento. Ma le possibilità sono diverse. Si potrebbe operare una riduzione proporzionale a tutti i capitoli di spesa recuperati, o privilegiare alcune voci, come quelle riguardanti il personale e gli stipendi. Questo si discuterà nei prossimi giorni. Ma sono ottimista: sono convinto che questa strada non possa presentare ostacoli anche in sede di analisi del Commissario dello Stato. Ed entro quindici giorni, la nuova manovra potrà vedere la luce, dando certezze a migliaia di siciliani”.


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