"Sanatoria, premia gli abusi"| M5s: "Orlando si vergogni" - Live Sicilia

“Sanatoria, premia gli abusi”| M5s: “Orlando si vergogni”

E' bagarre su un ordine del giorno approvato in consiglio comunale che segnala l'esistenza di un parere del Cga sul terzo condono edilizio. La Spallitta: "Si mandino le carte in Procura". Mangano e La Commare: "La Spallitta si dimetta".

la spallitta contro la sua maggioranza
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PALERMO – “A Palermo il governo di centrosinistra, unico caso in Italia, ritiene di premiare gli atti illeciti e abusi edilizi. Ritengo grave che argomenti così delicati e complessi possano essere trattati da soggetti incompetenti in materia in pochi minuti”. Nel capoluogo siciliano scoppia la guerra della presunta sanatoria. A pronunciare le infuocate parole contro la maggioranza di Sala delle Lapidi, però, non è un esponente delle opposizioni ma proprio un autorevole esponente del Mov139, ovvero il vicepresidente di Sala delle Lapidi Nadia Spallitta che minaccia di inviare tutto alla Procura per scoprire illeciti interessi.

Vicepresidente assai sensibile ai temi dell’urbanistica, ma che oggi ha dato letteralmente fuoco alle polveri dopo l’approvazione in Aula di un ordine del giorno proposto dalla commissione Urbanistica e votato anche dai suoi compagni di partito. Si tratta, in poche parole, dell’invito rivolto all’amministrazione e quindi agli uffici a valutare un parere espresso dal Cga a sezioni riunite nel dicembre del 2012 in seguito a un ricorso presentato a Milazzo. Il parere prescrive che un Comune, prima di concedere il condono a un abuso edilizio con vincolo relativo, chieda un nulla osta all’ente che ha emesso il vincolo che potrà concederlo o meno, così da evitare possibili ricorsi e danni al Comune. Un ordine del giorno, per l’appunto, che però ha scatenato il putiferio.

“Il consiglio comunale ha adottato un ordine del giorno in una materia, in cui non ha alcuna competenza con il quale, senza avere giuridicamente i poteri, invita l’amministrazione ad estendere l’applicazione a tutte le istanze di sanatoria presentate al Comune (circa 60 mila) – scrive la Spallitta – mentre nel resto di Italia non sono sanabili gli abusi edilizi commessi su immobili, sottoposti a vincolo paesaggistico o idrogeologico, e anzi rappresentano un reato, a Palermo, in virtù di questo ordine del giorno, il consiglio generalizza il condono su immobili abusivi e costruzioni su aree vincolate, estendendo la portata, a mio avviso arbitraria, di un atto limitato a un caso concreto”. Per la Spallitta si tratta di “una scelta politica aberrante, cieca e insensibile alla necessità di valorizzare i nostri paesaggistici e culturali, che , di fatto, finisce con l’essere l’ennesimo incentivo per chi commette illeciti a danno di una collettività, depauperata di beni di interesse comune quali quelli paesaggistici o idrogeologici. Ho già chiesto – aggiunge- di trasmettere tutti gli atti alla Procura della Repubblica per capire chi in concreto potrebbe avvantaggiarsi di questo ordine del giorno e ritengo grave che argomenti così delicati e complessi possano essere trattati da soggetti incompetenti in materia in pochi minuti, senza dibattito senza il parere di uffici, senza una verifica della portata e degli effetti, a mio avviso devastanti, che l’atto potrà avere sul nostro territorio. Ritengo inaccettabile votare con tanta fretta, quasi in sordina, all’interno di atti poco pertinenti (una mozione sugli impianti fotovoltaici) e auspico che il sindaco prenda le distanze da questo anomalo, irrituale e inammissibile provvedimento, che non ha nessuna valenza giuridica, tra l’altro, e tuteli con scelte di rigorosa osservanza della legge nazionale il territorio cittadino dando anche l’esempio agli altri comuni siciliani”.

Una filippica che riporta argomentazioni simili a quelle del presidente della Quarta commissione all’Ars, Giampiero Trizzino, che ha anche scritto una lettera al sindaco Leoluca Orlando. “E quello che temevamo – afferma Trizzino in una nota – e che abbiamo tentato in tutti i modi di evitare. Dire che allucinante è dir poco. Con atti del genere non si fa altro che incentivare l’abuso e l’illegalità, senza che Orlando abbia mosso un dito per evitarlo. Anzi, della cosa è parte integrante, visto che l’odg, approvato da pochi intimi, quasi all’ultimo minuto e senza discussione, è stato proposto da esponenti del Mov. 139. Si vergogni”.

E dire che dell’ordine del giorno i capigruppo ne avevano parlato perfino con il sindaco a villa Niscemi, dopo che l’atto era stato rinviato di una settimana per consentire gli approfondimenti richiesti. Il primo cittadino si era detto anche favorevole all’ordine del giorno, ma la presa di posizione dell’esponente orlandiano ha scatenato un putiferio.

“Dal punto di vista tecnico, la Spallitta non è competente – dice il capogruppo del Mov139 Aurelio Scavone – lo è invece Alberto Mangano, che è architetto e presidente della commissione Urbanistica. Lei è certamente, ancor di più, meno competente del Cga che a camere riunite ha emesso la sentenza la cui applicazione è obbligatoria. Altrimenti il Comune potrebbe essere costretto a dei risarcimenti. Inoltre la consigliera era assente in Aula durante la votazione. Il Cga non dice di autorizzare le sanatorie così come sono, ma rinvia il parere agli uffici che hanno posto i vincoli in discussione. Quindi non c’è nessuna approvazione del consiglio di atti in difformità alle norme o in contrasto con la volontà più volte manifestata dal nostro gruppo consiliare di tutelare l’ambiente. Stante così le cose, mi ritrovo costretto a dissentire completamente dalle affermazioni della consigliera Spallitta, la quale farebbe bene a non creare inutili allarmismi in una città e in un periodo storico dove l’allarme è ormai sistema. Spero che non ci sia malafede in queste sue affermazioni, ma solo ignoranza”.

“La consigliera Spallitta rilascia dichiarazioni offensive nei confronti di chiunque non la pensi come lei – replicano Mangano e il vice capgruppo del Mov139 Pierpaolo La Commare – provando a dimostrare tesi avventuriste, non riportando il contenuto e il senso reale dell’ordine del giorno approvato. Colpisce la sintonia con analoghi comunicati di provenienza grillina. Abbia il coraggio delle sue azioni e coerentemente si dimetta da vicepresidente del consiglio . Secondo le sue dichiarazioni farneticanti è implicito che anche i Giudici amministrativi che hanno reso quel parere ne avrebbero tratto un qualche vantaggio. Polemica a parte, mi interessa rilevare come la materia del condono edilizio abbia dato luogo in passato a procedure che hanno determinato spesso contenziosi che hanno visto, troppo frequentemente, soccombere l’amministrazione con evidente danno erariale. L’ordine del giorno invita l’amministrazione a valutarne l’applicabilità, tenuto conto che un vincolo di inedificabilità “assoluta” non potrà mai dare luogo a qualsivoglia sanatoria. Ma questo dato la consigliera non solo lo omette, ma fa credere esattamente il contrario. Inoltre ignora che i vincoli sono di natura diversa rispetto ai quali solo l’ente che lo ha apposto può determinarsi. Altrimenti dovrebbe spiegare la consigliera perché si richiedono i pareri per le nuove costruzioni, o per qualunque altro intervento, in aree sottoposte a vincolo alle Sovrintendenze che li rendono, con o senza prescrizioni, o li negano. Di che cosa ha paura la consigliera Spallitta? Forse che ci possa essere meno lavoro per gli avvocati?”.

“L’ordine del giorno approvato – dice Giulio Tantillo, componente della commissione Urbanistica e capogruppo di Forza Italia – è un atto corretto, non avrà influenza diretta perché è solo un invito al sindaco a valutare la sentenza del Cga. La polemica è strumentale e assurda. La collega Spallitta ha chiesto al sindaco, durante la capigruppo a Villa Niscemi, dieci giorni di tempo per approfondimenti. Credo che il sindaco possa darle anche un mese, non c’è premura: hanno acceso una miccia in un prato bagnato. Fa solo fumo”.

“Premesso che il diritto non è scienza esatta – dicono i consiglieri di Leva democratica Sandro Leonardi e Orazio La Corte – il parere del Cga al quale fa riferimento l’ordine del giorno, approvato ieri in consiglio comunale, esiste e non può essere ignorato; la palla era ed è della regione per una soluzione generale; il comune poteva dunque attendere che i singoli utenti presentassero le domande di rivisitazione delle istanze poiché il parere del cga vale solo per chi lo ha chiesto. Come è evidente era una questione tecnico-amministrativa che poteva e doveva coinvolgere esclusivamente gli uffici ed essere risolta dall’amministrazione con una conferenza di servizi, senza alcun passaggio politico. Leva democratica si è opposta cercando di far mancare il numero in aula, dopo aver espresso la propria posizione al sindaco ed alle altre forze politiche in conferenza dei capigruppo. Si è voluta fare una forzatura facendo passare dal consiglio comunale una decisione che altrove avrebbe trovato più corretta soluzione. E’ ora che questo consiglio cominci a dibattere i veri temi esiziali che attanagliano la città: le tasse e le risorse, le aziende ed i servizi, il personale e su questi temi si divida pure ma faccia il suo dovere fino in fondo per dettare le regole, proporre soluzioni forti di cambiamento alla comunità cittadina”.

LA CONTROREPLICA DELLA SPALLITTA
“Le mie tesi, considerate avventuristiche e farneticanti dai consiglieri Mangano e La Commare, sono condivise dai massimi organismi di giustizia e sostenute dalla Corte costituzionale con numerose sentenze (e da ultimo n.75/2005, 290/2009), da un orientamento consolidato della Suprema Corte di Cassazione sez.Penale( si veda Cas.sez. pen. n°48956/2004, n°2467/2009), dal Tar Sicilia (ad esm. Tar CT 166/07) e rappresentano pacifica espressione di principi dell’ordinamento giuridico”. Lo dice il Vice Presidente Vicario del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta. “Ritengo che a dimettersi- aggiunge- debbano essere coloro che eletti nelle fila della sinistra a tutela di valori ambientali e paesaggistici, invece, di contrastare gli abusi edilizi, ne propongono e ne votano la sanatoria con un’operazione, che è unica in tutta Italia, perchè solo a Palermo, rispetto all’intero territorio nazionale, si propone la sanabilità di illeciti edilizi realizzati su immobili e aree sottoposte a vincolo paeseggistico, ambientale e idrogeologico. In un territorio già compromesso dall’abusivismo e dalla cementificazione, esponenti del centrosinistra avrebbero dovuto ostacolare e non proporre l’estensione della sanatoria”. “Non comprendo – prosegue- il riferimento ai giudici amministrativi, che hanno espresso un parere, per un caso specifico, su cui non entro nel merito, perchè la mia è una posizione politica di contrasto alle scelte del Consiglio comunale, che non condivido affatto, anche perchè ritengo che il Consiglio comunale non abbia competenza in materia. Ritengo, altresì, chiarire che in tutta Italia l’insanabilità è assoluta, sia in materia di vincoli assoluti che relativi, pur in presenza di pareri favorevoli. La scelta del legislatore è stata chiara: su aree vincolate a prescindere dalla presenza di pareri favorevoli e dalla natura dei vincoli relativi o assoluti, non si deve costruire e non si può sanare”.”Questa stessa scelta – sottolinea- mi aspettavo fosse naturale all’interno di un governo di sinistra. Non intendo creaere allarmismi, ma è indubbio che si creeranno posizioni di contrasto, laddove l’amministrazione dovesse applicare il princio della sanabilità di abusi edilizi in aree vincolate, acquisendo altresì gli oneri accessori, rispetto alla posizione dei giudici penali che non solo non terranno conto di un odg, che non ha alcuna valenza giuridica, ma hanno l’obbligo di applicare la legge dello Stato, per cui il cittadino potrebbe subire il procedimento penale con possibili sanzioni di ripristino dello stato dei luoghi.”. “Infine, mentre le mie dichiarazioni riguardano comportamenti generali e non personalizzo, perchè la mia è una considerazione politica, altri personalizzano e offendono per mancanza di argomenti veri di contrasto alle mie posizioni: Attaccando la mia persona dimostrano la loro debolezza e l’incapacità di sostenere le proprie scellte. Non mi preoccupa minimamente lo spauracchio, che sistematicamente viene ventilato di sfiducia o dimissioni da un ruolo che nulla a che vedere con le questioni di cui stiamo parlando”. “Solo per completezza, infine, ricordo che illustri avvocati dell’ufficio legale della Presidenza della Regione dal 2004 ad oggi si sono sistematicamente espressi per l’applicazione integrale della legge nazionale sul condono numero 626 del 2003, senza deroghe o eccezioni per la Sicilia ( da ultimo parere del 22 novembre 2004/05) sfociati in direttive dell’assessorato territorio (da ultimo circolare n.795 del 14/01/2013, successiva al parere del Cga). Per questo anche da questo punto di vista, ritengo strumentale la preoccupazione dichiarata, a supporto dell’atto. Fino ad oggi non risultano sentenze del Tar che abbiano applicato l’estensione contenuta nell’Odg”.

LA NOTA DI MANGANO
“La stampa cittadina ha riportato con molta enfasi la notizia che il comune di Palermo si appresterebbe a varare una nuova sanatoria edilizia a seguito dell’approvazione da parte del Consiglio Comunale di un ordine del giorno che si limita a chiedere all’amministrazione di valutare l’applicabilità, in sede di esame delle istanze di sanatoria degli abusi edilizi ai sensi della legge 326/2003 (ultimo condono fiscale), di un parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa a sezioni riunite, richiesto dall’Ufficio legislativo e legale della Presidenza della Regione, del 31 gennaio 2012. La stampa ha dato ampio risalto ad un comunicato, diffuso attraverso le agenzie, del consigliere comunale Nadia Spallitta, riportando e interpretando il contenuto dello stesso e traendo conclusioni che possono essere solo il frutto di un processo alle intenzioni che non ha nulla a che vedere con le motivazioni che hanno indotto la Commissione a predisporre l’ordine del giorno. Occorre precisare che l’oggetto riguarderebbe solo il condono del 2003 e non quelli precedenti, per il quale sono giacenti circa 15000 domande. Inoltre riguarderebbe non già la valutazione di ammissibilità del condono ma esclusivamente la valutazione/parere sulla compatibilità con i vincoli esistenti che verrebbe demandata all’organo che ha apposto il vincolo. Sollevare il problema che si possano sanare opere non sanabili, alla luce dei vincoli esistenti, equivale a dire che gli organi che pure hanno apposto i vincoli non sarebbero capaci di determinarsi. E allora perchè prima di concedere un’autorizzazione si richiede il rilascio del nulla osta agli stessi organi titolari del vincolo? il consigliere Spallitta dovrebbe essere più cauta nelle sue argomentazioni e non adombrare cose che non sono. La materia del condono edilizio ha dato luogo in passato a procedure che hanno determinato spesso contenziosi che hanno visto troppo frequentemente soccombere l’amministrazione, con l’aggravio del danno erariale. L’ordine del giorno si limita ad invitare l’amministrazione a valutare la portata del suddetto parere al fine di evitare l’insorgere di un contenzioso che non fa bene nè all’amministrazione nè ai cittadini coinvolti. E’ un principio sbagliato? Credo proprio di no. Ritengo sia un corretto modo di intendere la funzione di una pubblica amministrazione che non può dar conto a posizioni di natura ideologica ma deve operare nel rispetto della giurisdizione. Il modo come il consigliere Spallitta sta conducendo questa polemica determina un caso politico che voglio sperare venga chiarito , altrimenti sarò io a trarne le conseguenti determinazioni”. Lo afferma in una nota Alberto Mangano (Mov 139), Presidente della Commissione Urbanista al Comune di Palermo in merito alle dichiarazioni del consigliere Nadia Spallitta.

Dopo un odg approvato dal Consiglio comunale che, a seguito di recente decisione del consiglio di  giustizia amministrativa, invita l’amministrazione comunale a valutare la possibilità di ammettere a sanatoria eventuali abusi edilizi ricadenti nelle aree sottoposte a vincolo di relativa inedificabilità il sindaco di Palermo Leoluca Orlando “a seguito dell’invito del consiglio comunale, ha trasmesso –  prima di ogni determinazione di competenza – doverosamente gli atti all’ufficio legale del Comune al fine di valutare la compatibilità legale di quanto proposto con riferimento alla vigente normativa regionale e nazionale ,in materia amministrativa e penale”


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