Le spese "pazze" dell'Ars | Fiorenza e Marrocco non vanno - Live Sicilia

Le spese “pazze” dell’Ars | Fiorenza e Marrocco non vanno

Gli ex capigruppo di Fli e Misto hanno fatto sapere, tramite i loro avvocati, che preferiscono avvalersi della facoltà di non rispondere. Una strategia precisa e opposta a quelli degli altri politici finora interrogati dai pm di Palermo.

PALERMO – Livio Marrocco e Dino Fiorenza al Palazzo di giustizia non ci hanno messo proprio piede. Gli ex capigruppo di Fli e Misto hanno fatto sapere, tramite i loro avvocati, che, in questa fase, preferiscono avvalersi della facoltà di non rispondere. In sostanza, aspettano di conoscere nel merito tutte le accuse che vengono loro contestate. Poi, assieme agli avvocati Francesco Crescimanno e Massimo Motisi decideranno cosa fare.

Una strategia precisa che va in direzione opposta alla scelta, seppure con metodi diversi, degli altri tre capigruppo finora ascoltati dai pubblici ministeri che coordinano l’inchiesta sulle spese folli dell’Ars.

Francesco Musotto, seppure avvalendosi della facoltà di non rispondere, aveva reso dichiarazioni spontanee per spiegare che lui i soldi del gruppo Mpa li ha sempre e solo utilizzati per fare politica.

Innocenzo Leontini, del Pdl, invece, aveva deciso di rispondere: “Sono stato definito il ‘capofila della spesa’ ma ero solo il capogruppo e mi sono limitato a gestire e a mantenere le normali attività di un gruppo parlamentare”.

Così come aveva risposto Rudy Maira, ex capogruppo di Udc e Pid. “Col senno di poi posso dire che abbiamo esagerato”, aveva ammesso, puntualizzando, però, che “non ci sono ‘Fiorito’ tra di noi. Sono convinto di avere rispettato tutte le norme dettate dall’assemblea regionale siciliana”.

Tutti e tre avevano fatto riferimento ad una sorta di “opportunità politica” per giustificare la decisione di presentarsi davanti ai pm Maurizio Agnello, Luca Battineri e Sergio Demontis. Le loro dichiarazioni, però, in alcuni passaggi sembrerebbero non avere “soddisfatto” gli inquirenti. Anzi, avrebbero finito per convincere chi indaga della bontà del lavoro fin qui svolo.

Si potrebbe dire che la decisione di Marrocco e Fiorenza risponde, solo ed esclusivamente, ad una strategia processuale. Insomma, la politica per il momento è stata messa da parte. Meglio avere, innanzitutto, il quadro completo delle contestazioni che si avrà quando gli indagati riceveranno l’avviso di conclusione delle indagini con il contestuale deposito di tutto il materiale probatorio raccolto dai pubblici ministeri coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci.

C’è da aspettarsi che nelle informative del Nucleo tutela spesa pubblica della Finanza ci sia più di quanto contenuto negli inviti a comparire spediti ai tredici capigruppo finiti sotto inchiesta insieme alla quasi totalità dei parlamentari regionali della scorsa legislatura.

 

 


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