Gazebo, controlli a tappeto| Polemica fra le associazioni - Live Sicilia

Gazebo, controlli a tappeto| Polemica fra le associazioni

I caschi bianchi hanno effettuato 39 verifiche: in 18 si erano messi in regola, per 21 invece scatta la sanzione da 468 euro e la chiusura di cinque giorni. E' lite tra le associazioni di categoria su dehors e legalità.

PALERMO – Tempi duri per i titolari dei gazebo. Da quando è scaduta la proroga lo scorso anno, infatti, tutti coloro a cui era scaduta l’autorizzazione e che non avevano ancora smontato erano a rischio multa: in 41, per la precisione, secondo gli elenchi forniti dal Suap alla Polizia municipale.

I caschi bianchi, in queste ultime tre settimane, hanno provveduto a passarne in rassegna 39 e il bilancio non è dei migliori: in 18 infatti si erano messi in regola, dismettendo le strutture, mentre per 21 sono scattate le sanzioni. Si tratta di una multa da 468 euro, chiusura per cinque giorni (che deve essere ufficializzata dal Suap) e ripristino dei luoghi ma, per chi aveva una autorizzazione e poi è scaduta, si evita il sequestro del gazebo e la denuncia penale, con conseguente processo, stando a quanto deciso dal magistrato nel caso de La Braciera.

Via Dogali ha così sguinzagliato il Nucleo controllo delle attività produttive (Caep): alcune volte i vigili hanno trovato i commercianti già intenti a smontare, altre volte no. E così sono scattate le multe. In due casi si tratta di gazebo del tutto abusivi (in via Principe di Belmonte), per i quali ci sarà anche la denuncia. I gazebo ancora non dismessi sono invece quelli di Pizza e pizzo in via XII gennaio, Altri tempi di via Sammartino, Le Volte di via Agrigento, Biondo di via Carducci, Baretto di via XX settembre, Vinile di via Selinunte, La Braciera di via San Lorenzo, Il Marchese di via Marchese Ugo, Lord Green di via Parisi, Moving cafè di via Petrarca, Marsicano di via Solarino, Bristol di via Miraglia, Molinelli di piazza Diodoro Siculo, Burro e Matranga di viale del Fante, Immagine 007 di piazza Castelnuovo, Basquiat di piazza Sant’Oliva, Genzardi di piazza Lolli, il chiosco di piazza Indipendenza vicino Porta Nuova. I controlli continueranno anche nei prossimi giorni.

“Mi complimento con il comandante della Polizia Municipale, Vincenzo Messina, e la sua squadra per l’ottimo lavoro svolto nei controlli sui gazebo – dice Roberto Helg, Presidente di Confcommercio Palermo – da oltre 10 anni Confcommercio Palermo si batte per il rispetto della legalità a 360°, lotta contro il racket e l’usura, contro l’abusivismo e tutte le attività illegali. Non possiamo accettare – continua Helg – come forse pensano alcuni presidenti di altre associazioni di categoria cittadine, che i gazebo possano essere esclusi dal rispetto di queste regole fondamentali”.

“Invito tutti – conclude Helg – Amministrazione e Consiglio comunale, a fare proseguire l’attività della Polizia Municipale e successivamente trovare il giusto decoro all’attività della categoria in una logica che ci proietti in una dimensione europea”. Una stoccata, neanche tanto velata, a quelle associazioni di categoria che hanno partecipato giovedì all’incontro con l’assessore Marco Di Marco sui dehors, in cui per l’appunto Confcommercio non era presente. Già due giorni fa Helg aveva tuonato per lo sgarbo istituzionale e oggi ha rincarato la dose, puntando il dito contro le altre associazioni, a testimonianza di una tensione tutta interna al mondo dei commercianti.

“Confindustria è per le regole, se la Municipale trova soggetti non in regola deve sanzionarli – dice Alessandro Albanese di Confindustria – ma non possiamo perdere ancora tempo, il problema va risolto. Sicuramente il presidente Helg non si riferiva a noi, ma nell’incontro non si è parlato di elusione delle regole ma di trovare una soluzione per il giusto regolamento”.

“Mi sento colpito come persona e come presidente della mia categoria – dice Nunzio Reina di Confartigianato – sulla legalità non transigiamo, sentirmi dire queste cose offendono la mia persona e il mio impegno per la legalità in questa città. Non difendo gli illegali, ma chi aveva fatto richiesta di autorizzazione e non gli è stata data. Una contrattazione deve portare a casa risultati per le imprese e i lavoratori, ma non accetto da nessuno lezioni di legalità”.

“Noi – dice Mario Attinasi di Confesercenti – non accettiamo lezioni di legalità da parte di nessuno, con l’assessore ci siamo detti che prima di tutto deve venire il rispetto della legalità e del regolamento. Il problema è che il regolamento tarda ad arrivare e i commercianti non possono aspettare i tempi della politica, questo è il tema. Se un’associazione ha preferito restare fuori, allora forse bisogna superare certe logiche: l’importante è fare in fretta. Certe cose vanno chiarite non tramite media, ma tra associazioni. Sui grandi temi dobbiamo essere tutti uniti, senza fare demagogia”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI