"I partiti ci hanno massacrato | Lupo? Sta con Genovese..." - Live Sicilia

“I partiti ci hanno massacrato | Lupo? Sta con Genovese…”

L'assessore, a poche ore dall'elezione del nuovo segretario democratico: "La scelta di Raciti non è il frutto di giochi di palazzo. Il segretario uscente non è affatto solo. Lo sostengono aree del Pd che conosciamo bene. La maggioranza finora non ha fatto che attaccare gli assessori tecnici. Ma abbiamo fatto buone cose".

Nelli Scilabra
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PALERMO – “Questa maggioranza non ha fatto altro che attaccare noi assessori tecnici. Il mio partito? Con Raciti finalmente si potrà cambiare rotta”. L’assessore Nelli Scilabra tira un attimo il fiato. “Da quando mi sono insediata non ho fatto altro che gestire emergenze”. E ha il tempo di guardare un attimo fuori dall’assessorato di competenza. “Quella di Raciti non è una nomina ‘a tavolino’. E Lupo…”.

Assessore, a dire il vero la scelta del Pd di puntare su Raciti ha finito per avvicinare aree del partito tradizionalmente ostili. All’improvviso, si sono trovati tutti d’accordo. Non è questa la classica operazione “a tavolino”?
“Io non la penso affatto così. Anzi, ritengo che questa volta il mio partito abbia dimostrato buon senso. Conosco Raciti da tanti anni. E la scelta, finalmente, di puntare su un giovane, tra l’altro molto capace, non può che essere vista con entusiasmo”.

Già. Però a sostenerlo ecco Crisafulli, renziani, Cracolici. Questa operazione, paradossalmente, ha finito per far apparire il segretario uscente come l’unico candidato “contro”, fuori dagli accordi di Palazzo.
“A me non sembra che Lupo sia rimasto così solo. In fondo, è pur sempre sostenuto da pezzi di partito come quelli che fanno capo a Rinaldi, Genovese, Papania… E del resto, per capire che quella di Lupo non è affatto una candidatura di ‘rottura’ basterebbe rivedere i suoi ultimi 14 mesi…”

Cosa intende dire?
“Da mesi il segretario del Partito democratico non fa che chiedere il rimpasto. Non mi sembra esattamente un politico ‘contro il sistema’…”.

Intanto le vicende del partito rischiano di avere ricadute sull’attività del governo, così come è successo già nei mesi scorsi. Penso, ad esempio, alla difficile gestazione della riforma delle Province…
“Forse in questo caso non si è compresa una cosa: se dovesse fallire il tentativo di abolire le Province, non sarà Rosario Crocetta, o il governo, a predere la faccia. Ma sarà ogni singolo deputato. Ma sono ottimista. Credo che la cosa verrà compresa da tutti, e che alla fine la riforma sarà approvata”.

In caso contrario, si tratterebbe di un nuovo ko per il suo governo. In tanti ormai sono scettici sul reale apporto di voi “tecnici”.
“A dire il vero, fin dal primo giorno i politici non hanno fatto che attaccarci, massacrarci. Ma credo che finora abbiamo fatto bene. Però non si può far pesare tutto sulle spalle dei componenti della giunta. Penso ad esempio al mio settore: la riforma della Formazione non dovrebbe essere compito mio e del presidente Crocetta. Ma dovrebbe coinvolgere un’intera classe politica che voglia dare l’idea di un reale cambiamento”.

Lei questa voglia di cambiamento non l’ha notata in questi mesi?
“Purtroppo, in molti casi, ho notato esattamente il contrario”.


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