Mafia, decapitato il gruppo| del boss Orazio Privitera - Live Sicilia

Mafia, decapitato il gruppo| del boss Orazio Privitera

E' scattata nella notte l'operazione della Dia "Prato Verde". Arrestati 26 affiliati del Clan Cappello Carateddi. L'inchiesta è coordinata dalla Procura guidata da Giovanni Salvi.

CATANIA – Avrebbero il pieno controllo della Piana di Catania, con potere anche nei quartieri Pigno e Librino, zone a sud del capoluogo etneo. 26 persone, che compongono – secondo gli inquirenti – il gruppo mafioso del boss dei Cappello – Carateddi, Orazio Privitera, sono finiti in manette. Ad arrestarli gli agenti della Direzione Investigativa Antimafia di Catania che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 27 presunti affiliati alla cosca. Uno risulta latitante in Germania

A capo del clan una donna: Agata Balsamo, moglie di Privitera. Con il marito in carcere, Tina, così la chiamano in “famiglia”, eredita la reggenza dell’organizzazione assumendone in alcuni casi il ruolo di leader indiscusso. Perché Tina Balsamo, oltre ad essere la cerniera del marito, detenuto al 41 bis, con l’esterno e quindi i collegamento diretto per i rapporti con gli affiliati al clan, era colei che avrebbe detenuto la piena gestione degli affari. Imponeva il pagamento delle estorsioni, i cui proventi servivano ad alimentare la cassa comune i cui soldi erano utilizzati anche per le spese legali degli associati e di conseguenza anche per “sostenere” la detenzione del marito.

Le estorsioni erano imposte – emerge dalle indagini coordinate dalla Dda di Catania – attraverso il metodo delle “guardianie” nei terreni. Un sistema che serviva anche allo sfruttamento di fondi agricoli da cui sarebbero emersi enormi vantaggi economici frutto del fraudolento accaparramento di erogazioni pubbliche a fondo perduto da parte dell’A.G.E.A. (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) per oltre un milione e mezzo di euro.

Un blitz complesso quello scattato nella notte, che ha portato ad un alto spiegamento di forze, con l’impiego di oltre 10 agenti della Dia, due elicotteri e diverse unità cinofile. L’operazione che ha riguardato e toccato diverse province oltre quella etnea: gli arresti sono stati effettuati a Catania, Siracusa, Milano, Torino e in Germania. In quest’ultimo caso è stata fondamentale la collaborazione con il collaterale organismo tedesco B.K.A. (Bundeskriminalamt).

Il boss Orazio Privitera

Un gruppo ritenuto pericoloso dagli inquirenti anche vista la caratura criminale del boss Orazio Privitera, detenuto al regime del 41 bis e ritenuto uomo di vertice del Clan Cappello, a cui farebbero riferimento. Privitera fino al suo arresto, avvenuto nel gennaio del 2010 dopo un periodo di latitanza per essere sfuggito al blitz Revenge, era considerato il capo indiscusso dei Carateddi, vero e proprio braccio armato della cosca. Da diversi collaboratori di giustizia è indicato come “uomo d’onore battezzato a Palermo dagli uomini di Bernardo Provenzano”. Rapporti continui e costanti. In altri verbali di pentiti si legge “sapevamo che il Privitera conosceva i Lo Piccolo e Matteo Messina Denaro”. Un catanese alla “corte” dei corleonesi, insomma. A Privitera, condannato per associazione mafiosa e droga, lo scorso anno gli è stata inflitta, con sentenza di primo grado, una pena all’ergastolo per essere mandante e esecutore di tre omicidi.

 


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