Morti bianche e infortuni |Catania non è più "nera" - Live Sicilia

Morti bianche e infortuni |Catania non è più “nera”

Stamattina divulgati i nuovi dati.

Cgil e Fidimpresa
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CATANIA – In base ai dati non resi ancora ufficiali ma già rilevati dall’Osservatorio Indipendente di morti sul lavoro, nel 2013 a Catania sono stati 3 i decessi sul lavoro contro i 12 del 2012. Sono stati invece 571 i morti sui luoghi di lavoro in tutta Italia (ma oltre1300 se si aggiungono anche i decessi sulle strade e in itinere). Di questi , 48 sono avvenuti in Sicilia, regione che purtroppo si colloca al secondo posto in Italia (dopo la Lombardia), per morti bianche.

I dati, fino ad oggi inediti, sono stati divulgati stamattina da Daniela La Porta, esperta in fondi interprofessionali di Fondimpresa, nell’ambito del convegno organizzato nella Sala “Russo” da Fondimpresa, Cgil e gli enti capofila di quattro progetti di formazione e informazione che hanno interessato 415 lavoratori e 41 aziende sui tema della sicurezza, e cioè le società Challenge network, MC Sicilia, FormaItalia ed Eventi. All’incontro sono intervenuti, oltre alla stessa La Porta e al segretario confederale della Cgil, Giacomo Rota, anche Giusi Milazzo, componente OBR Sicilia; Daniela La Porta, esperta in fondi Interprofessionali; Monica Luca, direttore Progetti Fondimpresa; Orazio Borgia, esperto in sicurezza sui luoghi di lavoro.

I nuovi dati sulla sicurezza del lavoro a Catania lasciano dunque positivamente stupiti. “Il capoluogo etneo ha infatti perso il suo triste primato di “maglia nera” tra le province siciliane; un primato che aveva mantenuto sino al 2012 secondo l’ultimo rapporto ufficiale disponibile, firmato da Inail , avendo registrato un notevole calo di episodi luttuosi nel 2013. – dice Daniela La Porta- Ma adesso l’inversione di rotta è evidente e crediamo che sia anche la conseguenza positiva del nostro lavoro di formazione lungo dieci anni. Abbiamo avuto modo di appurare che nelle altre province non ci sono state iniziative altrettanto incisive. La novità catanese non può essere un caso…”.

Anche la Cgil di Catania, che da anni insieme alle altre organizzazioni sindacali combatte a tutti i livelli una battaglia dura e insistente sul fronte della prevenzione degli incidenti sul lavoro, sottolinea per bocca di Giacomo Rota che “è finita l’era in cui si pensava che la repressione fosse la chiave di tutto. Per anni abbiamo contestato con forza e durezza le posizioni che volevano appoggiare chi diceva che non potevamo permetterci leggi sulla sicurezza. In questo modo sono state create le precondizioni sulla cultura della prevenzione. La vera sfida, adesso, è azzerare gli incidenti mortali nel nostro territorio”.

Le parole d’ordine sono formazione, informazione e addestramento del lavoratore. Tre elementi imposti dal decreto legislativo 81 che all’articolo 2, come ha sottolineato Orazio Borgia, “fa chiaramente il punto sulle definizioni, creando una sorta di glossario che vale come testo unico sulla sicurezza del lavoro. Una norma che vale per tutti, anche per il piccolo privato che deve fare brevi lavori in casa. A rispondere di eventuali incidenti sono le piccole imprese che si chiamano, ma se il privato non chiama a lavorare operaio con la giusta professionalità, si assume totalmente ogni rischio”.

Non a caso, Monica Luca parla di “problema culturale. Abbiamo fatto sforzi notevoli nella nostra opera di sensibilizzazione legata ai progetti. Spesso le aziende non colgono le opportunità dei fondi a loro disposizione per poter accedere a costo zero alla formazione, che comunque è un obbligo. Certo, il nuovo dato positivo per Catania fa bene sperare. Aspettiamo i dati dei prossimi mesi per potere leggere la realtà catanese nella maniera più esatta possibile” .

Le regole non valgono solo per le grandi o medie imprese, dunque, ma per tutti i cittadini. E la chiave (lo si dice da anni) è proprio l’informazione del lavoratore. Come ha spiegato Giusi Milazzo: “I Fondi interprofessionali per la formazione continua sono stati istituiti con la legge 388 del 2000. L’obiettivo è diffondere la pratica dell’aggiornamento e della formazione nelle imprese italiane, “in un’ottica di competitività delle imprese e di garanzia di occupabilità dei lavoratori” (art. 118). Nelle intenzioni del legislatore è quindi chiaro (anche in tempi molto lontani dalla crisi) che la formazione è la chiave di volta per la crescita delle imprese e l’occupabilità”.

Fondimpresa è un fondo paritetico interprofessionale – l’adesione è del tutto gratuita- costituito da Confindustria – CGIL – CISL e UIL che opera da anni sull’intero territorio nazionale favorendo percorsi di formazione continua per i lavoratori, e il convegno di oggi rappresenta l’azione finale di quattro progetti di formazione e informazione di 415 lavoratori di 41 aziende , sulle tematiche della sicurezza. I progetti, e cioè Rischio zero, Sicuro, Safety, e Sicurezza in azienda, sono stati tutti finanziati da FONDIMPRESA con l’avviso 1/2013 – Sicurezza.

 

 


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