La brava segretaria | del politico di successo - Live Sicilia

La brava segretaria | del politico di successo

Ritratto semiserio della perfetta segretaria del politico siciliano di successo. Tra cene, agende e tritacarte

Dietro ogni uomo politico di rango esiste una brava segretaria, anzi, la Segretaria. Una sorta di alter ego che filtra, respinge, recupera, ritrova. Confidente di mille segreti, sente ma non ricorda, vede e subito dimentica. In possesso di librettini consunti con elenco di recapiti telefonici aggiornato a seconda delle stagioni, mai un giorno d’assenza, coordinatrice efficiente di dattilografe, fotocopiatrici, archiviste.

Alcune brave segretarie sono entrate nella Storia: quelle di Andreotti (la signora Enea), di Craxi (la Enza), di Berlusconi (la mitica Marinella).Tutte caratterizzate dall’assoluto riserbo osservato anche in situazioni drammatiche. Fedeli al loro capo come suore di clausura, apparentemente senza famiglia, amici, vite parallele.

Parliamo della segretaria scegliendo un modello di osservazione più alla nostra portata, la Segretaria del politico siciliano di successo. Dunque, né brutta né bella. Né brutta per non suscitare repulsione da parte dei Klienti, né particolarmente bella. Intanto per non attizzare gelosie familiari o di relazioni occasionali ovvero per non incontrare invidie e malanove.

Negli assessorati della Regione circola, ormai bisunto, per quanto mani amorevoli abbiano provveduto a dotarlo di copertine artigianali, un volumetto semi-porno sulle imprese sessuali di assessori, politici e direttori rispetto al quale il grottesco contratto comprensivo di prestazioni settimanali imposto dall’assessore abruzzese alla sua collaboratrice è roba da “arrapati” (Crocetta fa tendenza) di scuole medie. Ma allusioni, insinuazioni, acronimi, aggettivazioni (“profumiera” la più sofisticata) non hanno mai avuto dignità per uscire dal livello di leggenda metropolitana.

La brava Segretaria ha un marito, personaggio invisibile destinato a restare nel vago, nell’indistinto, in una sorta di “non luogo”, ove, peraltro, è ben radicato. Sulla scrivania, tra le foto di figli e nipoti, brilla tuttavia per la sua assenza.

La Segretaria domina su tre momenti fondamentali della vita del politico: la cosiddetta agenda, le riunioni, la logistica del buon vivere.

L’agenda è il portolano del politico: ci dice dove e quando si sveglia, il ritmo delle sue giornate, gli incontri programmati, gli spazi ludici. La brava Segretaria , come si dice in gergo, gestisce l’agenda. A richiesta, inserisce, sposta, cancella, concede e sottrae tempo ad un incontro. Prenota e disdice, mantiene ove occorra spazi bianchi in cui lei sola conosce cosa è scritto con l’inchiostro invisibile.

Tutto rigorosamente a mano come il librettino dei recapiti telefonici. La ragione è intuibile e per colui che ancora nutrisse dubbi in proposito basterebbe ricordare il tritacarte seminascosto dietro la scrivania della brava Segretaria.

E’ a lei che la moglie del politico si rivolge con tono complice per conoscere dove può rintracciare il marito. La brava Segretaria capisce al volo, prende tempo, depista se del caso, rassicura.

Le riunioni sono spazi decisivi della giornata di un politico. Per un kliente fastidioso iniziano all’alba e si concludono a mezzanotte. Attenzione, le riunioni non sono tutte eguali e vanno classificate con attenzione. Oltre alla riunione senza inizio né fine c’è la riunione che potrebbe terminare, quella della quale è impossibile pronosticare la fine, quella che precede un’altra riunione e così via. Riunioni con i direttori, il gruppo, il gabinetto, i sindaci, gli assessori, il Presidente.

La riunione è la fuga del politico dalla dura realtà quotidiana con la complicità della Segretaria. Così apparentemente sincera e quasi rammaricata nell’annunziarla che nessuno potrebbe dubitare della sua effettiva messa in atto. Nel finale del contatto telefonico c’è poi un richiamo a quanto potrebbe accadere una volta terminata la riunione: dirò che ha chiamato… la farò richiamare…ho avuto modo di avvertirlo. Innocenti bugie per chi le dice e le ascolta.

Ma se dovesse chiamare il Capo supremo del suo politico la brava Segretaria saprà dove rintracciare il suo uomo sul filo di secondi, quasi in diretta. Fosse anche in un dolce rifugio d’amore. In questo caso, azzardiamo malignamente, con particolare soddisfazione.

La brava Segretaria prenota cene (mi raccomando: senza aglio!), assicura notti serene negli alberghi (per favore, doppio cuscino), ha un filo diretto con i book office dei voli aerei (finestrino, prima fila). Gli autisti pendono dalle sue labbra, le vice-segretarie la osservano per carpire segreti e trucchi, l’occasionale visitatore ne coglie di tanto in tanto negli occhi lampi di malumore. Prenotare una cena, una notte in hotel, un viaggio aereo senza parteciparvi è come rassegnarsi a piaceri vissuti per interposta persona.

La brava Segretaria gioisce e si incupisce per i successi o le cadute del suo politico, con il quale ha realizzato una identificazione estesa alla famiglia, alla famiglia allargata, agli amici più intimi, ai soggetti che costituiscono la rete di sostegno. Per i quali ci sarà sempre un bonbon, un sorriso, un ammiccamento. O, nella disgrazia, un kleenex, una battuta allusiva, il lasciar trasparire carte buone in mano ancora non giocate.

Tutto questo senza turbamenti, rimpianti, rinfacci. Così come è volata dalla polvere all’altare accetta imboscamenti, discese dai piani nobili, pensionamenti anticipati. Qualcosa in cambio? Alchimie misteriose di future sistemazioni filiali, promozioni coniugali, facilitazioni familiari. In silenzio, senza clamore, né certezza di risultati a breve termine.

Ulteriore considerazione. Cosa lega la brava Segretaria al suo politico? Nella trama di un ipotetico film sul tema, sicuramente un amore infelice, mai confessato, vissuto con misura e giusti toni. Fuori dal buonismo, la sensazione di esercitare un potere, in qualche caso la presunzione di poter punire e premiare, di dare le giuste imbeccate, di fornire i più convincenti responsi. Ma anche la curiosità di essere al centro di una rete di bisogni, aspirazioni, illusioni, inganni. Che l’abilità del suo politico soddisfa, titilla, spegne, svela. Magari con qualche confessione all’ultimo caffettino della giornata.

Un’ultima annotazione: dove vanno a continuare la loro vita di lavoro le brave Segretarie “dismesse”? Sarebbe bellissimo poterle reincontrare e sentirle raccontare… Quanti misteri risolti, infantilismi svelati, ma, sicuramente, mai confessione impudiche.

 


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