"Controlli sulle auto dei carabinieri" | Ex poliziotto ai domiciliari - Live Sicilia

“Controlli sulle auto dei carabinieri” | Ex poliziotto ai domiciliari

Nel blitz dei carabinieri di Palermo è coinvolto anche un ex ispettore in servizio a Trapani e oggi in pensione. Avrebbe chiesto a due colleghi di controllare le targhe di due macchine. Erano le auto dei carabinieri che tampinavano gli indagati. Il tutto viene scoperto con le intercettazioni.

IL BLITZ DI PALERMO - retroscena
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PALERMO – È il 16 aprile 2010. L’ispettore della polizia di Stato, Francesco Ilari, sale a bordo di una macchina in cui trovano già posto Lorenzo Romano, Alfredo Tortorici ed Eustachio Fontana. Pranzano in un ristorante di Valderice. Poi, si fermano nel piazzale antistante un distributore di benzina a Paceco. Qui vengono raggiunti da Gioacchino Balistreri. In serata si spostano a Palermo, in un locale a piazza Marina.

Cosa aveva Ilari di tanto importante da discutere con le quattro persone che con lui condividono il destino di essere finiti sotto inchiesta? I carabinieri lo scoprono ascoltando la telefonata in cui Romano spiega a Fontana che Ilari il giorno precedente lo ha informato, secondo l’accusa, sui controlli eseguiti sulle targhe di alcune macchine sospette notate da Romano: “… lui andrà avanti per capire chi erano o meno quelle persone…”. Lo stesso Ilari lo avrebbe invitato ad avvertire “il signor Fontana… per essere un po’ più cauto, insomma, nel senso che se ha un appuntamento è inutile che porta persone che…”.

Del ruolo di Ilari Romano parla anche con Dario Dumas: “… parlavamo di questa macchina di questa targa ho preso le informazioni al telefono dice perché hanno fatto un giro… e se ne sono andati sicuramente una macchina di servizio ho chiamato in centrale macchina non risulta macchina non presente in archivio quando è cosi”. “Vuol dire che sono sbirri”, sentenzia Dumas.

Sono stati i carabinieri, coinvolgendo la Motorizzazione civile, a scoprire che in quel giorno di aprile qualcuno ha fatto accertamenti su due macchine dei carabinieri che stavano pedinando Romano. Sono stati effettuati 24 accessi al sistema informatico utilizzando le password di altri due appartenenti alle forze dell’ordine in servizio all’ufficio Prevenzione generale della Questura di Trapani. Secondo l’accusa, Ilari, nel frattempo andato in pensione, aveva chiesto un favore ai colleghi, nascondendo loro la vera finalità dei controlli. Per le informazioni raccolte e girate a Romano, Ilari è finito agli arresti domiciliari.


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