Assenteismo al Comune di Maletto |Dodici scelgono il patteggiamento - Live Sicilia

Assenteismo al Comune di Maletto |Dodici scelgono il patteggiamento

Nel marzo del 2013 il comune di Maletto fu investito da un terremoto giudiziario: a 14 dipendenti fu recapitato un avviso di garanzia con l'accusa di truffa ai danni dello Stato. Le telecamere degli inquirenti li avevano inchiodati.  VIDEO - L'INCHIESTA

 

CATANIA – Hanno scelto il patteggiamento.  Sono 12 dei 14 dipendenti del Comune di Maletto che lo scorso anno si videro recapitare l’avviso di garanzia con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato.  Telecamere e sistemi gps di Finanza e Carabinieri, infatti, avevano inchiodato i 14 assenteisti. E così a conclusione di un’articolata indagine da cui erano emerse le assenze ingiustificate dal posto di lavoro la Procura è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. Nel corso dell’udienza preliminare la difesa ha presentato istanza per l’accesso al rito del patteggiamento, che è stato accolto dal Gup di Catania, Francesca D’arrigo, senza opposizione da parte del pm. I dodici dipendenti sono stati condannati a sei mesi di reclusione, pena sospesa, e al pagamento di un’ammenda di 300 euro ciascuno. Gli altri due indagati, uno difeso dall’avvocato Antonino Pillera, e l’altro dall’avvocato Francesco Ciancio Paratore, hanno optato invece il rito ordinario. Il Gup deciderà sul rinvio a giudizio dei due imputati nel corso della prossima udienza.

Si chiude così, almeno in parte, una triste pagina della storia di Maletto. I reati contestati riguardano il periodo compreso tra novembre 2010 e marzo 2011. Il terremoto colpì il piccolo paesino etneo un anno fa, precisamente a marzo 2013.  Quattordici dipendenti si videro arrivare un avviso di garanzia. Guardia di Finanza e Carabinieri avevano accertato grazie all’ausilio di videoriprese e particolari sistemi Gps nascoste diverse ore di assenza dal posto di lavoro. Le telecamere nascoste erano state installate all’uscita del municipio, davanti alla macchinette per timbrare i badge. Così ed anche  attraverso le intercettazioni satellitari gli inquirenti avevano scoperto che i 14 dipendenti dopo aver timbrato il cartellino lasciavano il proprio posto di lavoro per occuparsi di incombenze familiari e personali.  Per i 14 l’accusa è di truffa: il danno calcolato dagli investigatori variava per assenze che andavano da 3 fino a 30 ore lavorative. I dodici che hanno scelto la via del patteggiamento hanno già restituito al Comune le somme percepite per le ore “contestate”.

In attesa di conoscere il destino giudiziario dei due imputati che hanno scelto il rito ordinario, la vicenda si sposta all’interno del palazzo comunale. La decisione di patteggiare la pena significa un’ammissione di colpa. Questo sicuramente sarà un importante elemento di valutazione della Commissione disciplinare del Comune che è chiamata a esaminare il caso e a decidere quali provvedimenti emettere a carico dei dipendenti.


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