Finanziaria, si apre lo spiraglio | Ma si cerca il "sì" di Aronica - Live Sicilia

Finanziaria, si apre lo spiraglio | Ma si cerca il “sì” di Aronica

Quasi pronta la manovra che dovrà riparare i danni prodotti dall'impugnativa. E che dovrà assicurare lo stipendio di circa 26 mila lavoratori. Ma la giunta, prima di approvarla e di portarla all'Ars, vuole concordare il testo con Aronica, maggioranza e sindacati. Dimezzati i fondi per le associazioni che si occupano di disabili, tagli del 20% agli enti regionali. Salvi gli stanziamenti per la lotta alla mafia.

I conti della Regione
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PALERMO – La manovra è quasi pronta. Adesso deve essere “blindata”. E dopo il lavoro “tecnico” su cifre, numeri e capitoli di bilancio, sarà necessario avviare quello politico-istituzionale. Con i partiti della maggioranza da un lato e col Commissario dello Stato dall’altro. Anche per questo motivo, il disegno di legge non è ancora arrivato in Commissione bilancio. Ci arriverà solo a conclusione di una serie di colloqui. E anche dopo aver valutato due “soluzioni” che potrebbero favorire la chiusura dei conti.

Da un lato, la possibilità di far valere sui Fondi del Pac una fetta delle somme destinate ai Forestali. Dall’altro, quello di poter portare al traguardo il dl sui pagamenti alle imprese, che potrebbe – stando alle stime del governo – portare nelle casse della Regione qualcosa come settanta milioni di euro. Una cifra che cambierebbe di gran lunga l’”agibilità” della manovra stessa.

Ma la Finanziaria-due su qualche certezza già poggia. Su alcuni numeri che sono il frutto della mega-impugnativa del Commissario dello Stato, che ha di fatto, spostato una serie di stanziamenti inizialmente previsti (e appunto cassati) dai capitoli di bilancio in un Fondo vincolato sui residui attivi. Che dopo questo intervento è lievitato fino a 550 milioni di euro. Soldi che il governo potrà riutilizzare in parte dopo l’intervento dell’esecutivo nazionale che un mese fa ha approvato un decreto legislativo che consente di “spalmare” in dieci anni (per la Sicilia saranno undici) i ‘debiti’ legati a somme iscritte in bilancio come entrate ma ormai impossibili da incassare (i cosiddetti residui attivi inesigibili).

La “quota” in mano al governo Crocetta, così, è di circa 300 milioni. Con i quali appunto l’esecutivo si sta impegnando per colmare capitoli di bilancio pari a oltre mezzo miliardo. Coperta troppo corta, insomma, che costringe a scelte in alcuni casi drammatiche. Perché quei soldi, in realtà, coprivano nella maggior parte dei casi, spese per il personale di enti collegati alla Regione. Dai Forestali ai dipendenti dei Consorzi di bonifica, passando per quelli dei teatri e dell’Irsap, circa 26 mila persone hanno visto, dopo l’impugnativa, azzerato il capitolo di bilancio che li riguardava. Insomma, il loro stipendio era andato in fumo. E il governo ha fino a oggi messo una pezza con ciò che rimaneva in bilancio. Somme ormai esaurite.

La Finanziaria-due quindi è stata oggetto di discussione anche ieri, durante una veloce giunta di governo. “Abbiamo riesaminato le singole voci – ha spiegato il presidente Crocetta – e integrato qualcuna di queste. Stiamo privilegiando gli stipendi, le scuole, la cultura. Siamo riusciti a portare a tre milioni i Fondi per il buono scuola. Ma nei prossimi giorni la manovra andrà incontro a ulteriori passaggi, che accoglieranno il contributo anche di altri soggetti”. Il governatore parla per l’esattezza di “passaggi democratici”. Una formula utile a spiegare che, stavolta, il ddl verrà concordato maggiormente. Una risposta alle critiche giunte anche da molti esponenti della maggioranza in questi mesi. Anche per questo motivo, la giunta non ha ancora deciso di approvare la manovrina.

“Nei prossimi giorni – ha confermato Luca Bianchi – credo che incontreremo anche gli esponenti della maggioranza e quelli delle parti sociali. Il testo sarà concordato ampiamente, coinvolgendo anche esponenti delle istituzioni”. L’assessore non lo dice esplicitamente. Ma il riferimento va al Commissario dello Stato. Il ddl verrà discusso anche con lui, l’”origine di tutti i mali”, secondo l’esecutivo, considerata la massiccia impugnativa. Stavolta però non ci sarebbe una “seconda possibilità”. E le tensioni delle settimane scorse andranno necessariamente dimenticate. Almeno per un po’.

Intanto, l’identikit della finanziaria-bis è stato in gran parte tratteggiato. Il governo riconoscerà l’80% dello stanziamento inizialmente previsto per enti come la Resais (e conseguentemente per gli stipendi degli ex dipendenti della Fiera del Mediterraneo), il Ciapi, l’Eas, l’Esa, i Consorzi di bonifica , il Corfilac, l’Istituto zootecnico, l’Arpa e l’Irsap. Uguale taglio del 20% per i Teatri siciliani.

La buona notizia, invece, riguarda le associazioni antiracket. Il governo avrebbe infatti trovato il modo di reintegrare completamente i fondi destinati alla lotta alla lotta alla mafia. Saranno dimezzati per il momento, invece, quelli riguardanti le associazioni che assistono i ciechi e i disabili. Saranno del tutto azzerati, invece, qualcosa come 140 capitoli previsti nel cosiddetto “Allegato 1”. Si tratta di contributi onorifici, o residui della ex Tabella H.

Un capitolo a parte merita invece la questione-Forestali. L’impugnativa anche dell’articolo che li riguardava in Finanziaria ha portato alla cancellazione di uno stanziamento di 180 milioni. Su questo capitolo, il governo sta cercando una soluzione, puntando anche sulla possibilità di spostare sui Fondi del Piano di azione e coesione (fondi extraregionali) una parte di quello stanziamento: circa 50 milioni in tutto.

Ma a far “quadrare i conti” potebbe essere un’altra decisione. Quella di approvare, prima della manovrina, il cosiddetto dl pagamenti. Si tratta del disegno di legge che prevede l’accensione di un mutuo trentennale da un miliardo per il ripianamento dei debiti della Regione nei confronti delle imprese creditrici, compre le Asp. “Non a caso, quello dei pagamenti alle imprese – spiega Bianchi – è tra i primi punti del programma di Renzi. L’approvazione di questa norma – aggiunge l’assessore – produrrebbe un beneficio immediato: l’introito derivante dall’Iva che verrebbe pagata sulle fatture potrebbe portare nelle casse della Regione qualcosa come 70 milioni di euro”. Soldi buoni, magari, per integrare e rimpinguare i capitoli di bilancio rimasti in parte scoperti. La manovrina, infatti, è una coperta corta. Ma è già uno spiraglio (l’unico, in realtà) per quasi trentamila siciliani.


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