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Quando Zuckerberg |si regalò Whatsapp

Perché Facebook compra il gioiellino di Acton e Koum? A parte la versione ufficiale dei bla bla bla riguardo a un immenso patrimonio di conoscenze e capitale umano, sembra senza fine il numero di utenti che Facebook potrà raggiungere per implementare la sua “missione”.

Gli utenti più smart di Facebook piazzano il post in tempo reale, mentre l’Italia discetta su Sanremo. La notizia scuote la rete: il 19 febbraio Facebook annuncia a sorpresa di aver comprato il sistema di messaggeria più famoso al mondo, WhatsApp, per 19 miliardi di dollari.

La domanda sorge spontanea. Perché Facebook compra il gioiellino di Acton e Koum? A parte la versione ufficiale dei bla bla bla riguardo a un immenso patrimonio di conoscenze e capitale umano, sembra senza fine il numero di utenti che Facebook potrà raggiungere per implementare la sua “missione”, quel connecting people che si è rivelato concetto vincente. Andando un po’ più a fondo, Facebook avrà accesso ai dati dei 450 milioni di utenti che quotidianamente usano WhatsApp.

Gli utenti vengono rassicurati: WhatsApp continuerà a operare in modo indipendente e manterrà il proprio marchio, conformemente a quanto accadde quando Facebook rilevò Instagram per 715,3 milioni di dollari. Tutti si scambiano complimenti: mentre Zuckerberg dichiara con occhi brillanti che WhatsApp è sulla buona strada per connettere un miliardo di persone, Koum afferma di essere onorato di diventare partner di Facebook mentre il “suo”prodotto raggiunge un numero crescente di persone nel mondo. Questo numero, per intenderci, lievita al ritmo di un milione di nuovi download al giorno. Inoltre il 70% degli utilizzatori usa l’app tutti giorni, con un tasso di coinvolgimento superiore a quello degli “amici” di Facebook; solo nel 2013, via WhatsApp sono stati trasmessi 200 milioni di messaggi vocali, 100 milioni di video messaggi e 600 milioni di foto.

I motivi del colossale affare, per fare una facile battuta, sono un miliardo; la messaggistica è un settore importante per i giganti del Web, grazie allep potenzialità che nasconde: WhatsApp, come tutti i servizi che puntano a scavalcare gli operatori telefonici attraverso le connessioni Web, potrebbe diventare un forte strumento di offerta digitale specie per gli utenti che utilizzano smartphone e tablet. Ovviamente, un ghiotto affare per il settore pubblicitario. Ma le due parti hanno tenuto, in un modo così insistente e plateale da sembrar quasi sospetto, a rassicurare il mobile people, già conquistato dal motto (e dalla pratica) di Acton e Koum, consistente in poche ma significative parole: nessuna pubblicità, nessun gioco, nessun trucco; e, fin qui, è apparso chiaro come il segreto di una messaggistica di successo sia racchiuso nel semplice assioma di dare all’utente quello di cui ha bisogno per condividere parole, immagini e video in modo semplice. E gratuito, a fronte delle obsolete tariffe di sms e mms.

E’ normale, dunque, che adesso quegli stessi utenti “fidelizzati” si chiedano quali cambiamenti apporterà l’acquisizione, e se WhatsApp verrà, come qualcuno ha preconizzato, facebookizzato. Il pensiero va insistentemente al possibile rischio di una fusione dell’applicazione con Facebook Messenger, superando nei fatti la pleonastica asserzione zuckerberghiana che l’una serve per comunicare coi contatti del telefono, l’altra ad avere un filo diretto con gli amici.

Nella migliore delle ipotesi, gli sviluppatori di WhatsApp potrebbero migliorare l’applicazione Facebook Messenger su Android e iOS e renderla più appetibile, perché i dati rivelano che gli utenti di Facebook preferiscono usare FaceTime per parlare, e iMessage per chat e messaggi.

Nella peggiore (e piuttosto improbabile), WhatsApp potrebbe addirittura essere presto assorbita. Si affaccia una terza ipotesi: che WhatsApp e Facebook Messenger inizino un lento processo di fusione, creando un’unica app che consentirebbe di riunire le due comunità di utenti; mentre Facebook Messenger non subirebbe contraccolpi, si potrebbe verificare una migrazione degli utenti di WhatsApp verso un’altra messaggeria: si vocifera che già alcuni di loro stiano abbandonando l’applicazione.

Ma perché il guru di Facebook voleva WhatsApp a tutti i costi? Una buona ragione risiede nell’impadronirsi del corposo mercato europeo. Negli Stati Uniti, infatti, WhatsApp è poco usata per comunicare all’interno del paese, mentre è popolarissima in Europa. Facebook può quindi conquistare facilmente il mercato europeo appropriandosi degli utenti WhatsApp del Vecchio Continente e sarà presto in grado di monitorarli. A quali ulteriori dati dei suoi utenti Facebook avrà accesso grazie a questa acquisizione? «Fb non ha comprato WA, ma i numeri di telefono che gli utenti non gli avevano mai voluto dare (le foto le ha comprate l’anno scorso con Instagram)» dichiara Tano M. su Facebook. Da WhatsApp ente separato a WhatAsapp parte integrante del sistema, teme dunque il popolo della rete. «E per vostra comodità uniremo il vostro telefono al vostro profilo per deliziarvi con la nostra pubblicità. Meglio migrare verso Hangouts», afferma lo sconsolato Tano. «Se Google sa tutto di me (telefono android gmail blog) tanto vale che legga anche i miei messaggi». E i like fioccano.

A guastare la festa del villaggio globale è intervenuto un clamoroso blocco della piattaforma dalle 19 alle 23 di sabato 22 febbraio, in tutto il mondo. Ci si è immediatamente chiesto se non fosse in atto un attacco hacker, sferrato come protesta contro l’acquisizione che accentra nelle mani di Zuckerberg gran parte del traffico di messaggi di tutto il mondo. E’ più probabile che dopo l’acquisizione sia stata avviata un’operazione di backup della piattaforma che abbia causato il black out, proprio nell’intento di migliorare il servizio. Senza che si fornisse una spiegazione chiara dell’accaduto, lo status di WhattsApp ha laconicamente dichiarato “sorry we currently experiencing server issues”, per poi, con scuse ufficiali altrettanto scarne, annunciare, più di quattro ore dopo, la ripresa del servizio.

Nel frattempo era scoppiato il social-panic. Mentre su facebook e twitter si incrociavano i post di utenti sconvolti dal blocco tipo “Caro Zuckerberg, per non far funzionare WhatsApp ti bastava molto meno di 11 milioni di euro. Guardavi Macgyver?” , o ancora “WA non funziona. Ma l’ha comprato Facebook o poste italiane?”, e a domande della serie “Cosa è successo al nostro vecchio uozz?” si rispondeva “Zuckerberg acquista Whatsapp e Whatsapp smette di funzionare”, al grido di “ARIDATECE Uozz”, la chat, che in pieno sabato sera, permette di organizzare in un flash appuntamenti, uscite, aperitivi, è rimasta out per diverse ore. E intanto, temporaneamente, è tornato in auge il vecchio sms.

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