PALERMO – Il dibattito sulla parità di genere da inserire nella nuova legge elettorale per la Camera dei deputati ha monopolizzato l’attenzione dei media nazionali. Quote rosa sì o no? La querelle ha appassionato la politica nostrana, con prese di posizione accalorate e appassionate. I profeti del politically correct e delle pari opportunità ce l’hanno messa tutta per spiegare che si tratta di una battaglia di civiltà, brandendo i dati (deprimenti invero) che vedono il nostro Paese molto indietro nella rappresentatività delle donne nelle assemblee elettive. I loro oppositori hanno ribattuto con pervicacia colpo su colpo, argomentando che le riserve indiane mortificano le donne stesse, che Margaret Thatcher e Golda Meir non furono elette con le quote rosa, che la qualità conta più della quantità e via dicendo.
Alla fine, il voto segreto di Montecitorio ha bocciato ieri sera le quote rosa, tra immancabili polemiche. Di certo, il problema esiste: di donne nelle assemblee elettive italiane non ce ne sono molte. E proprio partendo da questo assunto, l’anno scorso l’Ars votò una legge che introdusse la doppia preferenza di genere nelle elezioni amministrative, una norma che ha portato, all’ultima tornata elettorale nei comuni siciliani, un incremento considerevole di elette nei consigli.
All’Assemblea regionale, l’alternanza uomo-donna è invece prevista nel listino bloccato, quello a cui si attinge per dare il premio di maggioranza al governatore eletto. Con questo sistema alle ultime regionali sono state elette quattro deputate, mentre altre undici sono state scelte con i voti dal corpo elettorale: poche rispetto ai novanta deputati, tantissime, rispetto all’andazzo delle ultime legislature. Sempre restando alla Regione, anche la giunta si è tinta di rosa come non mai: sono ben otto su dodici le donne scelte da Crocetta nella sua squadra, un numero senza precedenti.
Quanto alle due camere romane, anche lì la Sicilia ha spedito alle ultime Politiche un massiccio plotone trasversale di deputate e senatrici, soprattutto nelle file dei partiti di centrosinistra e dei Cinque stelle che optarono nelle liste bloccate per l’alternanza di genere.
A conti fatti, tra le deputate (e senatrici) sparse tra Roma, Strasburgo e Palermo, più le “assessore” di Crocetta, lo squadrone rosa della politica siciliana si compone di una cinquantina di donne.
E prendendo spunto dall’acceso dibattito sulle quote rosa, ci piace porre ai nostri lettori un duplice quesito: cosa ne pensate voi della parità di genere che si voleva imporre per legge? E come giudicate l’operato delle donne politiche siciliane qui sotto menzionate? Eccovi a seguire l’elenco completo, per rinfrescarvi la memoria. A voi la parola.
ARS
1- Alice Anselmo (Articolo 4)
2- Gianina Ciancio (M5S)
3- Marika Cirone (Pd)
4- Vanessa Ferreri (M5S)
5- Angela Foti (M5S)
6- Bernadette Grasso (Pid-Grande Sud)
7- Claudia La Rocca (M5S)
8- Margherita La Rocca Ruvolo (Udc)
9- Luisa Lantieri (Pid-Grande Sud)
10- Mariella Maggio (Pd)
11- Antonella Milazzo (Pd)
12- Valentina Palmeri (M5S)
13- Concetta Raia (Pd)
14- Valeria Sudano (Articolo 4)
15- Valentina Zafarana (M5S)
Camera dei Deputati – Elette in Sicilia
1- Azzurra Cancelleri (M5S)
2- Daniela Cardinale (Pd)
3- Magda Culotta (Pd)
4- Chiara Di Benedetto (M5S)
5- Giulia Di Vita (M5S)
6- Gabriella Giammanco (Fi)
7- Maria Iacono (Pd)
8- Loredana Lupo (M5S)
9- Claudia Mannino (M5S)
10- Teresa Piccione (Pd)
11- Gea Schirò Planeta (Pi)
12- Luisella Albanella (Pd)
13- Sofia Amoddio (Pd)
14- Maria Gaetana Greco (Pd)
15- Giulia Grillo (M5S)
16- Maria Tindara Gullo (Pd)
17- Marialucia Lorefice (M5S)
18- Maria Marzana (M5S)
19- Stefania Prestigiacomo (Fi)
Senato – Elette in Sicilia
1- Ornella Bertorotta (M5S)
2- Nunzia Catalfo (M5S)
3- Pamela Orrù (Pd)
4- Venerina Padua (Pd)
5- Simona Vicari (Ncd)
Parlamento Europeo – Elette in Sicilia
1- Rita Borsellino (Pd)
2- Sonia Alfano (Idv)
Giunta regionale
1- Linda Vancheri
2- Maria Rita Sgarlata
3- Ester Bonafede
4- Patrizia Valenti
5- Nelli Scilabra
6- Lucia Borsellino
7- Mariella Lo Bello
8- Michela Stancheris
