Misterbianco, ucciso "Pippo il gelataio" |"Braccato" dai carabinieri il fratello si è costituito - Live Sicilia

Misterbianco, ucciso “Pippo il gelataio” |”Braccato” dai carabinieri il fratello si è costituito

Di FEDERICA CAMPILONGO E LAURA DISTEFANO - La moglie di Giuseppe Consoli, rimasta ferita nella sparatoria, è ricoverata in prognosi riservata al Garibaldi. Le intense ricerche dei carabinieri hanno spinto Luigi Consoli ad arrendersi.  LA CRONACA DEL DELITTO

Il camioncino dei gelati del fratello della vittima

MISTERBIANCO – La sua motoape per vendere i gelati l’ha abbandonata in Via Pirandello. A pochi passi ci sono ancora le tracce di sangue del fratello, crivellato da 5 pallottole. I carabinieri hanno cercato per tutta la notte Luigi Consoli da ieri sera: il cerchio si è chiuso sul suo nome meno di un’ora dopo la morte del gelataio. L’uomo, spinto dalle intense ricerche dei carabinieri, ha deciso di consegnarsi alle forze dell’ordine. Il presunto assassino, infatti, si è costituito con il suo legale alla Tenenza di Misterbianco.

Ad assistere al delitto, consumatosi a Misterbianco alle 20, ci sarebbe stata la figlia della vittima, diciottenne, che avrebbe detto agli investigatori: “E’ stato lo zio Luigi”. Dietro quel gesto ci sarebbero screzi decennali tra i due fratelli per la spartizione del territorio dove vendere gelati e granite: un mestiere ereditato dal padre scomparso da diversi anni.

E ieri sera, forse, Luigi Consoli quando ha trovato suo fratello e la cognata che passavano coni e coppette ai bambini della scuola calcio che si allenano nei campetti della Milicia, proprio sotto casa sua, avrà pensato quasi ad un affronto subito. Così sarebbe scattata la lite, poi degenerata nella sparatoria. I colpi hanno raggiunto anche Giuseppina Pappalardo, che si trovava poco distante dalla motoape del marito. Due ferite, la più grave alla clavicola. La 52enne è ricoverata in prognosi riservata al Garibaldi, dopo essere stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico. Al capezzale della donna i tre figli, tra cui la giovane diciottenne che avrebbe visto partire quei colpi di pistola. Non si da pace neanche l’altro fratello della vittima, il minore dei tre.

La zona dell'omicidio transennata dai carabinieri

La notizia dell’uccisione di “Pippo il gelataio” VIDEO ha fatto il giro del paese etneo in pochi minuti. Via Pirandello ieri sera era una strada piena di gente, la vittima era conosciuta da tutti. “Siamo cresciute con Pippo – raccontano due sorelle misterbianchesi che pur abitando dall’altro lato del paese hanno raggiunto il luogo del delitto – è orribile pensare che si possa morire così, all’improvviso, non appena abbiamo saputo siamo venute qui. Vedere “il nostro gelataio” a terra ricoperto di sangue ci ha ferite nell’anima, era un uomo sempre dolce e gentile, amante dei bambini, non riusciamo a capacitarci di come sia potuto succedere tutto questo”.

Pippo – emerge da alcune testimonianze – era ieri sera, come ogni giorno, ai campetti della Milicia insieme alla moglie che lo seguiva con la sua Fiat Punto bianca. “Abbiamo sentito più spari – raccontano a LiveSiciliaCatania due residenti della zona – poi le urla di alcuni bambini presenti, impossibile non pensare al peggio”.

E mentre gli inquirenti ieri sera erano già al lavoro per acciuffare Luigi Consoli, e il medico legale effettuava la prima ispezione cadaverica sulla vittima, si susseguivano i commenti su quelle tensioni familiari che farebbero da movente al delitto. “Non è mai corso buon sangue tra i fratelli – racconta un amico di famiglia – proprio ieri ero al bar con Pippo. Sin dalla morte del padre, più di quindici anni fa, tra Pippo e il fratello maggiore sono cominciate le incomprensioni, legate a questioni economiche e non soltanto, tra di loro anche problemi legati alla spartizione del territorio per la vendita dei gelati”.

I rilievi degli investigatori sul luogo dell'omicidio

Il presunto omicida pare avesse un carattere irruente, tanto da aver avuto in passato anche piccoli problemi con la giustizia.  “Luigi ha la passione per la caccia – racconta una persona – il porto d’armi lo avevano reso, come dire, un uomo più sicuro di sé”. “Pippo era fisicamente molto prestante – continua, invece, l’amico di famiglia – il fratello invece un tipo sempliciotto ed esile, ma contro i proiettili non c’è prestanza fisica che tenga. Negli anni c’erano state anche delle denunce tra di loro”. Questa volta, però, non ci sarà una semplice denuncia. Ieri da una pistola calibro 7.65 sono partite cinque pallottole che hanno fermato il cuore del 57enne misterbianchese.

 


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