E Confindustria mise in mora |il governo Crocetta - Live Sicilia

E Confindustria mise in mora |il governo Crocetta

Finita la luna di miele col governo, la Confindustria chiede l'apertura di una fase due. Puntando l'indice contro "i burocrati che commissariano gli assessori" e chiedendo un cambio di passo.  E torna lo spettro del default, lo stesso a cui gli industriali si appellarono per staccare la spina a Lombardo

PALERMO – La prima bordata l’aveva lanciata a Ragusa, il primo febbraio scorso. In occasione di un convegno della piccola industria di Confindustria, parlando a un’affollata platea con Rosario Crocetta seduto in prima fila, Antonello Montante aveva usato parole forti: “Non basta cercare rappresentanti onesti, bisogna che siano competenti e bisogna capire chi si ha accanto. Al fianco di uno onesto può esserci una banda di disonesti che fa un danno irreparabile alla Sicilia, ossia fare allontanare gli investimenti. Un imprenditore dice: in quel posto non ci vado perché attorno a quel comune ci sono quattro banditi…”.

Un j’accuse ancora generico ma deciso, che sembrava puntare dritto verso un certo establishement politico-burocratico che ruota attorno alle stanze del potere di Palazzo d’Orleans. Oggi, Montante rincara la dose. Chiedendo a Crocetta di affidarsi “a gente esperta, competente e dai comportamenti etico-morali irreprensibili”. Con un’uscita che suona come una messa in mora: bene quel che è stato fatto fin qui, ma ora si cambi passo, oppure…

Meglio spendere qualcosa per recuperare le migliori personalità in circolazione, ragiona Montante, piuttosto che rimanere nello stallo: “Servono professionalità, anche per un tempo limitato – dice a Livesicilia Montante -. Ed è opportuno che Crocetta segua in prima persona soprattutto i dossier relativi all’attrazione degli investimenti”. Ed è proprio questo uno dei temi che sta più a cuore agli industriali, di fronte al rischio (più di un rischio) della desertificazione industriale della Sicilia.

La confederazione degli industriali è stata sempre annoverata dagli osservatori come uno degli sponsor di Crocetta. A dire il vero, Confindustria con la giunta guidata dall’ex sindaco di Gela ha proseguito nella sua tradizionale linea filogovernativa, che si era concretizzata ai tempi di Lombardo, nell’ingresso in giunta di Marco Venturi. Con Lombardo, poi, i rapporti si erano guastati, arrivando allo scontro totale. Con Crocetta non sembra si sia ancora arrivati a questo punto. Ancora oggi Montante, pur tornando ad agitare lo spettro del default come il suo predecessore Ivan Lo Bello fece un anno e mezzo fa inguaiando Lombardo, conferma l’apprezzamento per il lavoro di “destrutturazione del sistema” svolto da Crocetta. Ma accanto alla pars destruens, Montante chiede al governatore anche di costruire, impegnandosi per lo sviluppo. Senza più rimandare. Richieste analoghe a quelle avanzate dai sindacati, apparsi molto freddi sulla manovra bis partorita dalla giunta, che si limita a far fronte all’emergenza degli stipendi.

L’insoddisfazione delle parti sociali è profonda e tangibile, e dalle parole di Montante emerge con maggiore chiarezza il bersaglio delle critiche degli industriali. “Basta con i burocrati che commissariano gli assessori. Il presidente Crocetta tratti di persona le questioni più importanti oppure si affidi ai suoi amministratori delegati, che sono gli assessori, liberandoli da certi funzionari e dirigenti della Regione”. Certo, non ci sono i nomi e i cognomi, ma l’identikit è abbastanza preciso. Caso vuole, poi, che l’uscita di Montante arrivi proprio un’ora prima della sentenza della Corte dei conti che condanna il potentissimo capo della burocrazia regionale Patrizia Monterosso. “Crocetta si circondi di gente competente con un profilo professionale adeguato, con comportamenti etico-morali indiscutibili: questo sia il suo gruppo di lavoro”, dice Montante.

Insomma, non è tanto il rimpasto a interessare Confindustria, quanto piuttosto una riorganizzazione (e un ridimensionamento) dei vertici burocratici della Regione, dove in effetti, nell’era di Crocetta, sono rimasti tanti soliti noti già potentissimi negli anni del suo predecessore. “Anche la Regione ha burocrati bravi, magari sono nascosti perché non rispondono a certi establishment”, teorizza Montante. Potrebbe essere proprio questa la road map per la fase due del governo Crocetta, che le frasi di Montante mettono in mora.

Il governatore dal canto suo ha fatto sapere in serata che la proposta di “affidare a una società di revisione l’analisi dei conti della Regione è una splendida idea”. Insomma, un segnale di ascolto verso Confindustria. Che però, così come i sindacati, chiede fatti concreti e non sembra più disposta ad accontentarsi di annunci. Se così non sarà, c’è da scommettere che gli allarmi per il possibile default si faranno più insistenti e più drammatici nei tempi a venire, secondo un copione già visto due anni fa. E che i richiami alla legalità del governatore non basteranno più.

 

 


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