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Libera e Università |unite contro le mafie

la firma del protocollo

Università di Catania e Libera, firmato un accordo di cooperazione culturale sui temi della legalità e della lotta al crimine e alla corruzione. IL MESSAGGIO DI UNO STUDENTE

il protocollo
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CATANIA – Un impegno comune e costante per la legalità e contro tutte le mafie. In occasione della Giornata della memoria per le vittime di mafia, l’Università di Catania e l’associazione Libera hanno siglato questa mattina al rettorato un accordo triennale di cooperazione culturale ad ampio raggio, con il quale l’Ateneo intende sottolineare e ribadire il sostegno e la valorizzazione della cultura della legalità, come propri obiettivi istituzionali. L’occasione è stata la tappa al Palazzo centrale della marcia, promossa da Libera, in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

“Stiamo assistendo ad una splendida invasione del cortile dell’Università – ha commentato il rettore Giacomo Pignataro, rivolgendosi alle scolaresche e ai numerosi studenti presenti nell’atrio del Palazzo centrale -. Voi siete la testimonianza che quelle persone, di cui abbiamo appena ricordato i nomi, non sono morte invano. A voi giovani, e a noi rappresentanti delle istituzioni, spetta il compito di dare gambe alle loro idee. L’Ateneo, in quanto pubblica amministrazione, ha il dovere di improntare alla legalità e alla trasparenza la propria azione amministrativa, tenendo fuori la criminalità e la corruzione. Ai giovani spetta il dovere, ma anche il diritto, di costruire una società migliore di quella che non sono riusciti a costruire le generazioni precedenti”.

“Ringraziamo l’Università e la città di Catania per questo impegno concreto – ha affermato Umberto Di Maggio, della sezione regionale di Libera -. Si tratta del primo ateneo, e di questo i catanesi devono essere orgogliosi, che ha scelto di sottoscrivere un percorso concreto contro le mafie,, fatto di cultura e conoscenza, ribadendo così che esiste una grossa parte della nostra comunità che sceglie di essere ogni giorno dalla parte giusta in questa guerra senza quartiere contro la mafia, impegnandosi con il cuore e con il coraggio per lasciare una terra migliore ai propri figli”.

Partendo dal presupposto che la formazione di una solida cultura della legalità, consolidata nella pratica richiede che i soggetti principali della formazione dei giovani entrino a pieno titolo nel percorso di costituzione di competenze e motivazioni in tal senso, e che sia l’attività di Libera sia quella dell’Università hanno come destinatari principali le giovani generazioni, il rettore Pignataro e Di Maggio, in rappresentanza di don Luigi Ciotti, hanno pertanto sottoscritto un protocollo – già approvato dagli organi di governo dell’Ateneo – con il quale daranno vita, a partire da oggi, ad un rapporto organico di collaborazione sul tema della cultura della legalità.

Insieme con Libera, che per la sua storia, la sua vocazione e la sua attività, rappresenta una realtà importante nella lotta alla malavita organizzata e alle mafie nel nostro paese, e coinvolgendo nella progettualità le strutture didattiche dell’Ateneo, saranno quindi attivate iniziative congiunte, rivolte a studenti, tesisti, tirocinanti, dottorandi e ricercatori dell’Università, atte a favorire una migliore conoscenza e uno specifico studio delle problematiche legate alla criminalità organizzata, della legislazione antimafia, dell’evoluzione dei fenomeni mafiosi, dei meccanismi attraverso i quali si genera e si esercita la corruzione politica, delle prassi di legalità democratica e dell’educazione alla cittadinanza oltre che lo studio scientifico di alcuni casi esemplari, sotto la sorveglianza e l’assistenza di esperti del settore.

Lo studente durante il messaggio d'apertura

Il messaggio di apertura letto da uno studente universitario: Domenico Trapani, 27 anni. Lo pubblichiamo integralmente

“Il 21 marzo, primo giorno di primavera, rinasce ancora una volta la speranza che unisce tutti gli uomini di buona volontà verso la realizzazione di una società più giusta.

La città di Catania si assume da oggi il compito di difendere la memoria attiva di tutte le vittime innocenti di ogni mafia e di diffonderne le tante storie individuali e collettive. Siamo convinti che esse ci riguardino adesso, che riguardino il nostro tempo e quello di chi verrà dopo di noi.

Siamo consapevoli di assumerci un impegno faticoso, l’impegno di quanti sentono la responsabilità di costruire il futuro attraverso la ricostruzione del passato.

La nostra città ha bisogno di interventi radicali nella lotta alle tante forme di illegalità: la trasparenza nell’assegnazione e nella gestione dei Beni confiscati; la regolamentazione della festa di S. Agata; l’osservanza della legge sulla presenza delle slot-machines.

Essi rappresentano alcuni degli interventi necessari per rilanciare il grande tema del lavoro, sul quale si basa la nostra Costituzione, elemento essenziale per la dignità e la libertà di ciascuno a cominciare dalle tante aziende confiscate alle mafie nel nostro territorio a rischio di liquidazione per le lungaggini e le debolezze del sistema di recupero.

Catania non può essere condannata all’eterno stereotipo dei mali inguaribili, del pessimismo cinico di quanti non hanno interesse al cambiamento.

Rilanciamo il tema di un’antimafia come costruzione di valori alternativi a quelli della violenza, della sopraffazione, dell’odio. Vogliamo consegnare ai tanti ragazzi che guardano a noi con interesse un mondo più buono, in cui la solidarietà e l’attenzione ai più deboli prenda il posto dell’indifferenza sociale e della rabbia astiosa verso il prossimo.

Per questo, per l’amore che sentiamo per la nostra città, per le donne e gli uomini di ogni provenienza che vi abitano, leggiamo ancora una volta un elenco di nomi dietro i quali sappiamo scorgere la determinazione di coloro che vogliono realizzare il cambiamento”.

 

 


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