"Non basta il rimpasto| Ci vuole una svolta" - Live Sicilia

“Non basta il rimpasto| Ci vuole una svolta”

Il neosegretario dei democratici: "Chiediamo a Crocetta di convocare le forze politiche per dare il via a un nuovo percorso". La replica del presidente della Regione: "Il governo nuovo c'è già ed è quello attuale".

Raciti all'Assemblea regionale pd
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PALERMO – ”La Sicilia ha bisogno di un governo nuovo e di partiti che si facciano fino in fondo carico di garantire il rapporto con le forze sociali e la società siciliana. È questa la sfida di cui dobbiamo essere all’altezza. Dobbiamo fino in fondo condividere la responsabilità del governo, del cambiamento e delle riforme, uscendo dalla palude ed assumendo ciascuno le proprie responsabilità. Incontreremo per questa ragione, per i prossimi tre fine settimana, i sindaci del Pd, le associazioni di categoria e le forze produttive, e i coordinatori di circolo del partito democratico. È con loro che vogliamo discutere dei contenuti della stagione che ci aspetta”. Lo ha detto nel proprio intervento all’assemblea regionale del Pd il segretario regionale Fausto Raciti.

Poco prima Raciti aveva affermato: ”Le fragilità del Partito democratico in questi quindici mesi, hanno trovato corrispondenza nelle debolezze del governo. L’illusione delle correnti di potere fare meglio da se, in un continuo gioco di specchi, la debolezza del Pd, ha trovato un corrispettivo nell’idea del governo del presidente, chiamato dal popolo non ad esprimere e condividere un programma di governo, non ad assumere la responsabilità di indirizzo, ma a sostituire, nei fatti, i partiti e la giunta regionale. Nell’assumerci le nostre responsabilità oggi, però, siamo chiamati, tutti, a dare un contributo diverso. Se questo è stato il problema, la soluzione non può essere né un rimpastino, né la semplice stesura di un documento”.

”Il governo nuovo non può essere una formula politicista – prosegue Raciti – dietro cui nascondere un semplice rimpasto, ma l’occasione di una svolta nella quale anche il Pd è chiamato alla responsabilità di dimostrarsi partito e non sommatoria di correnti. Per questa ragione chiediamo che il Partito democratico partecipi a questa esperienza indicando i propri uomini non nelle segreterie particolari dei singoli deputati ma nei propri organismi dirigenti, assumendo una responsabilità nei confronti del governo, dei propri elettori e di tutti i siciliani”.

”Con la stessa determinazione chiediamo al presidente della regione di convocare le forze politiche della coalizione ed indicare con chiarezza gli obiettivi e le modalità con cui formare un governo nuovo – ha aggiunto – Non è, per noi, l’occasione per distribuire pagelle e voti ai singoli, ma l’occasione per definire un progetto e una squadra che vincolino i partiti e ci permettano di interloquire con le forze sociali sulla base di un progetto e non sulla base di una permanente logica di scambio”.

”Per affrontare bene questa sfida sarà bene che anche il partito democratico cambi profondamente ed affronti i suoi limiti storici una volta per tutte. Siamo stati – ha aggiunto – troppo a lungo, un partito bicefalo, con due teste e due culture contrapposte: da un lato la cultura della creazione del consenso personale attraverso un utilizzo distorto della spesa pubblica. Le recenti vicende che hanno colpito alcuni nostri dirigenti, quale che sia l’esito della vicenda giudiziaria in cui auguro loro di dimostrare la propria innocenza, hanno infatti il sapore non di un problema giudiziario ma di un problema politico legato ad un modo di costruzione del consenso clientelare che è fuori dal nostro recinto. Al capo opposto conviviamo con una cultura che teorizza il rapporto ancillare tra politica e procure, dove la prima accompagna le seconde, uniche detentrici della possibilità di riscatto della nostra terra”.

Immediata la replica del governatore: “Raciti arriva adesso e non si è accorto che il governo nuovo esiste già. Il Pd vorrebbe un governo lottizzato dai partiti. Da parte mia nel novembre del 2012 ho evitato che venissero inseriti degli assessori del Pd protagonisti di inchieste”.

Sul caso Genovese Crocetta si eprime invece in questi termini: “Non valuto penalmente Genovese, valuto politicamente un sistema. Il sistema dei padroni dei partiti che controllano tessere e congressi”.


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