Via Maqueda, commercianti in ginocchio| "Questa non è una vera isola pedonale" - Live Sicilia

Via Maqueda, commercianti in ginocchio| “Questa non è una vera isola pedonale”

Uno dei varchi chiusi al traffico in via Maqueda

di SALVATORE PERI A circa tre mesi dalla chiusura al traffico dell'importante arteria cittadina, commercianti e residenti lanciano il loro grido d'allarme. Raccolte duecento firme per chiedere al Comune la riapertura alle auto dal 1 aprile. IL VIDEO

PALERMO - IL REPORTAGE
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7 min di lettura

PALERMO – “Questa non è una vera isola pedonale”. Fra i commercianti di via Maqueda, storico asse viario che collega via Ruggero Settimo alla Stazione centrale, è questo il commento più frequente sulla chiusura al traffico durante l’orario lavorativo da piazza Verdi ai Quattro Canti. Il malcontento dei titolari degli esercizi commerciali, però, unito a quello dei residenti, sembra assumere i contorni di un urlo disperato per denunciare quella che, parere di gran parte degli esercenti che abbiamo sentito, si è rivelata solo “una trovata pubblicitaria del Comune – dice Antonio Raccuglia, titolare dell’omonimo negozio d’abbigliamento -. Hanno reso inaccessibile questo tratto di strada senza considerare le conseguenze per noi commercianti”.

Ma facciamo un passo indietro per ricostruire i fatti. Dopo il crollo del tetto nel collegio San Rocco dello scorso 19 agosto il Comune decise di chiudere via Maqueda dall’incrocio con via Cavour fino al luogo dell’incidente. Da lì, tra pareri discordanti proprio dei commercianti, nacque l’idea di una via Maqueda chiusa permanentemente al traffico veicolare. Con l’arrivo delle festività natalizie quell’idea divenne realtà e molti ricorderanno il sindaco che scese in strada per promuovere l’iniziativa. “E’ un’ordinanza che risponde alle richieste dei cittadini – disse Orlando -. C’è una fantastica sintonia con i commercianti che hanno scoperto che vivere senza macchine vuole dire vivere meglio e fare più affari”. A quella prima ordinanza, che prolungava la pedonalizzazione fino al 31 gennaio, ne fece seguito una seconda, annunciata dall’assessore alla Mobilità Tullio Giuffrè, con la proroga dello stop alle auto fino al 31 marzo e la conseguente conferma delle fasce orarie di chiusura 9,30-13 e 16-20 (sabato e domenica, orario continuato dalle 9,30 alle 20). Ad oggi difatti gli attraversamenti possibili sono quelli individuati nelle vie Bari, Candelai e Cavour con un percorso alternativo lato monte: discesa dei Giovenchi, via Panneria, via Judica e via Gioiamia. Gli unici mezzi che hanno la possibilità di circolare sono quelli delle forze dell’ordine, veicoli di emergenza e soccorso, autobus, taxi, disabili, veicoli a noleggio e delle strutture alberghiere, residenti in uscita.

“Questa seconda ordinanza, che doveva portare alle valutazioni sui lavori da effettuare sulle manutenzioni e sull’arredo urbano, ad oggi non ha però portato a nulla – dice Maurizio Mazzola, altro commerciante all’angolo con via Sant’Agostino -. Il sindaco e la sua giunta ci avevano fatto delle promesse ben precise che sono rimaste tali”. Gianfranco Corallo, titolare di ‘Saurino’, si ritiene perplesso: “Perchè continuate a chiamarla isola pedonale? Questa è soltanto una zona a traffico limitato dove la gente che si permette di camminare al centro della carreggiata rischia d’essere abbattuto da un qualsiasi mezzo che possiede un’autorizzazione. Non è certo il concetto di isola pedonale che tutti conosciamo”.

La luna di miele fra Comune e commercianti sembra lontana, o forse non è mai iniziata come tiene a precisare Paolo Conciauro, tra i commercianti che ci hanno segnalato lo stato di degrado in cui versa via Maqueda: “Centinaia di turisti ci chiedono ‘Come mai la via che unisce il Teatro Massimo ai Quattro Canti è così degradata?’. Noi non siamo capaci di dare una risposta. Abbiamo visto il Comune attivarsi per via Ruggero Settimo, Piazza Castelnuovo e via Notarbartolo ma mai per via Maqueda dove sembra difficile anche cambiare una lampadina. Con tutta sincerità ci aspettavamo ben altro degli attuali vasi piazzati lungo la carreggiata o della segnaletica errata che si trova un pò lungo tutta la strada. Come se poi non bastasse l’ingresso concesso a tutti i mezzi, che non siano l’auto del privato cittadino, assistiamo all’apertura al traffico anche durante le manifestazioni pubbliche”.

COMMERCIANTI A FAVORE Per Daniela Sorrentino, portavoce dei commercianti favorevoli alla chiusura della strada: “La completa pedonalizzazione avverrà solo dopo il 31 marzo. Intanto l’amministrazione ha convocato il 12 febbraio una conferenza di servizi con tutte le società partecipate interessate come Rap, Amg e Amat per definire il programma dei lavori”. Bisogna infatti rifare i marciapiedi, trovare percorsi alternativi agli autobus, sostituire le piante più malconce con dei paletti e piazzare le panchine e gli altri elementi di arredo urbano. “L’amministrazione sta dimostrando di muoversi con competenza e coerenza, attendiamo con fiducia che il Comune si muova in tal senso”.

LA CIRCOSCRIZIONE E a confermare il ‘no’ da parte di commercianti e residenti all’attuale isola pedonale è anche la revoca approvata, un paio di giorni fa, dal Consiglio della I^ Circoscrizione con la mozione presentata dal vicepresidente Ottavio Zacco. “Il Consiglio – afferma  Zacco – ha condiviso che la pedonalizzazione sperimentale di Via Maqueda sia stata un fallimento e che sia dunque necessario interromperla entro il 31 marzo. L’area pedonale così com’è, senza le navette che colleghino i parcheggi con il centro e la mancanza di una programmazione per il rilancio del commercio, ha umiliato la via Maqueda, e l’intero centro storico”

IL PROGETTO INIZIALE Nel nostro tour lungo via Maqueda incontriamo anche Salvatore Lo Gioco, giovane architetto di Ribera, che in merito alla pedonalizzazione di questa strada aveva messo a disposizione il suo lavoro per un progetto condiviso con i commercianti: “A dicembre presentammo al sindaco Orlando il progetto, intitolato ‘Maqueda, Maqueadaè, Maquesarà’, che prevedeva la riqualificazione dell’asse viario rendendolo vivibile per cittadini e commercianti. L’amministrazione si disse entusiasta della nostra idea ma ad oggi tutto tace. Ciò che serve a via Maqueda non è un’isola pedonale, bensì un percorso pedonale che si integri e si rapporti con la città”.

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA Sono duecento le firme per dire “no” all’isola pedonale di via Maqueda. Sono quelle raccolte da Confartigianato Palermo, che con una petizione che sarà presentata al sindaco di Palermo Leoluca Orlando e all’assessore Marco Di Marco, si fa portavoce dei disagi di commercianti e residenti. Tra i nomi in elenco, quelli di attività commerciali che rischiano di chiudere per il calo degli affari. “Dopo la raccolta delle duecento firme da parte dei commercianti che non sono d’accordo con una eventuale proroga dell’isola pedonale di via Maqueda – dice il presidente di provinciale Nunzio Reina – la nostra richiesta di un incontro con il Comune di Palermo è stata accolta. Porterò avanti le esigenze dei negozianti che hanno firmato la petizione, perché Confartigianato Palermo non vuole scontrarsi con nessuno, ma pretende che alle aziende venga data la possibilità di sopravvivere. Quello che chiederò giorno 30 marzo, data dell’incontro, è una ‘prova’: riaprire per due mesi la strada e capire se la situazione migliora. In questo stato di crisi economica perenne vanno valutate tutte le alternative”.

“Tra questi commercianti che si sono rivolti a Confartigianato per lanciare l’allarme – prosegue Reina – ci sono insegne storiche, pilastri del commercio palermitano. Se dovessero sparire anche loro potremo considerare il centro città morto commercialmente. Avevamo già notato tutti, a settembre, quanto un’isola pedonale lungo quell’arteria può essere nociva, quanto è in grado di peggiorare la crisi che già attanaglia le imprese artigiane e commerciali. Ciò nonostante, la strada continua a rimanere chiusa”.

ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia, attraverso una nota commenta l’esposto presentato in Procura dai residenti di un condominio di piazza Verdi che denunciano l’aumento dei livelli d’inquinamento atmosferico e acustico e chiedono di riaprire alle auto il tratto di via Maqueda da piazza Verdi ai Quattro Canti. “Il Treno Verde ha fotografato nei tre giorni di monitoraggio a Palermo una situazione di certo critica, ma ribadiamo con forza la necessità di non strumentalizzare i nostri rilevamenti scientifici. Rispondere alla mal’aria di città con la riapertura delle poche aree pedonalizzate non solo è una follia, ma rischia di vanificare ogni sforzo fatto fin’ora. È lo stesso concetto di mobilità che va rivoluzionato. C’è chi è convinto che gli spostamenti possano avvenire soltanto con l’auto privata. E, indubbiamente, visto anche lo stato del trasporto pubblico, non gli si può dare troppo torto. Piuttosto che folli idee di riapertura delle isole pedonali sarebbe il caso di estenderle. Bene ha fatto l’assessore comunale alla Mobilità Tullio Giuffrè a non fare passi indietro e a dichiarare di voler ‘guardare la questione dal punto di vista globale, pensando a via Maqueda ma anche a tutta la città’. All’assessore ricordiamo, però, che dal Treno Verde abbiamo lanciato la proposta al Comune di arrivare alla completa chiusura alle auto nell’intero centro storico. Si potrebbe partire fin da subito con Corso Vittorio Emanuele; una prima ma importante novità. Non servono grandi opere per migliorare la qualità dell’aria in questa città, ma coraggio: investire nella mobilità integrata, offrire agli utenti un servizio di trasporto pubblico efficiente e a costi ragionevoli. Altrimenti continueremo ad essere schiavi del traffico”.


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