Mafia, confisca milionaria al clan Pillera |Sigilli a due società di costruzioni - Live Sicilia

Mafia, confisca milionaria al clan Pillera |Sigilli a due società di costruzioni

Di LAURA DISTEFANO - La Direzione Investigativa Antimafia di Catania ha eseguito un decreto di confisca di beni per oltre 2 milioni e 800 mila euro riconducibili a Salvatore Rapisarda. La replica della difesa: "Mai stato elemento di vertice della cosca". Il sottosegretario Castiglione: "Operazione importante" (link).

tra catania e messina
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CATANIA – Rosy Bindi, presidente della Commissione Nazionale Antimafia lo aveva detto: “Catania è un modello da seguire nella gestione dei beni confiscati”. A quel patrimonio milionario oggi si aggiungono altre risorse strappate ai tentacoli della piovra. Gli ufficiali della Dia hanno eseguito un decreto di confisca di beni per oltre 2,8 milioni di euro riconducibili a Salvatore Rapisarda. Il destinatario della misura emessa dal Tribunale di Catania è stato condannato per associazione mafiosa negli anni ’90, in particolare Salvatore Rapisarda, 66 anni, sarebbe stato affiliato al Clan Pillera che da diversi anni opera a Catania.

I sigilli della confisca – si legge nel comunicato diramato dal Centro Dia di Catania – riguardano un’impresa individuale e l’intero compendio aziendale di due società di costruzioni edili riconducibili al boss dei Pillera. Rapisarda avrebbe intestato fittiziamente ai figli il capitale sociale delle due aziende. L’indagato, insieme ad un sodale, Antonino Strano Stellario, è uno dei fondatori della società denominata Rapisarda Costruzioni. Stellario è molto conosciuto dalle forze dell’ordine per diverse condanne per mafia. A fare da tramite con Rapisarda – secondo la Dia –  era la moglie di Stellario, uomo di vertice del clan Pillera, che al momento è detenuto per scontare una sentenza a 13 anni emessa in primo grado l’anno scorso dal Tribunale di Catania. Inoltre Stellario è stato destinatario di una confisca, eseguita sempre dalla Dia lo scorso 12 febbraio, di beni per un valore di due milioni di euro.

Il provvedimento, che parte dalla proposta di sequestro avanzata diverso tempo fa dal direttore della Dia De Felice, scaturisce da una complessa indagine patrimoniale da cui emerge una sperequazione tra i redditi dichiarati e quanto investito nel corso degli anni da Salvatore Rapisarda. Il patrimonio – secondo la Dia – è cresciuto immettendo nella società i proventi frutto dell’attività del clan mafioso. Il profilo accusatorio ha convinto il tribunale che ha emesso il decreto di confisca.

LA DIFESA.  Il provvedimento a cui fa riferimento la Dia è stato depositato nel mese di febbraio. E’ bene evidenziare che Rapisarda è stato condannato per associazione mafiosa ma non è mai stato ritenuto un elemento di vertice del Clan di riferimento. A dimostrazione della totale mancanza di indici di pericolosità il Tribunale ha rigettato la misura di prevenzione personale, accogliendo solamente quella reale e cioè di sequestro e confisca dei beni. I legali di Rapisarda hanno già presentato ricorso avverso al provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania ed è stata già fissata l’udienza prima dell’estate.


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