Rifiuti connection, la difesa: "Russo?| Deus ex machina dell'Aimeri" - Live Sicilia

Rifiuti connection, la difesa: “Russo?| Deus ex machina dell’Aimeri”

Davanti al Gup di Catania Alessandro Ricciardolo sono iniziate le arringhe difensive del processo "Nuova Ionia".

il processo
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Roberto Russo

CATANIA. Era Roberto Russo, cui la ditta Aimeri Ambiente aveva affidato il ruolo di responsabile del personale, a gestire direttamente i rapporti con i sindaci e gli assessori dei 14 comuni dell’ormai ex Ato CT1. E’ questo uno degli elementi centrali emersi ieri al Tribunale di Catania nel corso dell’udienza del processo, con rito abbreviato,”Nuova Ionia”. Davanti al Gup Alessandro Ricciardolo, dopo la deposizione delle memorie dei legali di parte civile, sono state esaminate le posizioni dei primi imputati, tutti i funzionari pubblici di Mascali accusati di corruzione aggravata. Presenti in aula l’ex sindaco Filippo Monforte, l’ex funzionario dell’area tecnica Bruno Cardillo e l’ex assessore all’Ecologia Rosario Tropea.

Roberto Russo, ritenuto dall’accusa affiliato al clan Cintorino, è imputato nello stesso procedimento, ma con rito ordinario, per associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata dall’uso delle armi e dall’aver finanziato l’attività del Clan Cintorino, per traffico di sostanze stupefacenti e per detenzione e porto d’armi.

LE ACCUSE. Secondo la Procura di Catania Filippo Monforte, Bruno Cardillo e Rosario Tropea avrebbero ottenuto da Roberto Russo la promessa di assunzione di alcuni soggetti da loro segnalati, in cambio dell’affidamento alla cooperativa “Alkantara 2001”, gestita dallo stesso Russo, di alcuni interventi di bonifica delle microdiscariche formatesi sul territorio di Mascali. Un affidamento dato compiendo un atto contrario ai doveri d’ufficio. Quei lavori, sempre secondo l’accusa, sarebbero già stati compresi nel capitolato d’appalto siglato tra la Joniambiente, società d’ambito composta dai 14 comuni del comprensorio ionico etneo, e l’Aimeri Ambiente, l’azienda affidataria del servizio di raccolta dei rifiuti. Non solo. Gli interventi di rimozione delle microdiscariche sarebbero stati pagati dal comune di Mascali anche con compensi maggiorati rispetto ai servizi resi dall’ “Alkantara 2001”.

In una delle conversazioni intercettate l’ex sindaco Monforte dice a Russo “… e poi ci su…quattru amici c’hannu a travagghiari, o voi o non voi…”. Secondo la Procura sarebbe la dimostrazione del patto intercorso tra gli imputati.

LA DIFESA. “Era il deus ex machina dell’azienda Aimeri Ambiente. Con Roberto Russo si interfacciavano tutti gli amministratori pubblici”. Così Antonino Lattuca, difensore di fiducia di Monforte e Cardillo, ha spiegato il motivo delle conversazioni che intercorrevano tra il suo assistito e l’ex responsabile del personale dell’azienda milanese. Di Russo, all’epoca incensurato, nessuno poteva sospettare, ha proseguito l’avvocato Lattuca, che avesse collegamenti con gli ambienti criminali, visto il ruolo affidatogli all’interno della ditta. Ma secondo la difesa sarebbe errata anche l’interpretazione dei servizi compresi nel contratto tra la Joniambiente e l’Aimeri. La rimozione di scarti edili ed inerti, classificati tra i rifiuti speciali, non sarebbe spettata all’azienda ma al comune. Circostanza che legittimerebbe l’affidamento all’ “Alkanatara 2001”, in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge, del servizio di bonifica di alcune aree del territorio comunale. Poco meno di 5500 euro la cifra complessiva liquidata dall’ente alla cooperativa. Ed in merito all’accusa di aver ottenuto dal Russo la promessa di assunzione di alcuni amici segnalati, il legale Antonino Lattuca ha escluso il collegamento. “Non è noto il contesto nel quale l’espressione si inserisce – ha detto il legale – e non risulta neanche indiziariamente provata l’effettiva assunzione dei quattro dipendenti”.

Carmelo Lisi, legale dell’ex assessore Tropea, ha invece sottolineato le precedenti pronunce del Gip e del Tribunale del Riesame, secondo i quali mancherebbero elementi sufficienti a dimostrare tutte le accuse. Entrambi i difensori di fiducia, al termine delle loro arringhe, hanno chiesto l’assoluzione dei tre imputati.

L’unico ad aver rilasciato dichiarazioni spontanee è stato l’ex funzionario Bruno Cardillo, in pensione da tre anni. “Dopo 38 anni di servizio – ha detto – mi sento accusato di cose che non ho commesso”.

La prossima udienza sarà celebrata il 9 aprile.


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