MESSINA – Dispiaciuto per la vicenda che lo ha visto coinvolto, ma allo stesso tempo fiducioso nel lavoro dei magistrati e voglioso di dimostrare la propria estraneità ai fatti che gli vengono contestati. Il deputato regionale dei Drs, Marcello Greco, affida ad una nota per la stampa la sua “difesa”, dopo il rinvio a giudizio per la vicenda degli oneri riflessi: fatti che risalgono al 2010, quando era consigliere comunale di Messina. Il parlamentare regionale dovrò difendersi nel processo fissato per giorno 21 settembre prossimo, dall’accusa di falso e truffa.
“In riferimento alle vicende che mi riguardano, sfociate nel rinvio a giudizio, mi preme fare delle precisazioni”. Scive Greco in una nota. “Innanzitutto la mia fiducia nella magistratura e la certezza che in fase dibattimentale chiarirò la mia posizione di assoluta estraneità ad ogni fatto che mi viene contestato. E’ mia intenzione inoltre, difendere la mia onorabilità in ogni sede, ribadendo che la mia posizione, non avendo riportato alcuna condanna, è tutta da chiarire, in quanto il rinvio a giudizio non costituisce una sentenza definitiva”.
Con la politica l’on. Marcello Greco ci ha solo rimesso, stando a quanto afferma nel documento. “La mia attività politica, dapprima come semplice consigliere comunale, in seguito come assessore, e infine come deputato regionale, si è sempre contraddistinta da un impegno civile e da un autentico spirito di servizio nei confronti del mio elettorato. La mia storia di uomo politico, parla a mio favore e testimonia la mia onestà e la mia trasparenza e in quanto tale, sempre devoto alla politica. Non sono sceso in campo per cambiare o migliorare la mia posizione economica, anzi al contrario, il mio impegno sociale ha contribuito ad “alleggerire” le mie finanze. Sono rammaricato per i fatti in questione, non essendo tra l’altro abituato a questo genere di esposizione mediatica che è stata appesnatita anche dalla divulgazione di notizie alterate sulle quali non intendo entrare nel merito poiché mi riservo di farlo nelle opportune sedi giudiziarie”.
