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Via libera al Def | Renzi: “E’ giustizia sociale”

Il premier: "Per noi le riforme sono un impegno morale assoluto".

 

l'ok del consiglio dei ministri
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ROMA – Il consiglio dei ministri ha approvato il Def. ”La crescita la stimiamo allo 0,8% (nel 2014), diversa dall’1,1% stimato prima”. Ha detto il premier Mattero Renzi nella conferenza stampa al termine del Cdm e poi scherzando ha aggiunto: “Il ministro Padoan oggi si è trovato in grandissima difficoltà non per le tensioni sul Def ma circa la prova tv che riguarda Destro visto che è noto tifoso”. “A partire dalla previsione sulla crescita” nel Def ci sono stime dettate da “estrema prudenza e aderenza alla realtà. Spero che saranno smentite in positivo”.

Le riforme “non sono solo un punto orgoglio di questo governo o un elemento fondamentale perché promesso ma una precondizione della ripresa economica. Senza non c’é credibilità”. Renzi ha affermato che le riforme sono “un impegno morale assoluto da parte nostra”. “So che su questo tema ogni giorno c’è ne è una, capisco l’ansia di visibilità nel mio e in altri partiti. Ma al di là del bisogno di dimostrare che si esiste lanciando ipotesi non realizzabili confermo tutti gli impegni che ci siamo presi”. E confermando gli imnpegni presi sulle riforme: “Noi rispettiamo tutti, discuteremo ancora in dettaglio sulla riforma del Senato, che è arrivata a Palazzo Madama dopo la verifica del Colle ma non si rimette tutto in discussione come se dopo 20 anni sia ammissibile tornare da capo su ogni discussione”.

Bisogna avere ”autorevolezza morale per poter dire anche che nel mondo della P.a. bisogna iniziare a stringere la cinghia. E’ in corso rivoluzione sistematica, non solo riformare un ente. Confermo anche l’impegno dello ‘Sforbicia-Italia’ e sulle municipalizzate”, ha sottolineato il premier.
Il decreto sul taglio dell’Irpef sarà presentato venerdì 18 “perché necessita del passaggio del Def in Parlamento che avverrà il 17”.

“2,2 miliardi arriveranno dall’ aumento del gettito Iva e dall’aumento della tassazione sulla rivalutazione delle quote Bankitalia”. Così Renzi illustrando le coperture per il calo dell’Irpef, che nel complesso ammonteranno a 6,7 miliardi.
Il taglio del cuneo fiscale è di “10 miliardi e per il 2014 servono 6,7 miliardi, di cui 4,5 miliardi arriveranno dalla spending”.

Con gli 80 euro in busta paga ”gli italiani avranno la 14/ma grazie all’operazione di questo governo. E’ giustizia sociale: in questi anni alcuni hanno preso tanto. Troppo. Ad esempio i manager pubblici. Che ora non potranno prendere più di quanto prende il Presidente della Repubblica”. E annunciando i tagli agli stipendi dei manager: “238.000 euro per chi lavora nel pubblico è più che sufficiente, è un elemento di limite che ci vuole, in questi anni si è totalmente sforato”.

“Il 10 per cento della retribuzione la si prenderà solo se il paese va bene come le stock options nelle aziende. Non è possibile che un manager prenda un premio massimo se il paese va a rotoli. Da adesso inizia a pagare chi non ha mai pagato, è un’operazione di giustizia sociale”. E parlando dei tetti agli stipendi pubblici: “Spero che anche gli organi costituzionali accettino l’equiparazione al presidente della Repubblica e abbiano la lungimiranza, il coraggio e l’intelligenza di tornare in sintonia col Paese”.

E sul timing delle riforme: “Entro il 25 maggio” il Senato batterà il “primo colpo sulla riforma del Senato e del Titolo V, che vuol dire anche eliminare ‘rimborsoboli'”, ha spiegato Renzi.

“L’Italia ce la può fare. Non è vero il ritornello: non ce la faremo mai, siamo condannati al declino”, ha detto Renzi sottolineando che l’operazione Irpef contribuirà a restituire fiducia agli italiani.

”Si c’e’ una soluzione tecnica che riguarda gli incapienti. Quelli che ricevono meno 25000 euro lordi l’anno (1500 netti) sono circa 10 milioni con gli incapienti sono 14-15 milioni (10 piu’ 4 di incapienti)”.

E sui tagli alla Sanità Renzi ha assicurato: ”Non ci saranno tagli lineari: sulla salute in prospettiva spenderemo di più perche’ si invecchia. Crescono malattie piu’ complicate”.

“Semplificare parte da alcuni gesti, come l’abolizione del Cnel…a casa saranno terrorizzati ma il Cnel è stata un’occasione persa in 70 anni”, ha concluso il premier.


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