I siciliani in viaggio - Live Sicilia

I siciliani in viaggio

Da un’indagine condotta da Demopolis qualche tempo fa, emergeva che, diminuito, a causa della crisi, il numero dei giorni di vacanza, i siciliani organizzano sempre più soggiorni a basso prezzo o gite brevi, preferibilmente in auto.

Non siamo più un popolo di eroi né di santi, ma restiamo tenacemente un popolo di viaggiatori. Se poi si sia effettivamente tali, o persone che si spostano, è un quesito demandato alla coscienza individuale. L’adesione ad uno stile di viaggio è legata a dati sociali, caratteriali, familiari e generazionali. Oltre che, ovviamente, alle disponibilità economiche.

I siciliani non costituiscono eccezione alla regola. Uno sguardo alla storia recente dei loro viaggi (per tacere delle ondate migratorie che hanno segnato il secolo scorso) a partire dal secondo dopoguerra, rivela come si sia passati dagli anni nei quali viaggiare era un lusso, ci si spostava in corriera o treno e le vacanze erano temporanei trasferimenti, da ricambiare, a casa dei parenti, ai tempi recenti, nei quali l’aereo è diventato il mezzo di trasporto preferito, i continenti sono tutti accessibili e le nuove tecnologie hanno contribuito ad ampliare gli orizzonti di viaggio.
A livello nazionale i dati forniti dal report 2013 di Skyscanner rivelano che, sebbene la nazione estera preferita sia la Spagna e la città più richiesta Londra, gli italiani prediligono l’Italia; Catania e Palermo, tra le prime dieci destinazioni prescelte, superano capitali come Berlino e Madrid. E la Sicilia è meta turistica di elezione dei siciliani.

Da un’indagine condotta da Demopolis qualche tempo fa, emergeva che, diminuito, a causa della crisi, il numero dei giorni di vacanza, i siciliani organizzano sempre più soggiorni a basso prezzo o gite brevi, preferibilmente in auto. Apprezzano la varia e vasta offerta di arte, archeologia e enogastronomia della propria regione, criticano una parte delle strutture ricettive, troppo care in relazione ai servizi offerti, e esprimono un giudizio durissimo sul deplorevole stato dei trasporti interni.

Questi dati sono conformi al trend preannunciato da uno studio del Codacons, che aveva avvisato che il 55% degli italiani sarebbe rimasto a casa durante le vacanze estive e che la durata dei soggiorni, così come il budget per persona, si sarebbero ridotti. Le mete agostane dei siciliani sono state, nel 2013, Cefalù, Mondello, San Vito Lo Capo,Taormina, la Playa, Capo d’Orlando, Scala dei Turchi e Marina di Ragusa.
In vista delle vacanze di Pasqua e aperta già la programmazione per la prossima estate, le compagnie di crociera continuano a puntare sugli itinerari del Mediterraneo con scalo soprattutto a Palermo e Messina; tra le mete estere tradizionali, i paesi del nord-Africa sono in ribasso, principalmente per motivi di sicurezza, sostituiti da Grecia, Croazia, Spagna e Turchia, mete del turismo “fai da te” grazie alla vasta gamma di voli low cost che partono dagli aeroporti siciliani e alla facilità di reperire sistemazioni tramite ricerche sul web.

Rimangono costanti la richiesta di tour in Europa, le prenotazioni per le grandi capitali, i viaggi di nozze, per chi può ancora permetterselo, verso mete esotiche, e i viaggi spirituali, resi più agevoli dai buoni collegamenti da Catania e Palermo.
Proviamo a tracciare il profilo del viaggiatore siciliano. Condizionato dalla crisi economica, si è fatto accorto; sceglie le destinazioni valutando la possibilità di risparmiare; viaggia con la famiglia, il partner o in gruppo, prevalentemente nel periodo estivo; si affida sempre meno alle agenzie, prediligendo quale fonte di informazione internet e le esperienze degli amici; ha quale destinazione privilegiata le località balneari. I siciliani amano le città d’arte (31%), l’agriturismo (20%), mentre il 16%, degli over 54 (da questa età si rileva preminente, rispetto al dato medio, la scelta esclusiva di una destinazione culturale come meta del viaggio nell’Isola, con la relativa visita ai siti archeologici, ai centri storici cittadini, ai musei ed alle mostre) preferisce vacanze termali o in beauty farm.

Restano residuali le destinazioni alternative considerate di lusso: appena il 3% ha effettuato una vacanza esotica negli ultimi tre anni.
Malgrado i collegamenti interni deficitari (la vergognosa rete di trasporti è il tallone d’Achille dell’offerta turistica regionale), i costi di soggiorno e ristorazione non sempre contenuti, due siciliani su tre continueranno a scegliere la Sicilia quale meta delle proprie vacanze nel 2014, grazie alla coesistenza, sul territorio regionale, di prodigi naturali (mare, coste e paesaggi da sogno) accanto alle testimonianze culturali di una storia millenaria. Ma poiché la variabile costo è quella che più incide sulle dinamiche di scelta, potendo contare su pacchetti vacanze last minute, tutto incluso, un terzo dei siciliani che ha una settimana di vacanza a disposizione varcherà lo Stretto perché spende meno che in Sicilia.
Ma come si comporta il siciliano in vacanza?

Se riguardo alla popolazione nazionale Beppe Severgnini, il voyeur degli italiani in viaggio, nel suo ormai classico Manuale dell’imperfetto viaggiatore ci forniva un ritratto dell’italiano in movimento molto simile a quello statico, ma peggiorato dal momentaneo nomadismo, curioso e furbo, rumoroso e ossessionato dallo shopping, che fa razzia di saponcini e gadget e infrange con gioia norme e consuetudini, riguardo ai siciliani sembra che, specie all’estero, tali caratteristiche si amplifichino. Ma oggi, quel che accomuna l’intero bel Paese, dal globe trotter al turista della domenica, è un nuovo imperativo categorico: fotografo ergo sum. Prima di “vedere” una piazza o un monumento, di perdersi in un tramonto, di scrutare un quadro, persino prima di aprire la valigia nell’ ignota stanza dell’ hotel, implacabili estraiamo la nostra longa manus per scattare, scattare e scattare. Sono lontani i tempi nei quali gli italiani, adusi a tutti i livelli ad essere fieri di un patrimonio artistico senza eguali, criticavano i turisti giapponesi che fotografavano persino le vetrine! Adesso se non abbiamo il geolocator attivo e se non postiamo immagini in tempo reale, si può dire che in un luogo non ci siamo stati! Nessuno è indenne, ovviamente: né in Sicilia, né in Italia, né nell’universo mondo. Tutti rispondono al richiamo del web. APPARIRE. Parafrasando Proust, il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuove foto. E non nuovi occhi.

Una cronaca semiseria racconta che il siciliano abbandona il proprio territorio solo se costretto dalla fame o dall’Interpol, che fuori dai confini non ami socializzare con i continentali, considerati stranieri non meno dei kazaki, e che si faccia un dovere di cogliere ogni occasione possibile per affermare che la mafia non esiste. Si adatta rapidamente al posto di arrivo, provando subito a forgiarlo a immagine e somiglianza di un qualsiasi quartiere di Palermo o di Catania. Nell’ordine, si lamenta del tempo, di quanto gli manchino gli arancini ed è capace di affermare che la sabbia dell’atollo di Meeru è tale e quale a quella di Mondello. Convinto che tutti lo debbano capire grazie all’ancestrale gestualità, ha comunque avuto il merito di diffondere il lemma “minchia” nel mondo intero.
Un ritratto più serio coglie i siciliani in alcuni flashback non troppo lontani dalla precedente descrizione: mentre scavalcano impunemente le file inglesi, rispondendo, a chi li apostrofa come “unpolite” (cogliendo nel falso amico un inesistente ruvido cenno alla propria pulizia personale), “noi avevamo acquedotti e bagni prima di Cristo e voi non avete il bidet”; mentre muoiono di fame in Giappone e in Cina; persi a inseguire il punto Wi-Fi più attivo persino in mete esotiche come la Birmania. Durante percorsi a piedi, dopo neanche cento metri si lamentano; non fanno che rimpiangere le spiagge appena lasciate, i confort delle loro case, la pasta al forno e la granita. Viaggiano vestiti come per la serata a teatro e pretendono l’acqua calda anche all’Equatore; li senti affermare che sarebbe stata meglio un’altra giornata nel resort con piscina, invece che visitare villaggi e mercati, che visto uno li hai visti tutti. Atavicamente negati per le lingue deprecano il proprio Inglese (“ e dire che al liceo lo parlavo così bene”); davanti a un monastero buddista che sembra un ricamo fotografano a turno coi loro Samsung S4 un fuoristrada Toyota ultimo modello; poi si fotografano a vicenda. Vorrei poter dire che si tratta di esempi inventati.
Mi sono sempre chiesta, andando all’estero, da cosa uno straniero intuisca che sono siciliana, anche se resto immobile e non dico una parola. Poi mi scosto un momento, osservo il gruppo, e capisco. Come è noto, l’abitante dell’Isola quando parla muove simultaneamente le mani, come un direttore d’orchestra. E quando, in piena era digitale, in qualche strano luogo e per qualche sinistro motivo anche per pochi momenti viene privato del sacrosanto diritto di mandare un messaggio o di rispondere in chat, che gli sia almeno consentito di gesticolare vorticosamente. Marcia attraverso le località da visitare litigando da solo, con un auricolare nell’orecchio e lo smartphone in mano, mentre parla scrive su whatsapp a un secondo interlocutore, contrariato perché non ci sono emoticon adatti a ogni suo stato d’animo, a partire da “m’abbutta”.

Per il siciliano-che-espatria la tecnologia non ha più segreti. Fa il check-in online, ma  arriva tre ore prima in aeroporto; ha la carta d’imbarco sullo smartphone, ma in tasca anche una copia stampata per sicurezza. Mentre attende che annuncino il volo legge un ebook su Kobo con la sinistra, con la destra twitta, e addenta nel contempo un panino con la frittata. All’atterraggio dell’aereo, manifesta un attacco di sordità. Mentre ancora riecheggiano il benvenuto multilingue e le notizie climatiche, l’implorazione “vi preghiamo di rimanere seduti con le cinture allacciate e di mantenere i cellulari spenti fino ad apertura delle porte” si perde nel vuoto. Alzandosi di scatto, mentre tira sulla testa dei malcapitati vicini il bagaglio a mano, ecco che accende immediatamente il telefonino e informa chi di dovere che “siamo ancora sull’aereo”. E poi, comincia l’avventura.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI