Smontato il gazebo del Baretto | Il Tar "salva" un altro negozio - Live Sicilia

Smontato il gazebo del Baretto | Il Tar “salva” un altro negozio

Il cartello di protesta all'ingresso del Baretto di via XX Settembre a Palermo

Dopo il no alla richiesta di proroga è scattato il primo dei 5 giorni di chiusura inflitti al Baretto di via XX Settembre per occupazione del suolo pubblico. Il supermercato Prezzemolo&Vitale, di via Villafranca, invece, ha ottenuto la sospensiva dal Tar. Confartigianato: "Ormai è un groviglio legale ma il Comune non ne viene a capo".

PALERMO – È scattata stamattina, come previsto, la chiusura per cinque giorni del Baretto di via XX Settembre, uno dei tanti locali multati dal 2012 a oggi per occupazione abusiva del suolo pubblico. E nel frattempo stamattina gli operai incaricati dalla titolare hanno provveduto a smontare la struttura. Lo stesso provvedimento di chiusura per 5 giorni doveva colpire il supermercato Prezzemolo&Vitale di via Villafranca ma proprio in queste ore il Tar ha accordato una sospensiva come già successo nei casi di Lord Green, Moving Cafè, Pizzo&Pizzo, La Braciera, Jackass e Lo Scrigno dei Sapori. L’udienza per Prezzemolo&Vitale è fissata per il 13 maggio.

Tutti i titolari delle attività, sanzionati prima dell’ordinanza sindacale del 17 marzo, possono ottenere soltanto una proroga della chiusura fino a un massimo di venti giorni con l’obbligo comunque di ripristinare lo stato dei luoghi. Dal 17 marzo in poi la pena accessoria dei cinque giorni scatta solo in caso di recidiva. La proroga di venti giorni, tuttavia, non è stata concessa alla proprietaria del Baretto di via XX Settembre, Agata Benenato, che a gennaio è stata multata per il gazebo e che da oggi dovrà chiudere l’attività per cinque giorni, proprio nella settimana precedente alla Pasqua. Stamattina la titolare del bar ha protestato riunendo amici, clienti e altri ristoratori e affiggendo all’ingresso del locale un cartello contro l’amministrazione comunale e le associazioni di categoria, eccezion fatta per Confartigianato. “Il gazebo è lavoro, la priorità del sindaco è eliminare il lavoro – recita il cartello –. Grazie sindaco che il tuo lavoro lo hai saputo fare, grazie di averci abbandonato. Grazie anche ai nostri invisibili rappresentanti sindacali della Confcommercio. L’unico sincero grazie va al presidente di Confartigianato, Nunzio Reina”. Nel pomeriggio i commercianti hanno organizzato un nuovo sit in proprio davanti al Baretto che intanto ha smontato la struttura.

“Abbiamo ricevuto la sospensiva del Tar in mattinata – annuncia la signora Giuseppina Vitale del supermercato Prezzemolo&Vitale –. Pensiamo che alla fine la sanzione di chiusura verrà annullata perché a nostro parere è illegittima. I cinque giorni di chiusura mi sono stati comminati per due piante e uno scivolo per i portatori di handicap, arredi che non hanno fini commerciali. Senza contare che lo stato dei luoghi l’ho ripristinato dopo un’ora. Ma l’intera gestione delle contravvenzioni è portata avanti con una leggerezza unica, ogni caso andrebbe analizzato a sé. Non c’è un regolamento e non abbiamo punti di riferimento per sapere cosa fare. Prima si faceva una programmazione e dopo si sanzionava chi non si atteneva alle nuove regole”.

“Questa è la quarta settimana di sanzioni ai locali. Ogni settimana ci sono dieci notifiche e dieci chiusure – dice Marco Mortillaro, responsabile del settore commercio alla Confartigianato –. Oggi erano previsti Baretto e Prezzemolo&Vitale, poi saltato. Nei prossimi giorni, dipenderà poi dalle festività pasquali, dovrebbero essere colpiti dal provvedimento Le Volte, Il Marchese, Basquiat, Vinile, la trattoria Biondo e altri. Ma alcuni, come il Marchese, il Basquiat o il Vinile, hanno presentato un’istanza al prefetto e secondo i legali, stante il processo in essere, non dovrebbero essere chiusi. Se il prefetto sospende la chiusura, inoltre, l’istanza tornerà in mano ai giudici di pace. Come si vede sta diventando sempre più un groviglio legale mentre il Comune non dà risposte”. “Ma il vero paradosso – conclude Mortillaro – è che il Put prevede che alcune delle zone in cui si trovano i locali diventino isole pedonali e così i titolari potrebbero essere nuovamente autorizzati a installare i gazebo. Purtroppo in tutto questo l’amministrazione è del tutto assente”.

“A Palermo si sono persi 46 mila posti di lavoro, la riduzione dei consumi per ogni famiglia supera il 25% ma in città continuano a chiudere le attività commerciali nella settimana di Pasqua – afferma in una nota il presidente di Confartigianato, Nunzio Reina –. Oggi, in occasione dell’Osservatorio Economico della Camera di Commercio che ha evidenziato dati molto sconfortanti, mi aspettavo la presenza del sindaco Leoluca Orlando ma la sua assenza ha confermato, ancora una volta, come le associazioni di categoria, portavoce dei diretti interessati penalizzati e danneggiati, vengano screditate. I nostri appelli sono stati inutili: le associazioni avevano chiesto un incontro rimasto tuttora senza risposta. Eppure, le richieste si basavano sull’individuazione di una soluzione che garantisse entrambe le parti, visto che bastano cinque giorni di inattività per far sprofondare nel baratro un esercizio commerciale. A quanto pare coloro che dovrebbero essere i nostri interlocutori non sono interessati e preferiscono il silenzio. Ed io, d’altro canto, mi scuso pubblicamente con gli associati che non ho potuto aiutare per l’assenza di qualunque riscontro. Tra i commercianti – conclude Reina – è riuscito ad ottenere la sospensiva soltanto chi ha avuto la disponibilità economica per fare ricorso. Tutto ciò è gravissimo e rende inutile ed ipocrita ogni parola di solidarietà nei confronti delle imprese che falliscono o chiudono”.

“L’assessore Di Marco – dice il capogruppo dell’Udc, Giulio Cusumano – non dimentichi che l’unico responsabile è lui, che non ha saputo dialogare con il consiglio e con la ‘sua’ maggioranza. Al di là del caso specifico, l’unica verità è che mentre la giunta perde sostegno in aula le imprese muoiono e i cittadini non sanno più come barcamenarsi fra ordinanze, regole, multe. Siamo al paradosso di locali che hanno pagato la tassa ma sono considerati abusivi. È di questo che l’assessore Di Marco dovrebbe preoccuparsi. E, se non riesce a superare la fase di stallo fra la sua giunta e la sua maggioranza, dovrebbe dimettersi. Ci sono lettori che chiedono che fine abbiano fatto i consiglieri: io sono qua, continuo a battermi contro quelle che ritengo ingiustizie, continuo a chiedere chiarezza a questa amministrazione su questa vicenda come su altre. Ma è chi ha i numeri in aula che deve prendersi la responsabilità di governare questa città. O andare a casa”.


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