Neonato abbandonato dalla madre | "Ma quella donna non è un mostro" - Live Sicilia

Neonato abbandonato dalla madre | “Ma quella donna non è un mostro”

La 41enne, accompagnata dalla polizia, ha lasciato l'ospedale Buccheri La Ferla e si trova adesso in una casa famiglia, ai domiciliari. Il suo avvocato, Sergio Di Gerlando: "Vicenda maturata in un contesto di profonda emarginazione, non voleva sbarazzarsi del bambino".

PALERMO – E’ stata dimessa ieri la donna che all’alba dell’8 aprile ha partorito da sola in casa ed ha poi abbandonato il suo neonato sul balcone di una vicina di casa, a Bagheria. La 41enne ha lasciato l’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo accompagnata dai poliziotti ed è stata trasferita in una casa famiglia, agli arresti domiciliari. Il gip Sergio Ziino, del Tribunale di Termini Imerese, ha infatti rigettato la richiesta di applicazione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere avanzata dal pm Francesco Gualtieri. “La signora – spiega l’avvocato della donna, Sergio Di Gerlando – ha bisogno di assistenza. E’ molto confusa, viene da un contesto di grande emarginazione, non ha amici e i pochi parenti non si sono nemmeno recati in ospedale a farle visita. Più i giorni passano, più elabora e si rende conto di quello che è successo. E questa consapevolezza la disorienta enormemente. Bisognerà chiarire con esattezza le sue condizioni psicofisiche, chiederò una perizia in questo senso. Il pm – sottolinea – è purtroppo convinto che alla base del suo gesto ci sia stata la volontà di sbarazzarsi del bambino, ma non è così”.

La 41enne è rimasta ricoverata nel reparto di Ginecologia per dieci giorni. Piantonata dalla polizia 24 ore su 24, non avrebbe ricevuto alcuna visita. “Una condizione di solitudine – prosegue il suo legale – che ha rispecchiato quella in cui ha probabilmente sempre vissuto. Non ha un lavoro, credeva che questo stato di profonde ristrettezze economiche non le avrebbe permesso di tenere il bambino. E per lo stesso motivo non ha rivelato a nessuno di essere incinta: credeva che suo padre e sua sorella l’avrebbero buttata fuori casa”.

Nel frattempo il piccolo è stato riconosciuto dalla donna, che adesso ha chiesto del bambino, dicendo di volerlo abbracciare. “Vorrebbe vederlo – continua Di Gerlando -. In questo momento le manca non sapere nemmeno che volto ha suo figlio. Il suo, quella mattina, è stato un gesto impulsivo, ma non è un mostro: sperava che fosse qualcun altro a prendersene cura. E’ una donna molto fragile con una vita difficile. Se la sua intenzione fosse stata quella di uccidere il bambino, l’avrebbe fatto. Non l’avrebbe lasciato sul balcone facendolo piangere. Per questo l’accusa non dovrebbe essere di tentato omicidio aggravato, ma di tentato infanticidio in condizioni di abbandono morale e materiale”.

“Un’ipotesi di reato più lieve – spiega l’avvocato – che rientra perfettamente in quello che in realtà è successo e nel contesto in cui è maturato”. Il concepimento del bambino sarebbe avvenuto quando la relazione con un uomo che vive fuori Palermo era ancora agli inizi. Poi, alla notizia della gravidanza, il compagno della 41enne avrebbe immediatamente preso le distanze, dicendo che non avrebbe riconosciuto il piccolo alla nascita.

“E così è rimasta sola. -aggiunge il legale della 41enne -. Ha portato avanti la gravidanza, ma al momento del parto, avvenuto prematuramente, non ha saputo come gestire la situazione, reagendo in modo irrazionale di fronte a qualcosa più grande di lei, una condizione che aveva nascosto a tutti. Adesso per noi è importante averle evitato il carcere, che su di lei avrebbe avuto ripercussioni devastanti e, d’altro canto, non c’è alcun pericolo di fuga: starebbe lì anche se non fosse sottoposta ai domiciliari. In una casa famiglia potrà trovare l’assistenza di cui ha bisogno e le forze necessarie per affrontare le fasi successive di un iter che speriamo non sia troppo doloroso. Contiamo nella sua permanenza in questa struttura almeno fino al processo”.

Nel frattempo, le notizie che arrivano dal Buccheri La Ferla, dove il piccolo Angelo Raffaele è ancora ricoverato, sono confortanti. “Il bambino continua a crescere, si sta mettendo in forze – spiegano dal nosocomio di via Messina Marine – e può ormai contare su un’ampia scorta di vestitini e giocattoli”. Numerosi, infatti, i corredini fatti recapitare da associazioni e cittadini per il piccolo, dopo il quale ricovero ha preso vita una vera e propria gara di solidarietà. Molte giovani coppie hanno inoltre già chiesto di poterlo adottare.


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