Coi rapinatori terrorizzava Cefalù| Condannata estetista 'porta a porta' - Live Sicilia

Coi rapinatori terrorizzava Cefalù| Condannata estetista ‘porta a porta’

Giulietta Battaglia, estetista di 45 anni era stata arrestata insieme ad altre sei persone che per diversi mesi avevano seminato il panico nel territorio madonita. In base alle indagini, la donna, grazie al suo lavoro, raccoglieva informazioni sui padroni di casa e faceva da apripista alla banda.

Operazione Moonlight
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CEFALU’ (PALERMO) – Era finita in arresto nel luglio del 2012, nel corso dell’operazione “Moonlight” che portò in cella la banda che per mesi aveva seminato il panico nel territorio madonita. Sarebbe stata lei a spianare la strada ai suoi complici, rapinatori che non si sarebbero fermati davanti a nulla, al punto da ridurre in fin di vita un’anziana che aveva tentato di difendersi in casa sua, la titolare di un negozio di frutta e verdura della zona. Adesso per Giulietta Battaglia, detta “Liliana”, estetista a domicilio 45enne e amante dei cavalli, arriva la condanna definitiva: dovrà scontare undici mesi e sedici giorni.

In base a quanto era emerso dalle indagini, la figura centrale della banda era quella del titolare di un negozio di ricambi per moto di Castelbuono, compagno dell’estetista. Grazie alla sua attività presso il domicilio dei clienti, la donna era riuscita col tempo a raccogliere informazioni dettagliate sui padroni di casa, dalle loro abitudini fino agli orari in cui i suoi complici sarebbero potuti entrare in azione. Ma avrebbe studiato anche i vari sistemi di allarme nelle abitazioni e le possibili vie d’accesso e di fuga. “Senza alcuno scrupolo – aggiungono dal commissariato di Cefalù – l’estetista aveva coinvolto nella banda anche uno dei suoi due figli, Eduardo Di Gangi, patito di auto e moto, nonché due volte campione italiano di Kart 100 che grazie a quanto ricavato dai furti alimentava la sua passione per i motori e le corse”.

Era lei quindi, secondo le indagini condotte dagli uomini del commissario Manfredi Borsellino, a fare da apripista ai rapinatori che ripulivano le ville, svaligiavano le case, aggredivano le vittime andando sempre a colpo sicuro: i malviventi agivano anche in pieno giorno approfittando delle brevi assenze dei padroni di casa che magari erano usciti per fare la spesa o per accompagnare i figli a scuola. In uno dei raid la banda era riuscita a rubare un arsenale di fucili regolarmente detenuti, poi nascosti e recuperati dalla polizia. E ogni colpo, d’altronde, fruttava maxi bottini di gioielli ed oggetti preziosi: collane, bracciali e orecchini venivano fusi e smerciati con la complicità del titolare di un negozio “Compro oro” di Petralia Sottana.

Alfio Samuele Zingali, il compagno dell’estetista, è stato condannato nel marzo 2013 a due anni e diciotto giorni di reclusione: la sua “Sel autoricambi” sarebbe stata una vera e propria base operativa per il gruppo.


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