Bianco: "Riqualificheremo" |I residenti: "Azioni concrete" - Live Sicilia

Bianco: “Riqualificheremo” |I residenti: “Azioni concrete”

L'amministrazione comunale parla di interventi a breve e medio termine, prospettando un Piano particolareggiato per il recupero urbanistico del rione. Ma gli abitanti chiedono che nessuno sia "buttato fuori".

il sopralluogo a san berillo
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CATANIA – Trasformare il quartiere in un polo di attrazione per turisti e cittadini. Magari rendendolo artigiano o universitario. Queste le intenzioni dell’amministrazione Bianco in relazione a San Berillo, antico e caratteristico rione, apparentemente abbandonato ma in realtà pulsante e laborioso, grazie alle comunità di cittadini, alcuni stranieri, che ne l’hanno scelto come casa e che lì vogliono restare. Il primo cittadino le ha illustrate stamani, nel corso del sopralluogo organizzato dall’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo insieme alle associazioni di categoria e a quelle dei residenti, per definire gli interventi urgenti e quelli a medio e lungo termine. “Abbiamo individuato alcuni interventi indispensabili da fare, sia per quanto riguarda la pulizia che per i piccoli interventi di manutenzione. Oggi diamo via a questa azione straordinaria, che deve diventare ordinaria per questo quartiere. Abbiamo pensato anche a una riqualificazione urbanistica – prosegue Di Salvo – perche si presta perfettamente a diventare un luogo nel quale polarizzare alcuni interessi, culturali, artigianali e turistici”.

Ed è questo, in particolare, l’apetto su cui si è soffermato il sindaco Bianco, già autore alla fine degli anni Novanta di un primo intervento di recupero, seppur esterno, di San Berillo. Rione che, in fondo, ha mantenuto parte delle caratteristiche che storicamente lo hanno contrassegnato. Come ammesso dallo stesso Di Salvo che ha parlato di zona abitata e di residenti che hanno fatto rete e sistema con tutte len realtà presenti all’interno (in particolare operatrici del sesso e stranieri). “All’interno di San Berillo – ha continuato l’assessore – ci sono già piccole attività artigianali, e un gruppo di ragazzi hanno creato associazioni. Devo dire che c’è molta volontà di intervenire nella ristrutturazione degli immobili perchè vogliono vivere questo quartiere”.

E di interventi a doppia velocità ha parlato lo stesso Bianco. “Bisogna risolvere prima le questioni più urgenti e delicate – evidenzia il primo cittadino – e poi serve una prospettiva di rilancio di medio e lungo termine”. L’idea è quella, da un lato, di esaltare la vocazione artistico artigianale del rione, sulla scorta di quanto avvenuto in passato nel quartiere Brera di Milano, riqualificando i bassi, trasformandoli in botteghe e laboratori, in funzione turistica. Dall’altro, incentivare la presenza degli studenti univeristari, in accordo chiaramente con i privati proprietari. “Noi abbiamo un immobile all’interno del quartiere – continua Bianco – che potrebbe diventare il centro del volontariato, per offrire un’alternativa a chi, oggi, vive in condizioni drammatiche”.

Dal punto di vista urbanistico, quanto previsto dall’amministrazione, in assenza di strumenti specifici, non potrà che essere fatto attraverso un piano particolareggiato di recupero. Una richiesta che viene anche, se non soprattutto, dalle associazioni di categoria, preoccupate però che quanto annunciato negli intenti, non si tramuti in pratica. “Il nostro orientamento – conferma Bianco – è anticipare, nel concreto e operativamente, tutto quello che va in questa direzione, senza aspettare l’approvazione del Piano”. Sono numerosi, infatti, i progetti già presentati in passato e rimasti fermi al palo, che interessano diversi immobili all’interno dell’intreccio dedalico delle vie di San Berillo e che, secondo le associazioni di categoria, potrebbero fungere da volano per il recupero di tutto il quartiere.

Un aspetto, quello del recupero urbanistico degli immobili, condiviso da chi vive nella zona e dal Comitatio San Berillo i cui rappresentanti sottolineano l’interesse dei catanesi verso il rione e chiedono azioni che includano gli storici residenti e non il contrario. “Come si integreranno  le nuove attività con quelle già esistenti, con le operatrici del sesso, con la comunità di senegalesi? – chiedono a Bianco che assicura la massima integrazione. “Sediamoci attorno a un tavolo – aggiunge il primo cittdino – per affrontare le questioni. Una ad una. Nessuno vuole cacciare via le attività sane ed esistenti”.

Ma l’attenzione di chi vive e si occupa da anni di San Berillo rimane alta. “Tutto ciò che include le attività storiche e le strutture esistenti va benissimo – spiega Roberto Ferlito, rappresentante del Comitato. Quindi – continua – se si mantengono questi punti fermi, tutte le azioni di riqualificazione all’interno ci stanno bene. L’importante è capire quali saranno le modalità per portare avanti quanto previsto. Negli anni, infatti – prosegue – le amministrazioni si sono presentate qui dicendo praticamente le stesse cose”.

Hanno preparato una lista di punti, ispirandosi a quanto già fatto a Genova nella zona dei caruggi, in collaborazione con l’amministrazione comunale genovese, gli abitanti, gli artigiani e le prostitute, per suggerire alla giunta Bianco le azioni da intraprendere per includere l’esistente rivalutandolo nel contempo. “Bisogna integrare il tessuto sociale esistente – conclude Ferlito – perchè se lo slogan è ridare il quartiere alla città non si può levare a chi vive qui da mezzo secolo”.

Ed è questo il nodo dolente. La prostuituzione, storica protagonista del rione San Berillo – un tempo noto come il quartiere a luci rosse di Catania – difficilmente potrà convivere con la riqualificazione promessa. Come sottolineato dal sindaco: “Noi possiamo includere tutti – evidenzia – ma nell’ambito delle leggi che ci sono in questo Paese. Non posso decidere io. E’ chiaro che un quartiere che viene riqualificato non può rimanere in queste condizioni”.

 

 

 

 

 

 


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