Muore in cella, la lettera |del direttore del carcere - Live Sicilia

Muore in cella, la lettera |del direttore del carcere

A scrivere è Aldo Tiralongo, direttore della Casa Circondariale di Giarre che annuncia presenterà denuncia in Procura per quanto diffuso sulle presunte cause di morte del detenuto.

il caso sparti
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GIARRE – “Stamani si è svolta una Messa all’interno dell’Istituto di Giarre con la popolazione detenuta ed il personale, per ricordare Nicola Sparti ad una settimana dalla sua morte. La commozione condivisa fa risaltare ancor di più la contraddizione stridente con la notizia diffusa dall’Osservatorio Permanente sulle Morti in Carcere che non solo è diffamante ma anche offensiva di quella comunità che oggi si è stretta, senza distinzione di ruoli, attorno un’unica tristezza. Il carcere è un mondo misconosciuto, attraversato a volte da leggende come le aragoste e i brindisi di champagne all’Ucciardone, altre volte dall’immaginario comune di un luogo oscuro, tenebroso e impenetrabile. Coscienti di questo da anni oramai il carcere in genere, e quello di Giarre in particolare, si è aperto alla società attraverso iniziative, corsi, visite.

A Giarre anche quest’anno, ad esempio, due scolaresche, di Castelvetrano e di Randazzo ci hanno fatto visita ed hanno incontrato i detenuti. Iniziative volte a dimostrare che dentro il carcere pulsa una grande umanità e che vede coinvolti tanti, poliziotti penitenziari, volontari, personale sanitario, educatori, amministrativi. Tanti che offrono la loro opera con sacrifici diuturni, dando il meglio di se stessi per rendere il carcere un luogo di civiltà, di espiazione delle pene ma anche di recupero della persona. E’ per la gratitudine ed il rispetto del lavoro di tutti i miei collaboratori che sono pervenuto nella determinazione di proporre denuncia verso l’Osservatorio Permanente sulle Morti in Carcere o nei confronti di chiunque responsabile dei reati che verranno ravvisati nel diffondere una notizia falsa e diffamante: il detenuto Sparti è morto perchè era finito l’ossigeno.

Ho già avuto modo di smentire questa notizia dichiarando che lo Sparti non era affatto in ossigenoterapia, ma gli era stato fornito e messo a disposizione in cella un ventilatore meccanico per soggetti narcolessici, obesi e ipertesi, perfettamente funzionante. Un soggetto seguito costantemente (ne fanno fede i tre ricoveri ospedalieri eseguiti, oltre le cure desumibili dalla cartella clinica) e per il quale era stata certificata l’incompatibilità con il regime carcerario. Un dovere, quello della denuncia, anche nei riguardi dell’agente che di notte è stato vicino a Nicola Sparti, e che non ha potuto concludere il suo racconto a me per le lacrime di enorme tristezza. E’ inammissibile che in un momento certamente di criticità del sistema penitenziario, ma anche di enormi trasformazioni perchè prevalga un nuovo concetto di detenzione, rispettoso del dettato legislativo e costituzionale, operazione già in atto qui a Giarre con la vigilanza dinamica ed il regime a celle aperte, si possa tentare impunemente un’azione di discredito che offende non solo l’Amministrazione Penitenziaria ma anche e soprattutto a chi vi lavora a diverso titolo.

Per queste ragioni mi recherò in Procura per presentare un formale atto di denuncia. Circa le indiscrezioni sugli esiti dell’autopsia effettuata sul povero Nicola Sparti, si è in attesa della ufficialità delle stesse. Al momento, se confermate, possiamo solo dire che sono la conferma delle diagnosi fatte in istituto in ragione delle quali era stata certificata la sua incompatibilità con il regime detentivo”.

Aldo Tiralongo Direttore Casa Circondariale di Giarre

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