Scontro Porta Nuova-Partinico | "Gli romperei le corna ai Vitale" - Live Sicilia

Scontro Porta Nuova-Partinico | “Gli romperei le corna ai Vitale”

I fratelli Giuseppe e Giovanni Di Giacomo

Dalle carte dell'inchiesta che ha sventato la vendetta di Giovanni Di Giacomo emerge la forte contrapposizione fra i due mandamenti. E saltano fuori storie di vecchi omicidi. Alcuni eseguiti, altri solo programmati.

PALERMO – Il clan Vitale di Partinico da una parte. I boss di Porta Nuova dall’altro. L’un contro l’altro armati. Dalle carte dell’inchiesta che ha portato all’arresto di otto persone e sventato i piani di vendetta di Giovanni Di Giacomo viene fuori anche la forte contrapposizione fra i due mandamenti.

L’occasione che riporta alle memoria storie di antichi dissapori mai sopiti è una conversazione del novembre 2013 fra i fratelli Giovanni e Giuseppe Di Giacomo. Il primo ergastolano del gruppo di fuoco di Pippo Calò e il secondo reggente del mandamento di Porta Nuova. Una reggenza stoppata con il piombo. Otto mesi prima del colloquio registrato i carabinieri avevano azzerato i nuovi assetti della mafia di una grossa fetta della provincia di Palermo. Stava per nascere un super mandamento, con vertice a Camporeale, che inglobava Partinico e San Giuseppe Jato. Giovanni chiedeva notizie al fratello, il quale gli spiegava che si trattava di una fase di “confusione” precedente all’ascesa al potere sua e di Alessandro D’Ambrogio. Una fase in cui a Partinico si erano permessi di trattare male un importante mafioso di Porta Nuova. “Ma chi ti ha mandato?… che sei venuto a fare?… vai dove devi andare”, gli avevano detto. E Giovanni metteva in guardia il fratello: “… ti dico… state attenti con questi i Vitale”.

I contrasti nascevano dal fatto che, secondo l’ergastolano, era stato proprio uno dei Vitale fardazza a volere l’omicidio di Salvatore Lo Presti, padre di Tommaso, anche lui è di recente tornato in carcere, a cui Giuseppe doveva fare sapere che “… se fosse fuori… gli devi dire… prima si andrebbe a trovare un posto a Partinico… e poi gli romperebbe le corna ai figli di Vitale… e poi mi sentirei apposto con me stesso”. E aggiungeva che avrebbe già voluto ammazzare in carcere colui che riteneva fosse il killer di Lo Presti, e cioè un Madonia che gravitava nella zona del Borgo Vecchio: “… gli dici… il Madonia… mio fratello… lo voleva ammazzare in galera… non ci è potuto riuscire perché lo hanno spostato… gli dici… perché era pronto…”.

Giovanni Di Giacomo provava disprezzo per i Vitale. A Partinico i boss hanno sempre rifiutato l’egemonia dei palermitani. Oggi si scopre che avevano pure cercato di estendere il loro potere a Porta Nuova: “… erano arrivati al punto che qua si sono messi a fare quello che volevano…”. Poi, chiedeva al fratello se a Partinico, in caso di possibili azioni contro i Vitale, potesse contare sull’appoggio di persone del posto. Bisognava individuare chi comandava – e dalle conversazioni sembra che i Di Giacomo fossero bene informati – per conto dei Vitale in modo da neutralizzarne la reazione: “ …a questo e ai suoi fratelli pure… se li potete annagghiare tutti insieme… hai capito? … si fa.. si fa… però dovete avere la base quand’è la prossima volta che scende lui l’affogate…”.

 

 


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