Valeria Marini choc: |"Mai consumato con Cottone,| insultava mia madre" - Live Sicilia

Valeria Marini choc: |”Mai consumato con Cottone,| insultava mia madre”

La showgirl a ruota libera sull'imprenditore palermitano: "Trattava male mia madre, ho dovuto scegliere tra lui e la famiglia. Il matrimonio non è stato consumato e io l’ho anche aiutato finanziariamente". Le nozze saranno annullate dalla Sacra Rota.

L'INTERVISTA
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2 min di lettura

Valeria Marini si confessa al “Corriere della Sera” e parla della rottura con Giovanni Cottone avvenuta ad un anno dalle nozze celebrate il 5 maggio 2013. Assistita dall’avvocato divorzista Annamaria Bernardini de Pace (ex suocera di Raoul Bova, ndr), la showgirl punta all’annullamento della Sacra Rota. “La crisi va cercata nel rapporto di coppia. I problemi economici si superano. Ma il vero problema riguardava noi due: il nostro matrimonio non è mai stato consumato. Incredibile, vero?”, rivela al quotidiano. Come racconta, la crisi è cominciata già all’indomani del sì: “Gianni ha cambiato atteggiamento proprio quel mattino. Lo ricordo ancora adesso mentre mi dà le spalle, immobile, a casa mia a Roma, e reagisce male quando gli parlo di una cosa che riguarda mia madre: “Non me ne frega niente, pensaci tu”. Strano, mi sono detta, magari è nervoso. Purtroppo non è stata una eccezione: questo suo aspetto arrogante e aggressivo si è ripetuto. Ha usato toni inaccettabili verso i miei familiari. Pure a San Valentino, quando mi propose di andare a cena fuori per recuperare il matrimonio, finì con lui che inveiva contro mia madre davanti a tutti mentre io non la smettevo di piangere”. Un mese prima era morto il papà della Marini e l’imprenditore palermitano, patron del marchio Lambretta, era assente al funerale.

“Prima delle nozze – continua la showgirl – era sempre stato rispettoso verso mamma e mio fratello, che poi è anche il mio commercialista. Dopo, ha cominciato a dire fai così, fai cosà. Ero molto sorpresa, e confusa. Da un lato c’era lui, mio marito, l’uomo che avevo conosciuto come protettivo, paterno, premuroso, dall’altro i miei affetti, la mia famiglia, la donna che mi ha generato: era un conflitto troppo grande”. “Una vita matrimoniale non l’abbiamo mai avuta – conclude – Gianni spariva, mi diceva che era in un posto e poi scoprivo che era andato in un altro. I suoi guai finanziari li ho scoperti dalla rassegna stampa di Google. E, beninteso, non erano nemmeno un ostacolo. L’ho aiutato, anche economicamente, perché era giusto farlo: ci siamo sposati nella buona e nella cattiva sorte, mi era chiaro, sono cattolica praticante e so di aver fatto un giuramento davanti a Dio. Ma questa sorte non la conoscevo neppure io. Sono stata ingannata. Mancavano ormai da troppi mesi fiducia, serenità, condivisione: si erano rotti gli equilibri per costruire la famiglia che ho sempre desiderato e sognato. Ecco perché chiederò l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota“. Un finale triste per un matrimonio fiabesco celebrato nella basilica romana di Santa Maria in Ara Coeli: sei mesi di preparativi, 700 invitati, 8 testimoni, 16 paggetti e un abito principesco con sette metri di strascico.


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