"Nessuno vuole smantellare | il pool antimafia di Palermo" - Live Sicilia

“Nessuno vuole smantellare | il pool antimafia di Palermo”

Nino Di Matteo

La Settima Commissione del Csm replica ad articoli in cui si era parlato in particolare di una norma "anti-Di Matteo", con riferimento al magistrato che si occupa dell'inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia.

ROMA – “E’ destituita di ogni fondamento” la notizia pubblicata da alcuni giornali “secondo i quali una recente circolare comporterebbe ‘l’azzeramento del pool antimafia di Palermo”. Così la Settima Commissione del Csm replica ad articoli in cui si era parlato in particolare di una norma “anti-Di Matteo”, con riferimento al magistrato che si occupa dell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia.

La disciplina della composizione della direzione distrettuale antimafia e dell’assegnazione dei procedimenti di mafia “è dettata prima di tutto dalla legge, che risale al 1991 – puntualizza la Commissione – E’ la legge che prevede che i procedimenti per i delitti di criminalità organizzata di tipo mafioso siano assegnati solo ai magistrati componenti della direzione antimafia, salvo casi eccezionali. E ancora è la legge, precisamente l’ordinamento giudiziario, che fissa un limite di permanenza nella direzione distrettuale antimafia, determinato dal Consiglio nel massimo consentito di dieci anni. Lo stesso termine è previsto, in base alla legge, per ogni altro gruppo specializzato sia in materia civile che penale, sia per i giudicanti che per i requirenti”. Per quanto riguarda l’assegnazione dei procedimenti in tema di mafia, le circolari del Consiglio, “sin dal 1994, hanno sempre previsto, in conformità alla norma di legge, come eccezionale l’assegnazione a magistrati non facenti parte della direzione distrettuale antimafia e l’ultima risoluzione consiliare del 5 marzo 2014 si è limitata a specificare i criteri per determinare tali casi eccezionali, individuandoli nella esigenza di apporti professionali diversi da quelli propri dei magistrati della direzione distrettuale antimafia ovvero nella esigenza di perequazione dei carichi di lavoro”.

Quanto al limite temporale di permanenza nella direzione distrettuale antimafia, “la circolare vigente, non modificata sul punto, prevede non solo una gradualità nell’uscita dei magistrati dalla direzione distrettuale, ma anche la possibilità che il magistrato in uscita possa concludere i procedimenti in precedenza assegnatigli”. L’obiettivo è “evitare pregiudizi alla continuità dell’azione investigativa e nel contempo i molteplici rischi legati alla concentrazione dei procedimenti della DDA in capo a pochi specialisti”.

(Fonte ANSA)

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI