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Expo formato Sicilia

L'inchiesta sull'esposizione universale nasce da quella su tre imprenditori catanesi e torna, di sponda, nell'Isola. Ecco i dialoghi fra gli indagati che tirano in ballo i politici siciliani.

L'inchiesta
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7 min di lettura

PALERMO– Si parte dalla Sicilia, si passa dagli appalti per l’esposizione universale di Milano dell’anno prossimo e si torna, di sponda, in Sicilia e in altre regioni meridionali. L’inchiesta sulla presunta cupola che gestiva gli appalti di Expo 2015 compie dei giri tortuosi per far luce anche sul ricco plateau degli affari in Sanità. Dalla Lombarda alla Sicilia.

Nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare redatta dal Gip di Milano Fabio Antezza, si capisce come le indagini sull’Expo meneghina nascano da una precedente attività investigativa. In principio fu la lotta all’infiltrazione della “‘ndrangheta” nella sanità lombarda. Un filone che risale a quasi quattro anni fa. Al centro di quelle indagini c’erano gli imprenditori catanesi (trasferiti a Milano) Giuseppe, Salvatore e Massimiliano Lo Presti, titolari della Hermex Spa, società specializzata nel settore sanitario. Quel lavoro investigativo, spiega Antezza nell’ordinanza, ha portato già a una serie di condanne definitive.

Il filo d’Arianna
Per gli investigatori lombardi è stato come dipanare il filo d’Arianna. Dalle vicende della sanità pubblica al calderone degli appalti Expo 2015 è stato un passo tutto sommato breve. Ma anche in questo caso, gli interessi delle imprese coinvolte nell’inchiesta andrebbero oltre l’Expo, e come in un vorticoso gioco dell’oca per l’accaparramento illegittimo di denaro pubblico, si torna alla casella di partenza: la sanità pubblica. Nelle oltre 600 pagine dell’ordinanza si scopre il possibile interesse degli imprenditori vicini ai capataz di Expo 2015, per una serie di strutture sanitarie da realizzare nel meridione: l’ospedale di Maglie, in provincia di Lecce, e il nosocomio da realizzare – chissà come e quando, va detto – a Siracusa. Ed è attorno a queste “ipotesi” che spuntano i nomi di politici siciliani. L’ospedale di Siracusa è un progetto fermo ancora ai box. Dovrebbe essere realizzato con fondi pubblici dell’articolo 20 della legge sull’edilizia sanitaria. Alla Sicilia toccano 375 milioni di euro. Una cifra tra 100 e 140 milioni potrà essere investita per il nuovo polo di Siracusa. Soltanto un paio di mesi fa, la commissione sanità dell’Ars ha tenuto una seduta al consiglio comunale aretuseo per fare il punto sulla situazione. Da quell’incontro non è scaturito quasi nulla.

Che colpo di culo, ragazzi”
Eppure, tra il silenzio generale e una certa lentezza nel programmare la spesa di quei fondi, l’unica cosa certa che traspare dalle carte giudiziarie milanesi è che su quel boccone c’era chi aveva già messo gli occhi: il gruppo Maltauro, lo stesso che nonostante gli alert dell’antimafia, aveva infilato mani e piedi nel sistema Expo 2015. Quell’appalto per Siracusa è definito letteralmente “un colpo di culo” dagli uomini che hanno sostenuto la scalata agli appalti della Maltauro. Proprio sul capitolo sanità, nell’ordinanza del Tribunale di Milano, spunta il nome di Rosario Crocetta, il presidente della Regione Siciliana. È tirato in ballo “de relato” durante alcune conversazioni ambientali registrate dagli investigatori. Nulla di più, nulla di meno. Di sicuro, nelle carte giudiziarie non c’è alcun indizio che lasci pensare a un intervento diretto o indiretto del presidente Crocetta. Il presidente è vittima di un millantato credito? Tutto lascia pensare che sia così. Si vedrà.

Il nome di Crocetta appare a pagina 263 del documento giudiziario ed è contenuto nella trascrizione di una intercettazione ambientale dell’8 ottobre 2013, quando gli investigatori registrano un dialogo tra l’ex segretario dell’Udc in Liguria, Sergio Cattozzo, e l’ex deputato forzista Gianstefano Frigerio.

FRIGERIO: noo… non cambia niente tra oggi e venerdì… cosa vuoi che cambi mi sa che ho scoperto anche un’altra roba.. (incomp.) questa se ci riesco te lo spiego lo (lncomp.) perchè dalla Ines c’è un giro eh l’altro giorno viene a trovarmi un siciliano mio amico (incomp.) personaggio della prima repubblica sottosegretario al Tesoro andreottiano Lima Siracusa che si chiama Gino Foti.

CATTOZZO: ah forse lo conosco anche io.

FRIGERIO: e mi viene a dire so che sei amico di Enrico Enrico? Berlinguer? no sei amico di Enrico Maltauro tieni conto che stiamo seguendo per lui un ospedale a SIRACUSA, che dobbiamo parlare con CROCETTA per l’autorizzazione compagnia bella ma se sei d’accordo mah aspetta adesso ne parlo al mio consulente poi vediamo (ride) venerdì quando viene da me glielo dirà a ENRICO mì ha chiamato Foti vuole la mia copertura sulla Sicilia per l’ospedale dì SIRACUSA tu parlane a Sergio.

CATTOZZO: che colpo di culo ragazzi.

Ma chi è Gino Foti? Personaggio storico della Dc siracusana (nella corrente andreottiana) a partire dagli anni Sessanta, è stato sindaco di Siracusa tra il 1972 ed il 1973, per poi approdare a Roma, dall’ottava all’undicesima legislatura, ricoprendo più volte l’incarico di sottosegretario con i Governi Goria e Andreotti. Foti, negli anni settanta, intratterrà rapporti con il faccendiere vicino alla P2, Flavio Carboni. Ora, l’anziano esponente politico ha cambiato sponda, e pur non avendo alcuna tessera risulta vicino al Pd. Cattozzo e Frigerio dedicano molto tempo a Foti. Il 14 ottobre dell’anno scorso, il grande orecchio elettronico degli investigatori registra un altro dialogo “ambientale” tra Cattozzo e Frigerio. Si discute ancora della questione “Foti” e immagineranno di programmare un incontro con il presidente della Regione siciliana. Di questo presunto incontro con Crocetta non esiste alcun riscontro ed è smentito dallo stesso presidente della Regione siciliana. Insomma, non è mai avvenuto. Frigerio e Cattozzo continuano le loro riflessioni sul progetto dell’ospedale di Siracusa e di quello di Maglie, vicino Lecce, e a proposito di questo business citano, per un presunto interessamento, anche l’ex presidente della Puglia, Raffaele Fitto. Anche in questo caso, è tutto da verificare. In un secondo momento, quella mattina, al dialogo tra Frigerio e Cattozzo si aggiunge un terzo interlocutore. I due, infatti, vengono raggiunti in riunione dall’imprenditore Enrico Maltauro, anche lui finito in manette per la vicenda Expo 2015. E sarà amarcord di Prima e seconda Repubblica. Dal dialogo tra i due politici e Maltauro spuntano fuori i nomi di altri politici siciliani: Gianfranco Miccichè e Beppe Drago. Questo il dialogo registrato dagli investigatori.

FRIGERIO: due robe.. una è già preparata obiettivamente “perché io c’ho un amico… che è il GINO FOTI… che io e lui conosciamo… adesso dico un nome dall’epoca di LlMA… però io non ero amico di LlMA perché (incomprensibile) lui un po’ di più… mi invitava a pranzo

Maltauro risponde così: io l’ho conosciuto a GINO l’ho conosciuto quando ero ragazzino da ANDREOTTI… quand’era ancora Sottosegretario al Bilancio…

Scatta una surreale disfida per stabilire chi sia più amico di Foti. Frigerio, si evince sempre dalla stessa intercettazione ambientale, ribatte così all’imprenditore: “Io e GINO FOTI .. una sera una sera dopo che era già stato condannalo per voto di scambio… dopo nella seconda Repubblica, l’ho portato ad ARCORE… perchè lui e ClRAMI si erano messi in testa … quei due testa di cavolo di portare BEPPE DRAGO … quei due testa di cavolo di portare BEPPE DRAGO a fare il presidente della Regione siciliana e io gliela avevo anche fatta quell’operazione… li c’è anche MICCICHE’ fratello, non quello di Banca Intesa c’era, non Gaetano ma (incomprensibile)… e tutti tre una lite, perché Gianfranco MICCICHE’ voleva farlo lui, alla fine son prevalso io e (incomprensibile) il presidente della Regione Beppe DRAGO che poi non gli ha combinato niente… siamo rimasto molto amici… ogni tanto ci vediamo a parlare di impegni futuri… e lui recentemente mi ha detto “ma scusa, non puoi gestirtela tu a ROMA con i capi del PD e … la questione di SIRACUSA?” e poi mi ho dello ma io no sapevo eh lui mi ha della “ma c’è dentro ENRICO” cosi (Incomprensibile) gestisce volentieri non c’è problema

Maltauro conferma: “si Si io ne ho parlato a lungo con lui..”. Da decifrare il lui che tutto sembra poter decidere sulle sorti della politica e della sanità in Sicilia”. Il 29 ottobre 2013, si svolge l’ennesima puntata dei rendez vous tra Cattozzo e Frigerio. Questa volta si parla di politica e di scenari futuri.

CATTOZZO: ti porto i saluti di SAVERIO ROMANO…

FRIGERIO: ci siamo parlati, poi dopo io ho parlato anche con… sia con FEDELE che con SILVIO…

CATTOZZO: siccome ALFANO dà per certo che in SICILIA vince lui contro Silvio BERLUSCONI se andassero a votare

FRIGERIO: no non vince proprio un cazzo.

Per i magistrati, la rete di corruzione che si estende dall’Expo 2015 avrebbe tentato di fare campagna acquisti negli ambienti politici romani. E così si spiega il faticoso lavoro di collegamento svolto da Cattozzo e Frigerio con deputati e senatori.


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