La vittima, gli usurai, la mafia | Due arresti a Palermo - Live Sicilia

La vittima, gli usurai, la mafia | Due arresti a Palermo

DI MONICA PANZICA La denuncia di un pensionato ha portato alla scoperta di un presunto ed efficientissimo sistema di prestiti a usura. E gli inquirenti non escludono che dietro ci sia l'ombra di Cosa nostra.

Corso Calatafimi
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PALERMO – Quindicimila euro erano diventati cinquantamila. Erano inziate anche le minacce, le pressioni psicologiche. E così il pensionato che aveva chiesto un prestito per aprire un piccola attività commerciale al figlio, ha deciso di raccontare tutto alla polizia. Quello applicato era un tasso usuraio del dieci per cento al mese che faceva lievitare le somme al punto da non permettere alle vittime di “onorare” il proprio debito. Proprio dalla denuncia del pensionato sono partite le indagini dei poliziotti del commissariato Porta Nuova guidati dal vice questore Rosalba Zanaglia e coordinati dalla Procura di Palermo.

L’inchiesta ha condotto all’individuazione del titolare di un supermarket che si trova in corso Calatafimi 6, il cui titolare, Francesco Sportaro, 41enne della zona di Falsomiele, aveva messo in piedi un vero e proprio sistema “parabancario” a cui coloro che versavano in condizioni economiche disagiate si rivolgevano. “Una storia di ordinaria miseria”, la definiscono gli inquirenti, che ha preso forma in una zona dove da sempre l’egemonia del clan mafioso di Porta Nuova ha preteso il proprio tornaconto. Per questo non si esclude che dietro al giro di usura ci sia l’ombra di Cosa nostra.

Oltre che per Sportaro, accusato di usura ed estorsione, a finire in manette è stato Giuseppe Oddo, 70enne di largo Pisani, secondo gli inquirenti braccio destro del titolare del supermarket, roccaforte degli interessi dei due. Denunciata a piede libero anche la compagna di Sportaro, una cubana di 46 anni, Migdalia Ochoa Batlle Elkis. Proprio all’interno dell’esercizio commerciale gli inquirenti tentarono di fare collocare alcune telecamere nascoste, ma il sistema d’allarme esistente risultò essere simile a quello di una banca o di un ufficio postale. Si optò quindi per una perquisizione durante la quale furono trovati seimila euro in contanti, assegni senza data ed il libro mastro dell’usura, con tanto di nomi e cifre. Tra questi, c’era anche quello del pensionato, ma veniva indicato anche il nome di un meccanico di Misilmeri, anche lui finito nel tunnel dell’usura ed impossibilitato a pagare interamente l’importo che andava aumentando.

Il meccanismo usuraio – come hanno accertato gli investigatori – si sviluppava infatti attraverso una serie di prestiti ripagati con assegni in cui veniva indicato l’importo, ma non la data. Da questi assegni il presunto usuraio avrebbe decurtato la percentuale del dieci per cento mensile fino alla data di effettiva copertura del titolo. Ogni volta che le vittime chiedevano di posticipare l’incasso dell’assegno, avrebbero dunque dovuto versare gli interessi nel frattempo maturati.

Francesco Sportaro

 

Giuseppe Oddo


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