Pensioni, la Regione | ha un Fondo tutto suo - Live Sicilia

Pensioni, la Regione | ha un Fondo tutto suo

Caso unico in Italia, le quiescenze e le buonuscite dei dipendenti regionali siciliani non sono gestite dall'Inps, ma da un ente pubblico autonomo. Che spende 190 mila euro all'anno in corrispondenza e 40 mila euro per contenziosi e liti.

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PALERMO – Nel “decalogo degli sprechi” diffuso dal responsabile Welfare del governo Renzi, Davide Faraone, ecco finire le pensioni dei dipendenti regionali. E soprattutto l’ente che ha il compito di gestirle ed erogarle. Il Fondo pensioni è un caso unico, in Italia. Visto che nelle altre Regioni questo compito è assolto dall’Inps. “La Sicilia – la denuncia di Faraone – è l’unica Regione d’Italia i cui dipendenti non sono iscritti a fini pensionistici alla ex Inpdap oggi Inps. Bisogna eliminare questa anomalia”. Le pensioni degli ex dipendenti regionali, infatti, “pesano – afferma Faraone – sul Bilancio regionale con uscite di 500 milioni di euro all’anno”.

Una scelta, quella di trasferire il peso di quelle pensioni (sono circa 16 mila, in tutto) sul bilancio regionale, fortemente voluta dalla politica siciliana: “La legge regionale 2 del 2002 – racconta Faraone – prevedeva l’affidamento all’Istituto nazionale di previdenza e assistenza dipendenti pubblici, per eliminare questa anomalia. Ma con legge regionale 6 del 2009 si è abrogata questa decisione ed è stato istituito il Fondo Pensioni Sicilia, ovvero il Fondo di quiescenza dei pensionati della Regione”.

Il risultato? Nuove spese per la Regione. Al Fondo, già con la legge istitutiva del 2009, veniva assegnata una dotazione finanziaria di 885 milioni di euro. E l’ente, oltre alle pensioni, ha il compito anche di erogare le buonuscite degli ex dipendenti.

Così, ecco che la Regione decide di “accollarsi” le spese per la gestione del Fondo. Negli ultimi esercizi finanziari si parla di cifre che – tra spese correnti e conto capitale – sforano gli 800 mila euro l’anno. In molti casi, spese evitabili attraverso, appunto, il passaggio della gestione del sistema pensionistico all’Inps.

Il Fondo pensioni, infatti, è guidato da un consiglio di amministrazione composto da tre persone (il presidente Fulvio Bellomo e i due componenti Antonietta Bullara e Alfedo Liotta). Fino all’anno scorso, la spesa per questo Cda è stata superiore ai 100 mila euro annui (al presidente andavano 50 mila euro lordi. La metà ai due componenti). Una cifra scesa, quest’anno, del 20%.

Ma nell’ente che gestisce le pensioni, lavorano anche la bellezza di 110 dipendenti regionali. “Che operano – insiste Faraone – in locali e con arredi, macchine elettroniche e sistemi informativi messi a disposizione dalla Regione, oltre al contributo annuo per spese di funzionamento e organizzazione di 200 mila euro che grava sul capitolo di bilancio dell’assessorato  regionale Funzione pubblica. Il Fondo – aggiunge il deputato – costa non meno di 8 milioni di euro”.

Spese, insomma, che la Regione potrebbe tranquillamente risparmiare, perché legate allo stretto funzionamento dell’ente. Giusto per fare qualche esempio, infatti, dal rendiconto finanziario del 2012, emerge come le semplici spese per le spedizioni postali ammontassero al oltre 184 mila euro annui. Quasi 19 mila euro le spese per la Formazione permanente del peronale, circa 40 mila euro per contenziosi e liti.

Ma non solo. Già detto del consiglio di amministrazione (negli ultimi bilanci, stanziata sempre un cifra intorno ai centomila euro), ecco anche la somma destinata ai revisori dei conti (nel 2012 era di 98.500 euro), e quelle per la figura del “Garante per l’erogazione delle prestazioni ai dipendenti regionali”: altri 25 mila euro. Di quasi ottantamila euro annui, invece, le spese per “beni di consumo”.

Il Fondo, poi, negli anni, ha anche acceso dei prestiti agevolati nei confronti dei dipendenti stessi. Oltre dieci milioni sono stati prestati dipendenti in servizio alla Regione, e altri 6,8 milioni ai regionali in pensione. Una pensione “speciale” quella dei dipendenti siciliani. Che hanno un Fondo, tutto per sé.


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