Ilardo, condanna per La Causa |A luglio il processo ordinario - Live Sicilia

Ilardo, condanna per La Causa |A luglio il processo ordinario

Secondo le ipotesi dell'accusa il collaboratore di giustizia avrebbe partecipato alle fasi organizzative, ma poi per un'accelerazione non partecipò attivamente al delitto di Gino Ilardo (nella foto) consumatosi nel 1996.

la sentenza dell'abbreviato
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CATANIA – Il primo step del processo dell’omicidio di Gino Ilardo, nel troncone del rito abbreviato, si è concluso con una sentenza di condanna. Santo La Causa, collaboratore di giustizia, è stato condannato a 13 anni e quattro mesi ma il Gup Sebastiano Di Giacomo ha riconosciuto all’imputato “il beneficio della continuazione con una precedente sentenza per i delitti di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsioni (commessi nel medesimo periodo dell’omicidio) con cui era stato già condannato alla pena di anni 9 e mesi quattro”. Dunque, per essere precisi, l’attuale condanna ai 13 anni e 4 mesi comprende anche la pena inflitta, già definitiva. Il Giudice ha concesso anche il riconoscimento delle attenuanti generiche così come chiesto nell’arringa dal difensore. Il pm aveva chiesto una pena (con la continuazione) a 12 anni.

Santo La Causa, secondo la ricostruzione della procura, avrebbe ricevuto l’ordine direttamente dal carcere (in una scatola di biscotti) da parte dei due mandanti Vincenzo Santapaola e Giuseppe Piddu Madonia, e in collaborazione con Maurizio Zuccaro avrebbe partecipato alla fase organizzativa del delitto di Gino Ilardo, confindente dei Ros. Il progetto criminale poi avrebbe subito un’improvvisa accelerazione: per gli investigatori sarebbe stata scoperta l’intensione da parte della fonte Oriente (nome in codice) di iniziare a collaborare con la giustizia. A quel punto La Causa – che ha partecipato ai sopralluoghi e al monitoraggio delle abitudini della vittima designata – non entra a far parte del gruppo di fuoco. Il collaboratore racconta ai magistrati, infatti, che viene a sapere tutto già a cose fatte. Sarebbe stato Benedetto Cocimano ad informarlo.

Gino Ilardo moriva crivellato di colpi in via Quintino Sella il 10 maggio 1996. A dare una svolta all’inchiesta, da cui scaturisce il processo, sono oltre alle dichiarazioni di Santo La Causa anche quelle di un altro collaboratore di giustizia, Eugenio Sturiale che avrebbe assistito in prima persona al delitto. La sua deposizione, come testimone oculare, sarà una delle più cruciali del dibattimento del processo nel troncone del rito ordinario che si svolgerà davanti alla Corte d’Assise a partire dal prossimo primo luglio.


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