Vizio di notifica, slitta ad ottobre |il processo a Raffaele e Toti - Live Sicilia

Vizio di notifica, slitta ad ottobre |il processo a Raffaele e Toti

L'ex governatore siciliano e il figlio, attuale deputato regionale, sono accusati dalla Procura di aver promesso posti di lavoro in cambio di voti.

CATANIA – E’ stata rinviata al prossimo 9 ottobre, per una mancata notifica a Giuseppe Giuffrida, la prima udienza del processo per reato elettorale all’ex Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e al figlio Toti. A cambiare, nel mese di ottobre, sarà anche la titolarità della quarta sezione monocratica dove un nuovo giudice prenderà il posto di Alessandro Centonze.

Il rinvio a giudizio era arrivato a inizio gennaio. Citazione diretta, senza passare dall’udienza preliminare. L’inchiesta, coordinata dai Sostituti Rocco Liguori e Lina Trovato, ipotizza il reato di voto di scambio. Posti di lavoro, secondo l’accusa, in cambio di voti, utili, all’elezione di Toti Lombardo all’Assemblea Regionale Siciliana. Insieme all’ex Presidente della Regione, già condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo “Iblis”, e al figlio deputato regionale, a processo sono finiti pure Ernesto Privitera, Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida.

L’indagine, iniziata nel periodo antecedente le regionali dell’ottobre 2012, fece emergere l’assunzione di Giuffrida, avvenuta nel marzo 2013, all’interno della ditta Ipi srl. La società, che opera nel settore della nettezza urbana, fa parte insieme alla Oikos spa del raggruppamento d’imprese che nel 2010 si aggiudicò l’appalto per la gestione dei rifiuti nella città dell’Elefante. Ernesto Privitera, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto il ruolo d’intermediario. L’uomo, ex consigliere di quartiere autonomista eletto nel 2008 con la lista “Sicilia Forte e Libera”,  era tra i candidati di “Grande Catania” alle ultime comunali, dove però non è stato eletto.

Se Toti Lombardo ha sempre scelto la strada del silenzio, riguardo la vicenda giudiziaria, lo stesso non può dirsi del padre. L’ex Presidente, nel luglio 2013 convocò appositamente una conferenza stampa nel suo storico quartier generale di via Pola. Un “voto di scambio finto” venne bollato dall’uomo di Grammichele riferendosi alle contestazioni che gli venivano mosse dalla Procura. Accuse definite prive di fondamento con una sola conseguenza “quella di coprire il vero voto di scambio che c’è stato sotto gli occhi di tutti”.  Nessun tentennamento nemmeno davanti il fascicolo contenente le intercettazioni captate dagli uomini della Squadra Mobile, “Io, in queste telefonate non ci sono da nessuna parte” aveva chiosato Lombardo senior, annunciando addirittura la volontà di renderle pubbliche tramite il suo blog personale. Iniziativa mai portata a compimento. Il portale dell’ex inquilino di Palazzo d’Orleans rimane infatti fermo all’ultimo aggiornamento datato febbraio 2013 “Continueremo – scriveva Lombardo – a far politica per la Sicilia e per i siciliani”.


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