Partecipate, dovevano chiudere | Crocetta le ha riempite di amici - Live Sicilia

Partecipate, dovevano chiudere | Crocetta le ha riempite di amici

Da mesi il governatore annuncia di aver "cancellato" le aziende mangiasoldi. Ma per queste società, molte delle quali inutili, la Regione continua a spendere. E tra i presidenti, i consiglieri e i commissari liquidatori ecco spuntare tanti fedelissimi del presidente.

PALERMO – “Abbiamo chiuso le società partecipate”. Abolite. Cancellate. Il presidente della Regione ripete il “mantra” da mesi. Tanti mesi, ormai. “Abbiamo chiuso le società mangiasoldi”. Rosario Crocetta annovera già questo “fatto” tra i risultati ottenuti dal suo governo regionale. Peccato, però, che le società partecipate siano tutte lì. In trentatrè. Alcune delle quali, certo, in liquidazione. Ma tutte quante “drenano” ancora somme cospicue dal bilancio regionale. E non solo. Le società che tanto stavano antipatiche al governatore, sono tornate buone per attribuire incarichi a numerosi fedelissimi. Dal segretario generale Patrizia Monterosso, all’ex “braccio destro” Stefano Polizzotto, fino a qualche componente dei suoi uffici di staff.

Sono ancora lì. Le società partecipate sono vive e vegete. E solo per i loro consigli di amministrazione costano almeno un milione e mezzo l’anno. Senza contare le spese per gli affitti, il funzionamento, gli altri incarichi. No. Un milione e mezzo l’anno serve solo per garantire i gettoni di presidenti, consiglieri e, nel caso delle società in liquidazione per i commissari.

Tra questi, ad esempio, Antonio Ingroia, al vertice di Sicilia e-Servizi. Per lui, al momento, appunto, incaricato di portare avanti la liquidazione dell’ente (ma pare imminente il “recupero” della società e la ricostituzione di un cda) ecco un gettone da 50 mila euro lordi annui. Ingroia da tempo si è molto avvicinato al presidente della Regione, che aveva provato ad attribuirgli dapprima l’incarico al vertice di Riscossione Sicilia e poi ha scelto l’ex pm come commissario della Provincia di Trapani. Ma i cda delle partecipate che non piacevano al governatore, come detto, sono “infarcite” di amici. È il caso dell’Ast, ad esempio, società per la quale il presidente si battè durante l’esame della scorsa Finanziaria al fine di far passare un finanziamento utile a garantire il funzionamento dell’ente. L’Ast, che “pesa” sul bilancio regionale per 23,5 milioni di euro spende altri 150 mila euro (equamente distribuiti) per un cda composto da Dario Lo Bosco (presidente), Stefano Polizzotto (vice presidente) e Rosario Carlino (consigliere).

A guidare la Sas, invece è l’avvocato Giuseppe Di Stefano (indennità lorda di 32 mila euro). Ma anche in questo caso non manca uno dei burocrati più graditi al presidente. Uno dei componenti del Cda è infatti il capo di gabinetto di Crocetta, Gianni Silvia (gettone da 24 mila euro lordi), che affianca nel cda Doriana Fascella (anche per lei 24 mila euro lordi). Una “doppietta” di fedelissimi del presidente invece nel cda di Irfis Sicilia, presieduto dal patron di Ksm Rosario Basile (40 mila euro lordi la sua indennità). Il vicepresidente è il segretario generale di Palazzo d’Orleans Patrizia Monterosso, mentre nel cda siede Salvatore Parlato, ex capo della segreteria tecnica dell’allora assessore Luca Bianchi e recentemente nominato come esperto del presidente Crocetta. Per entrambi 20 mila euro lordi.

Altro  stretto collaboratore del governatore presiede il cda di Seus, società investita recentemente da scandali e polemiche. Gaetano Montalbano è uno dei componenti degli uffici di staff di Crocetta. Per lui ecco un’indennità di quasi 30 mila euro lordi.

A portare avanti la liquidazione della società Biosphera (da due anni ormai i suoi dipendenti sono transitati alla Sas) è l’attuale (bi)dirigente generale Anna Rosa Corsello (per lei ecco un gettone di 25 mila euro lordi). Ma, il (due volte) capodipartimento è anche due volte liquidatore, visto che sta accompagnando anche lo scioglimento di Multiservizi (in questo caso, l’indennità è di 40 mila euro lordi annui).

Della Società patrimonio immobiliare la Regione detiene tre quarti delle quote. A capo del cda (indennità di 27 mila euro lordi) è Salvatore Giglione, cugino del deputato regionale Michele Cimino, ex berlusconiano passato alla corte di Crocetta. Giglione, nei giorni scorsi, è stato scelto come nuovo dirigente generale al dipartimento Beni culturali al posto di Sergio Gelardi. Una scelta che ha sollevato il malcontento di qualche sindacato. A completare il cda di Spi (19.800 euro di indennità lorda) sono Fabrizio Dioguardi e Loredana Lauretta. Anche quest’ultima fa parte degli uffici di staff di Rosario Crocetta.

Alla società Mercati agroalimentari sicilia, invece, serve addirittura un cda di cinque persone: il presidente è Emanuele Zappia (40 mila euro di indennità), e i consiglieri (per tutti 24 mila euro lordi di stipendio) Giuseppe Aliffi, Consolazione Rapisarda, Giuseppe Guagliardi e Rosario Cavallaro. Il Maas, solo nel 2012, ha dichiarato una perdita di quasi 1,7 milioni di euro.

Una perdita di 1,3 milioni di euro è quella invece certificata dal Parco scientifico e tecnologico oggi guidato da un cda con a capo Roberto D’Agostino (24 mila euro lordi di indennità), e completato da Rosario Montoneri e Maria Mattarella (per loro 9.600 euro lordi). Quest’ultima torna nel cda di un altra società, Riscossione Sicilia. In questo caso ecco un’indennità da 28 mila euro lordi, come l’altro consigliere Gaetano Chiaro (che è anche liquidatore di Siace, per lui altri 8 mila euro lordi annui). A presiedere il cda è Lucia Di Salvo (36 mila euro lordi).

Di Italkali la Regione detiene il 51% delle quote. Il cda costa 65 mila euro lordi l’anno per le indennità diel presidente Nino Scimemi (25 mila) e dei consiglieri Liborio D’Anna e Filippo Caci. La Cape invece è in liquidazione: il commissario è Eduardo Bonanno (per lui 50 mila euro di indennità lorda). Di Siciliacque invece la Regione detiene appena un quarto delle quote. Il cda invece costa 81 mila euro, equamente distribuiti tra il presidente Antonio Tito, il vice Carmelo Cantone e il consigliere Giovanni Di Giovanni. Della Società degli interporti invece la Regione detiene appena il 20,56% delle quote. Il cda costa invece 120 mila euro. Al presidente Alessandro Albanese vanno 49 mila euro lordi*. Ventimila ai consiglieri Giovanni Amico e Caterina Montebello.

Spiccioli invece per i cda dei Distretti tecnocnologici. Mentre è prestigiosissimo lo stipendio di commissario liquidatore della “Stretto di Messina spa”: a Vincenzo Fortunato ecco un “gettone d’oro” da 200 mila euro lordi annui. Al liquidatore di Ciem, Giuseppe Grazia, 10 mila euro lordi di stipendio. Il liquidatore di Lavoro Sicilia invece è dimissionario: si tratta di Giovanni Ravi (per lui, fino all’addio, 25 mila euro lordi di indennità). Nella foresta delle società partecipate, poi, ecco spuntare anche soggetti quasi ignoti ai più. Il Centro regionale di attività MAP per la comunicazione e l’informazione è in liquidazione. Intanto, continua a costare 25 mila euro l’anno solo per l’indennità del liquidatore Baldassare Quartararo. E nel 2012 ha denunciato una perdita d’esercizio di quasi 290 mila euro.

Sviluppo Italia Sicilia invece ha dichiarato un passivo, nel 2012, di oltre 2,6 milioni di euro. Oggi il cda è presieduto da Carmelina Volpe (50 mila euro lordi di indennità), mentre nel cda siedono Francesco Tuzzolino e Giuseppe Greco (per loro 25 mila euro lordi di indennità). Di Sicilia e-Ricerca, Antonio Parrinello (16 mila euro) è l’amministratore unico. A Sicilia e-Innovazione il liquidatore èMargherita Poselli (28 mila euro lordi). A guidare la liquidazione di Quarit è invece Francesca Spedale (24 mila euro lordi di indennità). Il liquidatore delle Terme di Sciacca invece è un ex fedelissimo di Raffaele Lombardo, avvicinatosi al nuovo governatore: per Carlo Turriciano un’indennità di 32 mila euro lordi. La metà tocca invece al liquidatore dell’altra società termale: per Luigi Bosco 16 mila euro lordi per completare la liquidazione delle Terme di Acireale.

La liquidazione di Sicilia Turismo e cinema (nel 2012 perdita di 175 mila euro) è portata avanti Giancarlo Costa, un altro dei componenti degli uffici di staff del governatore (15 mila euro lordi di indenità). Poco più che simbolica, invece, la spesa per il cda della società partecipata Mediterranea Holding. Per Salvatore Lauro, Pietro Murania e Leonida Perrella appena 500 euro annui a testa. In questo caso, forse, l’importante è “partecipare”.

* avevamo riportato inizialmente il compenso di 80 mila euro, cifra pubblicata sul sito ufficiale della Regione siciliana. Dalla Società interporti ci fanno sapere che quella somma è dovuta a un errore materiale. La “reale” indennità di Albanese – fa sapere la società – è quella pubblicata sul sito dell’azienda: 49 mila euro lordi annui.


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